Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Semplice trattamento in gravidanza può proteggere dai problemi di memoria in anzianità

baby newborn

Un nuovo studio su ratti di laboratorio ha scoperto un collegamento diretto tra la carenza di ossigeno nell'utero e il deterioramento della memoria nella prole adulta. Ha trovato anche che gli integratori antiossidanti durante la gravidanza possono proteggere da questo problema.


La carenza di ossigeno nell'utero - chiamata ipossia fetale cronica - è una delle complicanze più comuni nella gravidanza umana. Può essere diagnosticata quando una scansione a ultrasuoni di routine mostra che il bambino non sta crescendo correttamente ed è causata da un certo numero di condizioni tra cui pre-eclampsia, infezione della placenta, diabete gestazionale o obesità materna.


I nuovi risultati mostrano che l'ipossia fetale cronica porta nella prole a una riduzione della densità dei vasi sanguigni e a un numero ridotto di cellule nervose e di loro connessioni in parti del cervello. Quando la prole raggiunge l'età adulta, la sua capacità di formare ricordi duraturi è ridotta e ci sono prove di invecchiamento cerebrale accelerato.


La vitamina C, un antiossidante, data ai ratti in gravidanza con ipossia fetale cronica ha dimostrato di proteggere la salute futura del cervello della prole. I risultati sono pubblicati su FASEB J.


"È estremamente entusiasmante pensare che potremmo essere in grado di proteggere la salute del cervello di un bambino non nato con un semplice trattamento che può essere dato alla madre durante la gravidanza", ha detto il prof. Dino Giussani del Dipartimento di Fisiologia, Sviluppo e Neuroscienza dell'Università di Cambridge, che ha guidato lo studio.


I ricercatori hanno usato la vitamina C perché è un antiossidante ben consolidato e usato. Tuttavia, era efficace solo alle alte dosi, che potrebbero causare effetti collaterali avversi negli esseri umani. Studi successivi stanno ora cercando antiossidanti alternativi per il trattamento dell'ipossia fetale cronica negli esseri umani.


Per condurre la ricerca, un gruppo di ratti gravidi è stato tenuto in aria ambientale con il 13% di ossigeno, causando gravidanze ipossiche. Il resto di loro è stato tenuto in aria normale (21% di ossigeno). La metà dei ratti di ciascun gruppo ha ricevuto vitamina C nell'acqua potabile per tutta la gravidanza. Dopo la nascita, i ratti neonati sono stati allevati fino ai 4 mesi, equivalenti alla prima età adulta nell'uomo, e poi sono stati sottoposti a vari test per valutare la motricità, l'ansia, l'apprendimento spaziale e la memoria.


Lo studio ha rilevato che i ratti nati da gravidanze ipossiche hanno impiegato più tempo per eseguire il compito di memoria e non ricordavano nemmeno tanto bene le cose. I ratti nati da gravidanze ipossiche, le cui madri avevano ricevuto la vitamina C in gravidanza, hanno ottenuto risultati di memoria uguali alla prole delle gravidanze normali.


Analizzando il cervello della prole dei ratti, i ricercatori hanno scoperto che l'ippocampo - l'area associata alla formazione dei ricordi - era meno sviluppata nei ratti delle gravidanze ipossiche.


In una analisi più profonda, gli scienziati hanno dimostrato che la gravidanza ipossica provoca un'eccessiva produzione nella placenta di specie reattive di ossigeno, denominate 'radicali liberi'. Nella gravidanza sana il corpo mantiene sotto controllo il livello di radicali liberi con enzimi antiossidanti interni, ma i radicali liberi in eccesso travolgono queste difese naturali e danneggiano la placenta con un processo chiamato 'stress ossidativo'. Questo riduce il flusso sanguigno e l'ossigeno disponibile al bambino in sviluppo.


In questo studio, le placente delle gravidanze ipossiche mostravano stress ossidativo, mentre quelle delle gravidanze ipossiche integrate con vitamina C sembravano sane. Presi insieme, questi risultati mostrano che la carenza di ossigeno nell'utero durante la gravidanza causa stress ossidativo nella placenta, che influisce sullo sviluppo cerebrale della prole e provoca problemi di memoria nell'età avanzata.


"L'ipossia fetale cronica deteriora la consegna di ossigeno in periodi critici di sviluppo del sistema nervoso centrale del bambino. Ciò influenza il numero di connessioni nervose e di cellule prodotte nel cervello, che si evidenzia nella vita adulta come problemi di memoria e declino cognitivo precoce", ha detto la dott.ssa Emily Camm del Dipartimento di Fisiologia, Sviluppo e Neuroscienza, prima autrice della relazione, che ha assunto di recente un nuovo incarico al Ritchie Center in Australia.


L'interazione tra i nostri geni e lo stile di vita ha un ruolo nel determinare il nostro rischio di malattia come adulti. Ci sono anche prove crescenti che l'ambiente vissuto in periodi sensibili dello sviluppo fetale influenzi direttamente la nostra salute a lungo termine, un processo chiamato 'programmazione dello sviluppo'.


I problemi di salute cerebrale, che possono iniziare nell'utero a causa delle complicanze della gravidanza, vanno dal disturbo da deficit di attenzione e iperattività, ai cambiamenti cerebrali in tarda età collegati all'Alzheimer.


"In medicina oggi ci deve essere un cambio di obiettivo, dal trattamento della malattia, dove possiamo fare relativamente poco, alla sua prevenzione, dove possiamo fare molto di più. Questo studio mostra che possiamo usare la medicina preventiva anche prima della nascita per proteggere la salute del cervello a lungo termine", ha affermato Giussani.

 

 

 


Fonte: University of Cambridge (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Emily Camm et al. Maternal antioxidant treatment protects adult offspring against memory loss and hippocampal atrophy in a rodent model of developmental hypoxia. The FASEB Journal, April 2021. DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.