Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un lavoro pagato in gioventù e mezza età può proteggere la memoria delle donne

Le donne che hanno avuto un lavoro pagato nella giovane età adulta e in mezza età possono avere un declino più lento della memoria nel corso della vita, rispetto alle donne che non hanno lavorato con uno stipendio, secondo un nuovo studio pubblicato online il 4 novembre 2020 su Neurology®.


I ricercatori hanno trovato un'associazione tra lavoro retribuito e declino più lento della memoria, indipendentemente dallo stato maritale o dall'aver avuto figli. La prima autrice dello studio Elizabeth Rose Mayeda PhD/MPH, della University of California di Los Angeles, ha detto:

“Il nostro studio ha seguito un gran numero di donne negli Stati Uniti e ha trovato tassi più lenti di declino della memoria dopo i 55 anni per quelle che avevano passato molto tempo con un lavoro pagato prima dei 50 anni, anche tra quelle che avevano smesso di lavorare per un certo numero di anni per crescere i figli prima di tornare al lavoro.

“Anche se non si discute che la gestione della casa e della famiglia possa essere un lavoro complesso e a tempo pieno, il nostro studio suggerisce che impegnarsi in un lavoro retribuito può dare una certa protezione in termini di perdita di memoria, probabilmente per merito della stimolazione cognitiva, dell'impegno sociale o della sicurezza finanziaria".


Lo studio ha coinvolto 6.189 donne con un'età media di 57 anni all'inizio dello studio. I ricercatori hanno diviso le partecipanti in cinque gruppi in base alla loro storia di vita lavoro-famiglia, dai 16 ai 50 anni: lavoratrici non-madri, lavoratrici madri sposate, lavoratrici madri single, madri single non lavoratrici e madri sposate non lavoratrici. Le donne sono state seguite per una media di 12 anni e hanno avuto test di memoria ogni due anni.


I ricercatori hanno rilevato che, mentre i punteggi di memoria erano simili per tutte le donne dai 55 ai 60 anni, dopo i 60 il tasso medio di declino sui punteggi dei test di memoria è stato più lento per le donne che avevano avuto un lavoro pagato, che per le donne che non lo avevano avuto.


Alla prima valutazione della memoria, oltre il 98% delle donne ha avuto punteggi dei test di memoria tra -3 e +3 unità standardizzate. Dai 60 ai 70 anni, il calo medio della memoria delle madri sposate lavoratrici era di 0,69 unità standardizzate rispetto a un declino della memoria più veloce di 1,25 unità standardizzate tra le madri single non lavoratrici e 1,09 unità standardizzate tra le madri sposate non lavoratrici.


Nel complesso, dopo l'aggiustamento per altri fattori che potrebbero influenzare la relazione tra i profili di lavoro-famiglia e il declino della memoria nel seguito della vita (come età, istruzione e status socio-economico durante l'infanzia), i risultati si possono riassumere in un tasso medio di declino della memoria che era oltre del 50% più alto nelle donne con figli che non avevano avuto un lavoro pagato rispetto alle madri che avevano avuto un lavoro pagato.


“Abbiamo scoperto che la lunghezza del lavoro pagato non sembra avere importanza”, ha detto la Mayeda. “I tassi di declino della memoria sono stati simili per le madri sposate lavoratrici, comprese quelle che hanno sempre lavorato, quelle che sono rimaste a casa per alcuni anni con i figli, così come quelle che sono rimaste a casa molti anni prima di tornare al mondo del lavoro, il che suggerisce che i benefici della partecipazione alla forza lavoro può estendersi ben dentro l'età adulta”.


La Mayeda ha continuato:

“Il declino della memoria può essere un segno precoce della demenza di Alzheimer, e più donne che uomini hanno la demenza di Alzheimer. Una strategia efficace per prevenire il declino della memoria nelle donne può essere costituita da politiche che aiutano le donne con bambini ad avere un lavoro pagato. Tuttavia, il nostro studio osservazionale non può determinare causa ed effetto, così anche se i nostri risultati sono promettenti, sono necessarie ulteriori ricerche”.


Tra le limitazioni dello studio ci sono che non ha valutato coppie dello stesso sesso, e neppure ha disambiguato tra donne cisgender (o cisessuale = con genere percepito corrispondente al genere biologico) e transgender. Altre limitazioni sono state che non ha fatto distinzione tra il lavoro pieno e quello a tempo parziale, e ha esaminato solamente il lavoro retribuito e non il volontariato.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Elizabeth Rose Mayeda, Taylor Mobley, Robert Weiss, Audrey Murchland, Lisa Berkman, Erika Sabbath. Association of work-family experience with mid- and late-life memory decline in US women. Neurology, 4 Nov 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)