Un importante ricercatore sulla demenza del Saskatchewan (Canada) sta esaminando i possibili legami genetici tra la depressione e l'Alzheimer.
Il Dr. Darrell Mousseau (foto) spera di trovare un modo per determinare quali persone affette da depressione possono procedere in seguito verso l'Alzheimer.
"Diciamo che qualcuno non è depresso e che si possa dire che ci sono cambiamenti del cervello che potenzialmente potrebbero portare all'Alzheimer. Ci piacerebbe perciò dire a quel punto che forse si potrebbero assumere farmaci per ritardare l'insorgere dell'Alzheimer" ha spiegato Mousseau Mercoledì a Saskatoon, dove era uno tra le due dozzine di ricercatori del Saskatchewan che illustravano il loro lavoro sulla malattia.
Dice che ci osno alcune prove che la depressione può portare all'Alzheimer per certe persone. In alcune persone c'è un legame, e sembra che almeno una parte di quel legame si basa su una sorta di componente genetica. Il lavoro di Mousseau è al primo stadio della ricerca, e utilizza colture cellulari e animali. Fino ad ora, ha trovato connessioni tra alcune delle proteine associate all'Alzheimer e uno degli enzimi che sono state storicamente associati alla depressione.
Dice che la capacità di trattare le persone nella fase iniziale, potrebbe avere enormi benefici. "Se fossimo in grado di influenzare e avere una sorta di impatto anche sul 10 per cento della popolazione che sta sviluppando l'Alzheimer, potremmo aiutare un sacco di gente", ha detto Mousseau. "Non solo gli stessi pazienti e i caregivers, ma anche - e questo va detto chiaramente - aiuterebbe anche il sistema sanitario". Mousseau ha notato che un rapporto nazionale sui costi sanitari ha scoperto che circa 22 miliardi di dollari sono spesi in Canada nella cura e nel trattamento delle persone affette da Alzheimer. Ogni anno ricevono la diagnosi di Alzheimer circa 110.000 canadesi, e questo numero è destinato a continuare a crescere.
Previsti esperimenti con sincrotrone
Mousseau sta cercando di impostare alcuni esperimenti utilizzando il sincrotrone a Saskatoon per monitorare i cambiamenti del cervello nei topi nel tempo. In questo momento deve esaminare topi diversi in momenti diversi. Ma ci sono variazioni naturali da animale ad animale. "Sarebbe fenomenale se fossimo in grado di monitorare i cambiamenti in quello stesso topo di settimana in settimana, per un anno intero, usando il LightSource", ha detto. "Non solo dovremmo usare meno animali, ci sarebbe anche molto meno variabilità nei dati".
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Pubblicato in CBC News il 18 gennaio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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