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Antidepressivo bupropione non migliora l'apatia nei pazienti di Alzheimer

L'antidepressivo bupropione non migliora l'apatia nei pazienti con demenza di tipo Alzheimer, secondo i risultati di uno studio clinico eseguito in Germania.


Gli investigatori hanno condotto un esperimento di 12 settimane in doppio cieco, randomizzato, che secondo loro è stato il più grande studio sull'apatia nel morbo di Alzheimer.


La prima autrcie Franziska Maier PhD, della clinica universitaria di Colonia, ha riferito che il bupropione NON è riuscito a migliorare l'apatia, misurata su una scala standardizzata, per i 54 partecipanti che sono stati confrontati con una coorte di placebo.


La Maier e i colleghi hanno scritto che continua a mancare un trattamento farmacologico assodato per l'apatia nel morbo di Alzheimer, concludendo che le terapie non farmacologiche, come la terapia occupazionale, rimangono pertanto le raccomandazioni di prima linea per la cura.

 

 

 


Fonte: McKnight’s Long-Term Care (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Franziska Maier, Annika Spottke, Jan-Philipp Bach, Claudia Bartels, Katharina Buerger, Richard Dodel, Andreas Fellgiebel, Klaus Fliessbach, Lutz Frölich, Lucrezia Hausner, Martin Hellmich, Stefan Klöppel, Arne Klostermann, Johannes Kornhuber, Christoph Laske, Oliver Peters, Josef Priller, Tanja Richter-Schmidinger, Anja Schneider, Kija Shah-Hosseini, Stefan Teipel, Christine von Arnim, Jens Wiltfang, Frank Jessen. Bupropion for the Treatment of Apathy in Alzheimer Disease. A Randomized Clinical Trial. JAMA Netw Open, 28 May 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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