Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La calcificazione arteriosa un fattore di rischio per ictus e demenza

Un nuovo studio mostra che la calcificazione arteriosa nei più importanti vasi sanguigni al di fuori del cervello, visibile nelle scansioni di risonanza magnetica (MRI), è associata con la malattia vascolare cerebrale e può essere collegata a rischi futuri di demenza e ictus.

"In particolare, un maggiore carico di calcificazione della carotide intracranica si collega a volumi più grandi di lesione sostanza bianca (WML - White Matter Lesion), e un maggiore carico di calcificazione della carotide extracranica si riferisce alla presenza di infarti cerebrali, indipendentemente dal punteggio degli ultrasuoni della placca carotidea", scrivono gli autori, guidati da Daniel Bos, MD, dell'Erasmus Medical Center di Rotterdam in Olanda.

Questa calcificazione "fornisce innovative intuizioni nell'eziologia della malattia vascolare cerebrale", osservano gli autori. "Il rapporto tra calcio nelle placche aterosclerotiche e i cambiamenti del cervello esiste oltre al classico effetto dei fattori di rischio cardiovascolari, come ipertensione, fumo e diabete", dice in un comunicato l'autore senior Meike W. Vernooij, MD, PhD, anch'esso dell'Erasmus Medical Center. La quantità di placca calcificata al di fuori del cervello, ha fornito ulteriori informazioni circa l'entità dei cambiamenti del cervello rispetto alle misure tradizionali con ultrasuoni della placca nella carotide, aggiungono gli autori.

I risultati sono stati pubblicati online il 25 agosto su Arteriosclerosis, Thrombosis and Vascular Biology.

Il "Rotterdam Study"

I ricercatori hanno studiato 885 persone istituzionalizzate (50,8% donne), età media 66,7 anni, partecipanti al Rotterdam Study, uno studio prospettico di una coorte con base la popolazione, sulle cause della malattia negli anziani. Gli autori hanno utilizzato tomografia a raggi X computerizzata (TAC) per misurare la calcificazione nelle arterie coronarie, nell'arco aortico e nelle arterie carotidi extracraniche e intracraniche. Hanno anche usato la risonanza magnetica cerebrale per valutare gli infarti cerebrali, i microsanguinamenti e le WML, considerati importanti indicatori della malattia vascolare cerebrale.

Lo studio ha trovato che una maggiore calcificazione nella TAC era associata ad un maggiore volume di WML e alla presenza di infarti cerebrali, ma non alla presenza di microsanguinamenti cerebrali. Le associazioni più forti sono tra la calcificazione della carotide intracranica e il volume di WML, e tra la calcificazione della carotide extracranica e gli infarti. Dopo l'aggiustamento per i fattori di rischio cardiovascolare o l'ecografia della placca carotidea, i risultati non sono cambiati. "La distinzione tra l'impatto della calcificazione nelle carotidi extracraniche e intracraniche aumenta la convinzione corrente che le WML dipendono principalmente da una malattia nei piccoli vasi intracranici, mentre gli infarti cerebrali si pensano causati principalmente da una malattia dei vasi più grandi" ha detto in un comunicato il Dr. Vernooij.

Gli autori fanno notare che utilizzando la misurazione della calcificazione con TAC su larga scala, significa esporre le persone a radiazioni e richiede ulteriori ricerche. Aggiungono che si può speculare sulla possibilità di utilizzare la TAC a tale scopo in futuro e sottolineano che in questo momento, la TAC viene utilizzata più frequentemente per scopi sia diagnostici che di screening. "C'è una lunga strada tra questi risultati al fare inferenze significative su ciò che questo significa per lo screening di individui con la TAC. In primo luogo, questo studio fornisce una visione innovativa sul legame tra l'aterosclerosi e le malattie vascolari del cervello, che useremo per ulteriori studi su come l'aterosclerosi può influenzare le funzioni cerebrali, e in ultima analisi, il rischio di sviluppare demenza", ha detto il dottor Vernooij a Medscape Medical News.

Il Dr. Vernooij ha aggiunto che questo non implica che lo screening per la calcificazione dei vasi sarà conveniente. "A breve termine, un uso pratico delle nostre scoperte nella pratica clinica potrebbe essere trovata nel fatto che la TAC cardiaca è sempre eseguita per valutare il rischio per la malattia coronarica. Per un medico, può essere utile capire che la calcificazione nelle arterie coronarie, anche se lontano dal cervello, potrebbe indicare la presenza pure di malattie cerebrali subcliniche. Tuttavia, attualmente questo non ha, ancora, implicazioni per la gestione terapeutica" ha detto il Dott. Vernooij.

Interessante, ma nessun effetto clinico, per adesso

In generale, la calcificazione è un marcatore della malattia vascolare cronica e più estesa, ci ha detto Joseph Broderick, MD, titolare della Cattedra Albert Barnes Voorheis di Neurologia all'Università di Cincinnati in Ohio. "Questo studio sulla calcificazione delle arterie in 4 vasi sanguigni via TAC, e la sua correlazione con i cambiamenti del parenchima cerebrale nella risonanza magnetica, non è stato fatto prima", ha detto il Dott. Broderick, portavoce della American Academy of Neurology. "Tuttavia, non è sorprendente che la calcificazione [della carotide intracranica] si correli meglio con i cambiamenti dei tessuti alla MRI rispetto alla calcificazione coronarica o dell'arco aortico".

Ha aggiunto di aver trovato "interessante" che il carico di calcificazione dei grandi vasi non sia stata associata ai microsanguinamenti. "Tuttavia, questi microsanguinamenti sono stati generalmente associati a malattie dei piccoli vasi, piuttosto che a quelle dei grossi vasi. Ad esempio, la malattia vascolare amiloide nel cervello è una malattia dei piccoli vasi corticali".

Ciò che è vecchio è ancora nuovo

I risultati di questo studio sono coerenti con un crescente corpo di conoscenze, ha detto a Medscape Medical News Patrick Lyden, MD, presidente del Dipartimento di Neurologia al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, California. "Questi pazienti avevano tutti l'aterosclerosi; avevano un indurimento delle arterie. Questo è tutto ciò che il calcio ti sta dicendo, che c'è l'indurimento delle arterie, così da vedere l'indurimento delle arterie al di fuori del cervello, e concludere che c'è qualcosa di sbagliato nel cervello".

Dr. Lyden nota che in origine, l'Alzheimer era ritenuto una conseguenza dell'aterosclerosi nel cervello. "Quando il dott Alzheimer pubblicò il suo primo studio in Germania, ha detto che la malattia era in realtà causata dall'indurimento delle arterie nel cervello. Poi, circa 30 anni fa, un biochimico molto intelligente ha dimostrato che non ha nulla a che fare con l'indurimento delle arterie. Si tratta di amiloide, è tutta una questione di placche e grovigli nel cervello, e così la parte vascolare della storia è stata dimenticata. Ma negli ultimi 5 anni, la parte vascolare della storia è stato riscoperta, e i medici ci stanno prestando attenzione di nuovo", ha detto.

 

Il Dr. Bos e il Dr. Lyden non hanno rivelato alcuna relazione finanziaria rilevante. Il Dr. Vernooij è stato finanziato da una sovvenzione della Alzheimer Association.
Studio Arteriscler Thromb Vasc Biol pubblicato online il 25 ago 2011. Estratto.

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 

 


Scritto da Fran Lowry in Medscape News Today il 25 agosto 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)