Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificato gene che potrebbe aiutare a prevenire o ritardare l'Alzheimer

Protein ABCC1 PDB 2cbzStruttura della proteina ABCC1 (Wikipedia)

I risultati di uno studio eseguito al Translational Genomics Research Institute (TGEN) di Phoenix in Arizona, affiliato di City of Hope, suggerisce che l'aumento dell'espressione del gene ABCC1 non solo può ridurre la deposizione di una placca dura nel cervello che porta al morbo di Alzheimer (MA), ma potrebbe anche prevenire o ritardare l'insorgenza di questa malattia ruba-memoria.


L'ABCC1, noto anche come MRP1, aveva dimostrato in precedenza in modelli di laboratorio di rimuovere una proteina forma-placca chiamata amiloide-beta (Aβ) dalle cellule endoteliali specializzate che circondano e proteggono il cervello e il midollo spinale cerebrale.


Basandosi su studi precedenti, il TGEN ha condotto una serie di esperimenti di laboratorio genomici pre-clinici, i cui risultati (pubblicati su Biology Open) suggeriscono che l'ABCC1 non solo può espellere l'Aβ dal cervello, ma che l'aumento della sua espressione potrebbe ridurre la produzione di Aβ, prevenendo così, o ritardando, l'inizio del MA.


"Molto lavoro rimane per sviluppare un farmaco che rallenti, o  impedisca, lo sviluppo del MA, ma i nostri risultati suggeriscono che puntare l'ABCC1 è un percorso promettente che potrebbe alla fine portare a terapie efficaci", ha affermato Wayne Jepsen, ricercatore postdottorato del TGen e primo autore dello studio.


Il MA è la sesta causa di morte negli Stati Uniti, uccide annualmente più di 120.000 persone, ma non ha un trattamento in grado di prevenirlo o rallentarlo efficacemente. Si stima che i 5,8 milioni di americani over-65 abbiano la malattia, e questo numero dovrebbe più che raddoppiare nei prossimi 30 anni.


I sintomi di MA includono: perdita di memoria, difficoltà di apprendere nuove cose e problemi ad affrontare nuove situazioni, difficoltà con il linguaggio e problemi con la lettura, la scrittura e l'elaborazione dei numeri, difficoltà a organizzare pensieri e a pensare logicamente e una durata inferiore di attenzione.

 

ABCC1 come bersaglio per un farmaco di Alzheimer

I risultati dello studio del TGEN suggeriscono che l'ABCC1 è un obiettivo valido per un farmaco di MA a causa dei modi in cui il gene influenza l'Aβ; non solo potenzialmente esportandola dal cervello, ma anche modulando i processi cellulari che coinvolgono la proteina ​​precursore dell'amiloide (APP), che è abbondante nel cervello e può essere tagliata in pezzi più piccoli attraverso i percorsi alfa- o beta-secretasi.


Il percorso alfa-secretasi è associato allo sviluppo e alla protezione dei neuroni, che sono le cellule di funzionamento del cervello e del sistema nervoso centrale. Il peptide risultante alfa APP solubile è associato anche alla formazione della memoria e a un processo chiamato 'plasticità sinaptica', per cui le sinapsi che collegano i neuroni e consentono loro di comunicare sono in grado di modificarsi e adattarsi a nuove informazioni.


La via beta-secretasi conduce alla formazione di Aβ, un peptide che si accumula per formare le placche amiloidi, che insieme ai grovigli neurofibrillari sono i due marchi patologici che definiscono il MA. Gli scienziati hanno ipotizzato che, riducendo la produzione di Aβ, si potrebbe rallentare la progressione del MA.


Gli esperimenti del TGEN hanno indicato che:

  • l'ABCC1 modula l'elaborazione dell'APP lontano dalla formazione di amiloide,
  • conferma rapporti precedenti che l'ABCC1 esporta l'Aβ dall'interno delle cellule verso il loro esterno,
  • la thiethylperazina, un farmaco usata da tempo per facilitare la nausea e il vomito, aumenta l'attività di trasporto dell'ABCC1.


Matt Huentelman PhD, professore di neurogenomica del TGen e autore senior dello studio, ha detto:

"I composti che possono aumentare drasticamente l'attività di trasporto dell'ABCC1, o che possono aumentare l'espressione dell'ABCC1, potrebbero rivelarsi farmaci validi per il trattamento o la prevenzione del MA, non solo aumentando l'eliminazione di Aβ dal cervello, ma anche riducendo la quantità di Aβ prodotta.

"È interessante notare che, a causa della focalizzazione storica della ricerca sul cancro a trovare farmaci che inibiscono l'ABCC1, stiamo scommettendo che ci sono già farmaci là fuori che si oppongono all'attivazione dell'ABCC1, e i nostri dati suggeriscono che tali farmaci dovrebbero essere esaminati per l'attività anti-MA".


Il dott. Todd Levine, un neurologo di HonorHealth e membro aggiunto di facoltà del TGen, che ha rivisto lo studio, ma non ne è autore, ha detto che ritiene che l'attenzione sull'ABCC1 sia una nuova strada, potenzialmente importante, della ricerca di MA:

"Anche se siamo solo all'inizio, gli autori di questo studio presentano dati convincenti che giustificano ulteriori indagini sull'ABCC1 come obiettivo potenziale per nuove terapie contro questa malattia devastante, per la quale servono urgentemente trattamenti migliori".

 

 

 


Fonte: Steve Yozwiak in Translational Genomics Research Institute (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Wayne Jepsen, Matthew De Both, Ashley Siniard, Keri Ramsey, Ignazio Piras, Marcus Naymik, Adrienne Henderson, Matthew Huentelman. Adenosine triphosphate binding cassette subfamily C member 1 (ABCC1) overexpression reduces APP processing and increases alpha- versus beta-secretase activity, in vitro. Biology Open, 25 Jan 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)