Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperto nuovo protagonista nel consolidamento della memoria

Un gruppo di ricerca multi-istituzionale guidato dalla Università McGill (Canada) ha scoperto che durante il consolidamento della memoria, ci sono almeno due processi distinti che si svolgono in due diverse reti del cervello: le reti eccitatorie e quelle inibitorie. I neuroni eccitatori sono coinvolti nella creazione di una traccia di memoria, ed i neuroni inibitori bloccano i rumori di fondo e permettono l'apprendimento che persisterà a lungo termine.


Il team, guidato dai professori Nahum Sonenberg e Arkady Khoutorsk della McGilly, Jean-Claude Lacaille della Université de Montréal e Kobi Rosenblum dell'Università di Haifa, i coautori senior della ricerca appena pubblicata su Nature, ha scoperto anche che ognuno dei due sistemi neuronali può essere manipolato selettivamente per controllare la memoria a lungo termine.


La ricerca, che risponde alla vecchia domanda su quali sottotipi neuronali sono coinvolti nel consolidamento della memoria, ha potenziali implicazioni per nuovi bersagli di farmaci per disturbi come il morbo di Alzheimer e l'autismo, che comportano processi alterati della memoria.

 

Cercare i neuroni coinvolti nel consolidamento della memoria

I ricordi a breve termine (che durano solo poche ore) come si trasformano in ricordi a lungo termine (che possono durare anni)? Sappiamo da decenni che questo processo, chiamato 'consolidamento della memoria', richiede la sintesi di nuove proteine ​​nelle cellule cerebrali. Ma fino ad ora, non si sapeva quali sottotipi di neuroni sono coinvolti nel processo.


Per capirlo, i ricercatori hanno usato topi transgenici e ne hanno manipolato un particolare percorso molecolare, eIF2α, in tipi specifici di neuroni. Questo percorso aveva già dimostrato di avere un ruolo cruciale nel controllo della formazione della memoria a lungo termine, e nella regolazione della sintesi proteica nei neuroni. Inoltre, ricerche precedenti avevano identificato l'eIF2α come fondamentale sia nello sviluppo neurologico che nelle malattie neurodegenerative.

 

I sistemi sia eccitatori che inibitori hanno un ruolo nel consolidamento della memoria

"Abbiamo scoperto che la stimolazione della sintesi proteica tramite eIF2α nei neuroni eccitatori dell'ippocampo è stata sufficiente a migliorare la formazione della memoria e la modifica delle sinapsi, i siti di comunicazione tra i neuroni", dice il dott. Kobi Rosenblum.


Tuttavia, è interessante notare che, "abbiamo anche scoperto che la stimolazione della sintesi proteica tramite eIF2α in una specifica classe di neuroni inibitori, gli interneuroni della somatostatina, è stato sufficiente anche per aumentare la memoria a lungo termine, regolando la plasticità delle connessioni neuronali", dice il Dott. Jean-Claude Lacaille.


“È affascinante riuscire a dimostrare che questi nuovi giocatori - i neuroni inibitori - hanno un ruolo importante nel consolidamento della memoria”, ha aggiunto il dott. Vijendra Sharma, ricercatore del laboratorio del Prof. Sonenberg e il primo autore della ricerca. “Finora si era assunto che il percorso eIF2α regolasse la memoria tramite i neuroni eccitatori”.


“Queste nuove scoperte identificano la sintesi proteica nei neuroni inibitori, e in particolare le cellule della somatostatina, come un nuovo bersaglio per eventuali interventi terapeutici nei disturbi come il morbo di Alzheimer e l'autismo”, ha concluso il dott. Nahum Sonenberg. “Speriamo che questo aiuti a progettare trattamenti sia preventivi che post-diagnosi per coloro che soffrono di disturbi che coinvolgono un deficit di memoria”.

 

 

 


Fonte: McGill University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Vijendra Sharma, Rapita Sood, ..., Arkady Khoutorsky, Jean-Claude Lacaille, Kobi Rosenblum, Nahum Sonenberg. eIF2α controls memory consolidation via excitatory and somatostatin neurons. Nature, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.