Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


'Orologio cognitivo' consente di valutare rischio di problemi di memoria e pensiero

Quanti anni ha il tuo cervello rispetto alla tua età cronologica? Una nuova misura della salute del cervello, sviluppata da ricercatori della Rush University, può offrire un nuovo approccio per identificare le persone a rischio di problemi di memoria e di pensiero, secondo una ricerca pubblicata il 1 giugno su Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association.


Soprannominato 'orologio cognitivo' dai ricercatori, lo strumento è una misura della salute del cervello basata sulle prestazioni cognitive. Può essere usato in futuro per prevedere la probabilità di problemi di memoria e di pensiero che si sviluppano quando una persona invecchia.


Patricia Boyle PhD, professoressa della Rush, neuropsicologa del Rush Alzheimer's Disease Center (RADC) e prima autrice dello studio, ha detto:

"Il morbo di Alzheimer (MA), che è la causa più comune di demenza, e altre malattie del cervello, si sviluppano lentamente nel tempo mentre le persone invecchiano. L'età è ampiamente riconosciuta come il principale fattore di rischio per il MA, ma è un predittore molto imperfetto, dal momento che non tutti, invecchiando, sviluppano la demenza.

"Il nostro nuovo orologio cognitivo fornisce un valore della salute del cervello che ci dice di più su quanto bene funziona il cervello di una persona rispetto all'età cronologica. In questo modo, l'orologio può aiutarci a rilevare chi ha il rischio più alto di sviluppare la disabilità cognitiva negli anni successivi.

"Per alcune persone, la cognizione rimane abbastanza stabile mentre invecchiano, per altri declina lentamente nel tempo, e altri ancora mostrano un declino ripido".


I ricercatori ritenevano che i dati cognitivi delle prestazioni, anche da un semplice test cognitivo di rilevamento, potrebbero essere usati per distinguere le persone con un invecchiamento cognitivo normale da coloro che sono sulla strada per sviluppare problemi di memoria e di pensiero, che spesso accompagnano l'invecchiamento.


Questa tesi ha guidato i ricercatori della Rush a esaminare i dati che hanno acquisito con diversi studi a lungo termine condotti al RADC: il Rush Memory and Aging Project che include residenti dell'area di Chicago; il Religious Orders Study, che include religiosi cattolici anziani di tutti gli Stati Uniti; e il Chicago Health and Aging Project, uno studio bi-razziale basato sulla popolazione.


"Abbiamo usato i dati cognitivi a lungo termine dei nostri partecipanti per sviluppare un profilo di invecchiamento cognitivo, ciò che chiamiamo «orologio cognitivo»" ha detto la Boyle. "L'orologio cognitivo riflette il modello generale del declino cognitivo correlato all'età e ci consente di vedere chi sta andando meglio della media, e chi peggio, in un dato momento. Questo ci aiuta a identificare chi potrebbe avere un rischio alto di sviluppare problemi di memoria e pensiero".


L'orologio cognitivo è stato sviluppato per la prima volta lavorando con dati di 1.057 partecipanti del Memory and Aging Project e del Religious Orders Study, che all'inizio non avevano problemi cognitivi e sono stati sottoposti a valutazioni cognitive annuali fino a 24 anni. La valutazione cognitiva comprendeva il Mini-Mental State Exam, un test ampiamente utilizzato della funzione cognitiva tra gli anziani, che misura l'orientamento, l'attenzione, la memoria, la lingua e le abilità spaziali. Oltre al MMSE, valutazioni dettagliate includevano anche una storia medica strutturata, esami neurologici e una serie di test neurocognitivi.


I ricercatori hanno esaminato come cambiano nel tempo le prestazioni cognitive con l'età che avanza, usando un nuovo approccio statistico per identificare il profilo tipico dell'invecchiamento cognitivo. Con questo orologio cognitivo, i ricercatori possono stimare l'età cognitiva di un individuo - la sua posizione sull'orologio - in qualsiasi momento del tempo.

 

L'età cognitiva è un indicatore della salute del cervello.

"Abbiamo scoperto che, in media, la cognizione rimane stabile fino a un'età cognitiva di circa 80 anni, quindi declina moderatamente fino a 90, quindi ha un declino più rapido fino alla morte", ha detto Boyle. "Inoltre, abbiamo scoperto che l'età cognitiva predice molto meglio dell'età cronologica la demenza, il lieve decadimento cognitivo (MCI) e la mortalità. Inoltre è associata con più forza ad altri aspetti della salute del cervello".


I ricercatori hanno quindi applicato l'orologio a un campione indipendente di 2.592 partecipanti al Chicago Health and Aging Project per confermare la sua accuratezza nel prevedere esiti come la demenza di MA, l'MCI e la mortalità. Di nuovo, hanno scoperto che l'età cognitiva era un predittore migliore di questi esiti rispetto all'età cronologica.


"Essenzialmente, ciò che abbiamo fatto è usare i dati cognitivi raccolti per molti anni per creare una metrica singola e facile da comprendere che può essere usata per prevedere gli esiti di salute con una buona precisione"
, ha detto la Boyle.


Questo strumento può servire come aiuto per far avanzare la ricerca sull'invecchiamento e può offrire un nuovo strumento per identificare gli individui a rischio. La Boyle ha detto:

"È molto difficile sviluppare un test o un biomarcatore che prevede accuratamente gli esiti di salute a livello individuale. Questa è una sfida da lunga tempo nella ricerca sull'invecchiamento. Tuttavia, speriamo che con ulteriori ricerche e convalide, possiamo estendere all'ambiente clinico l'approccio applicato qui.

"Idealmente, potremmo avere un paziente che entra in clinica o in ospedale per completare un breve esame cognitivo che ci dà informazioni da inserire in una formula che stima la sua età cognitiva. Ciò fornirà informazioni importanti sulla sua salute del cervello, e da lì, possiamo stimare la probabilità di sviluppare il MA o un'altra demenza negli anni successivi. Sarebbe un progresso entusiasmante".

 

 

 


Fonte: Nancy DiFiore MBA in Rush University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Patricia Boyle, Tianhao Wang, Lei Yu, Robert Wilson, Robert Dawe, Konstantinos Arfanakis, Julie Schneider, Todd Beck, Kumar Rajan, Denis Evans, David Bennett. The “cognitive clock”: A novel indicator of brain health. Alzheimer's & Dementia, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)