Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificata molecola cruciale per il ringiovanimento del cervello

brain rejuvenation moleculeA sinistra l'impatto della TET1 nei topi giovani, dove è attiva negli oligodendrociti, specialmente dopo le lesioni, e porta a formare nuova mielina e a mantenere sano il cervello. Nei topi vecchi (a destra), il declino dei livelli di TET1 deteriora la capacità degli oligodendrociti di produrre nuova mielina.

Studi recenti suggeriscono che ogni giorno si formano nuove cellule cerebrali in risposta a una lesione, all'esercizio fisico e alla stimolazione mentale. Le cellule gliali, e in particolare quelle chiamate 'progenitori oligodendrociti', sono altamente reattive ai segnali esterni e alle ferite. Possono rilevare i cambiamenti nel sistema nervoso e formare nuova mielina, che avvolge i nervi e fornisce supporto metabolico e una trasmissione accurata dei segnali elettrici.


Mentre invecchiamo, tuttavia, si forma meno mielina in risposta ai segnali esterni, e questo progressivo declino è stato collegato ai deficit cognitivi e motori correlati all'età rilevati negli anziani della popolazione generale. È stato anche segnalato un deterioramento nella formazione di mielina negli anziani con malattie neurodegenerative, come la sclerosi multipla o l'Alzheimer e identificata come una delle cause del loro progressivo deterioramento clinico.


Il nuovo studio di un team della City University of New York (CUNY) ha identificato nella molecola ten-eleven-translocation 1 (TET1) un componente necessario per la riparazione della mielina. La ricerca, pubblicata su Nature Communications, mostra che la TET1 modifica il DNA di cellule gliali specifiche nel cervello adulto, così che possano formare nuova mielina in risposta a una ferita.


"Abbiamo progettato esperimenti per identificare le molecole che potrebbero influenzare il ringiovanimento del cervello", ha affermato Sarah Moyon PhD, assistente professoressa di ricerca  alla CUNY e prima autrice dello studio. "Abbiamo scoperto che i livelli di TET1 diminuiscono progressivamente dei topi più anziani, e per questo il DNA non può più essere modificato correttamente per garantire la formazione di mielina funzionale".


Combinando bioinformatica e sequenziamento del genoma, gli autori hanno dimostrato che le modifiche del DNA indotte dalla TET1 nei topi giovani adulti erano essenziali per promuovere un sano dialogo tra le cellule nel sistema nervoso centrale e per garantire una corretta funzione. Gli autori hanno anche dimostrato che i topi giovani adulti con una modifica genetica della TET1 nelle cellule gliali che formano la mielina non erano in grado di produrre mielina funzionale, e quindi si comportavano come i topi più anziani.


"Questo declino relativo all'età della TET1 appena identificato può essere responsabile dell'incapacità degli anziani di formare nuova mielina", ha dichiarato Patrizia Casaccia, direttrice fondatrice della Neuroscience Initiative della CUNY, professoressa di biologia e biochimica nella stessa università e autrice senior dello studio. "Credo che studiare l'effetto dell'invecchiamento nelle cellule gliali in condizioni normali e negli individui con malattie neurodegenerative alla fine ci aiuterà a progettare strategie terapeutiche migliori per rallentare la progressione di malattie devastanti come la sclerosi multipla e l'Alzheimer".


La scoperta potrebbe anche avere implicazioni importanti per il ringiovanimento molecolare del cervello che invecchia negli individui sani, hanno detto i ricercatori. Sono in programma studi volti ad aumentare i livelli di TET1 nei topi anziani, per capire se la molecola può ripristinare la formazione di nuova mielina e favorire una corretta comunicazione neuro-gliale. L'obiettivo a lungo termine del team di ricerca è promuovere il recupero delle funzioni cognitive e motorie nelle persone anziane e nei pazienti con malattie neurodegenerative.

 

 

 


Fonte: City University of New York (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sarah Moyon, Rebecca Frawley, Damien Marechal, Dennis Huang, Katy Marshall-Phelps, Linde Kegel, Sunniva Bøstrand, Boguslawa Sadowski, Yong-Hui Jiang, David Lyons, Wiebke Möbius, Patrizia Casaccia. TET1-mediated DNA hydroxymethylation regulates adult remyelination in mice. Nature Communications, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)