Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cibi zuccherati in gioventù potrebbero provocare problemi di memoria in seguito

rat hippocampusCambiamenti al microbioma intestinale possono compromettere la funzione di memoria associata all'ippocampo del ratto, in figura. (Foto: Tom Deerinck)

Una nuova ricerca mostra che bere bevande zuccherate all'inizio della vita può portare a deterioramento della memoria in età adulta.


Lo studio, pubblicato il 31 marzo su Translational Psychiatry, è anche il primo a mostrare che un cambiamento specifico nel microbioma intestinale (i batteri e gli altri microrganismi che crescono nello stomaco e nell'intestino) può modificare la funzione di una particolare regione del cervello.


Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, le bevande addolcite da zucchero sono una delle fonti principali di zuccheri aggiunti nell'alimentazione degli americani. Quasi due terzi dei giovani negli Stati Uniti consumano almeno una bevanda zuccherata al giorno.


Il neuroscienziato Scott Kanoski, professore associato di scienze biologiche della University of Southern California, sta studiando da anni il legame tra dieta e funzione cerebrale. La sua ricerca ha dimostrato che il consumo di bevande zuccherate deteriora la funzione della memoria nei ratti e che quelle stesse bevande cambiano il microbioma intestinale.


Nell'attuale studio, Kanoski e altri ricercatori dell'UCLA e dell'Università della Georgia, hanno cercato di scoprire se esiste un collegamento diretto tra i cambiamenti nel microbioma e il funzionamento della memoria. Gli scienziati hanno dato a dei ratti adolescenti libero accesso a una bevanda addolcita da zucchero simile a quelle che bevono gli umani.


Quando, dopo circa un mese, i ratti sono diventati adulti, i ricercatori hanno testato i loro ricordi usando due metodi diversi. Un metodo ha testato la memoria associata a una regione del cervello chiamata ippocampo. L'altro metodo ha testato la funzione della memoria controllata da una regione chiamata corteccia peririnale.


I ricercatori hanno scoperto che, rispetto ai ratti che bevevano solo acqua, i ratti che consumavano bevanda zuccherata avevano più difficoltà con la memoria che usa l'ippocampo. Il consumo di zucchero non ha influenzato i ricordi prodotti dalla corteccia peririnale.


"Il consumo di zucchero in gioventù sembra compromettere selettivamente l'apprendimento e la memoria dell'ippocampo", ha detto la prima autrice dello studio Emily Noble, assistente professoressa dell'UGA ed ex postdottorato dell'USC.


Gli scienziati hanno quindi controllato il microbioma intestinale dei ratti e hanno trovato differenze tra quelli che bevevano la bevanda dolce e quelli che bevevano acqua. I bevitori di zucchero avevano popolazioni più ampie di due particolari specie di batteri intestinali: Parabacteroides distasonis e Parabacteroides johnsonii.


I ricercatori si sono quindi chiesti se i batteri Parabacterides possono, senza l'aiuto dello zucchero, influenzare la funzione di memoria dei ratti. Hanno trapiantato batteri Parabacteroides coltivati ​​in laboratorio nello stomaco di ratti adolescenti che bevevano solo acqua. I ratti che hanno ricevuto i batteri hanno mostrato un deterioramento della memoria nell'ippocampo quando sono arrivati all'età adulta, proprio come i ratti che bevevano la bevanda zuccherata.


Gli scienziati hanno anche scoperto che, a differenza dei ratti che bevevano zucchero, i ratti che avevano avuto il trapianto hanno mostrato anche il deterioramento della memoria nella corteccia peririnale. Questa differenza fornisce ulteriori prove che la funzione alterata del cervello, associata alla dieta, può effettivamente essere radicata nelle modifiche al microbioma intestinale.


Gli studi precedenti avevano trapiantato l'intero microbioma intestinale da un gruppo di animali all'altro, producendo modifiche simili alla funzione cerebrale. Tuttavia, questo studio è tra i primi a farlo solo con due specie specifiche.


"È stato sorprendente riuscire a replicare sostanzialmente il deterioramento della memoria associato al consumo di zucchero non trasferendo l'intero microbioma, ma semplicemente arricchendo una singola popolazione batterica intestinale", ha detto Kanoski, che è l'autore senior dello studio.


Infine, gli scienziati hanno esaminato l'attività dei geni nell'ippocampo, confrontando i ratti che bevevano la bevanda zuccherata con quelli che bevevano solo acqua, e i bevitori d'acqua con quelli trapiantati con Parabacteroides.


L'attività genica è realmente cambiata sia nei ratti che hanno consumato le bevande zuccherate che in quelli trapiantati con Parabacteroides. I geni influenzati controllano come le cellule nervose trasmettono segnali elettrici ad altre cellule nervose e come inviano segnali molecolari internamente.


I risultati di questo studio confermano un collegamento diretto, a livello molecolare, tra il microbioma intestinale e le funzioni del cervello.


Negli studi futuri, Kanoski e i ricercatori sperano di determinare se, cambiando abitudini, come seguire una dieta più sana o fare più esercizio, può invertire il danno alla memoria causato da un elevato consumo di zucchero in gioventù.

 

 

 


Fonte: University of Southern California (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Emily Noble, Christine Olson, Elizabeth Davis, Linda Tsan, Yen-Wei Chen, Ruth Schade, Clarissa Liu, Andrea Suarez, Roshonda Jones, Claire de La Serre, Xia Yang, Elaine Hsiao, Scott Kanoski. Gut microbial taxa elevated by dietary sugar disrupt memory function. Translational Psychiatry, 31 Mar 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.