Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alcuni farmaci per abbassare la pressione collegati a meno declino della memoria negli anziani

Gli anziani che avevano preso farmaci per abbassare la pressione del sangue, conosciuti per attraversare la barriera emato-encefalica, avevano un richiamo migliore della memoria nel tempo rispetto a coloro che prendevano altri tipi di medicinali per trattare la pressione alta, secondo una nuova ricerca pubblicata su Hypertension.


La pressione alta, o ipertensione, è un fattore di rischio per il declino cognitivo e per la demenza negli anziani. Quasi la metà degli adulti americani ha una pressione sanguigna elevata. Trattare la pressione alta con farmaci che l'abbassano ha ridotto del 19% i casi di lieve deterioramento cognitivo in un solo grande esperimento (SPRINT MIND).


Gli inibitori ACE, i bloccanti del recettore dell'angiotensina II (ARB), i bloccanti del canale di calcio e i diuretici sono classi diverse di medicinali che abbassano la pressione sanguigna. Ogni classe agisce in modo diverso per ridurre la pressione, e alcuni attraversano la barriera emato-cerebrale, impattando quindi sulla funzione cognitiva.


"La ricerca ha avuto risultati misti su quali medicinali hanno il maggior beneficio per la cognizione", ha detto l'autore senior dello studio Daniel Nation PhD, professore associato di scienze psicologiche dell'Institute for Memory Impairments and Neurological Disorders dell'Università della California di Irvine.


Questa è la prima meta-analisi a confrontare il potenziale impatto nel tempo delle medicine che abbassano la pressione, che attraversano o no la barriera emato-encefalica. Le medicine sono state valutate per i loro effetti su diversi domini cognitivi, che comprendono l'attenzione, la lingua, la memoria verbale, l'apprendimento e il richiamo.


"L'ipertensione si presenta decenni prima dell'inizio dei sintomi della demenza, influenzando il flusso sanguigno non solo nel corpo ma anche al cervello", ha detto Nation. "Il trattamento dell'ipertensione è probabile che abbia effetti benefici a lungo termine sulla salute del cervello e sulla funzione cognitiva più tardi".


I ricercatori hanno raccolto informazioni da 14 studi con quasi 12.900 over-50 partecipanti, eseguiti negli Stati Uniti, in Australia, Canada, Germania, Irlanda e Giappone. La meta-analisi ha trovato:

  • Gli anziani che prendevano medicinali per abbassare la pressione che attraversano la barriera emato-encefalica avevano un richiamo migliore della memoria nei 3 anni di monitoraggio rispetto a quelli che prendono medicinali che non attraversano la barriera emato-encefalica, anche se avevano un livello più alto di rischio vascolare.
  • Gli adulti che prendevano farmaci per ipertensione che non attraversano la barriera emato-encefalica avevano un'attenzione migliore nei 3 anni di monitoraggio.


"Queste scoperte rappresentano le prove più potenti trovate fino ad oggi che collegano una memoria migliore agli inibitori ACE e ai bloccanti del recettore angiotensina che penetrano nel cervello. Ciò suggerisce che le persone che vengono trattate per l'ipertensione possono essere protette dal declino cognitivo se prendono i farmaci che attraversano la barriera emato-encefalica", ha detto il primo coautore dello studio Jean K. Ho PhD, postdottorato della UCI.


La pressione sanguigna è considerata elevata dai 120/80 mm/Hg in su. Per le persone con livelli di 130/80 mm/Hg o oltre, a seconda dello stato di rischio, le linee-guida attuali dell'American Heart Association / American College of Cardiology per trattare la pressione alta suggeriscono modifiche alla dieta e ai livelli di attività per abbassare la pressione e di aggiungere farmaci che hanno lo stesso effetto. Se la pressione raggiunge i 140/90 mm/Hg, si consiglia un farmaco per abbassare la pressione.


Le limitazioni di questa analisi sono che gli autori non hanno potuto tenere conto delle differenze di razza/etnia in base agli studi disponibili, e c'è una percentuale più elevata di uomini nel gruppo che prendeva i farmaci che attraversano la barriera emato-encefalica. Questa è un'area importante della ricerca futura poiché gli studi precedenti avevano dimostrato che persone di razze/etnie diverse possono rispondere in modo diverso ai vari farmaci per la pressione.

 

 

 


Fonte: American Heart Association (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jean Ho, Frank Moriarty, Jennifer Manly, Eric Larson, Denis Evans, Kumar Rajan, Elizabeth Hudak, Lamiaa Hassan, Enwu Liu, Nobuyuki Sato, Naoyuki Hasebe, Danielle Laurin, Pierre-Hugues Carmichael, Daniel Nation. Blood-Brain Barrier Crossing Renin-Angiotensin Drugs and Cognition in the Elderly: A Meta-Analysis. Hypertension, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.