Da diversi punti di vista, la patente di guida delle persone fa parte della nostra identità.
"Siamo noi", dice Birgit Pianosi, presidente del programma gerentologia alla Huntington University. "E' la nostra identità. In Canada, la patente di guida è quello che sei. Se non si ha la patente di guida, non si ha nulla".
"Quando gli anziani sono costretti ad abbandonare la patente di guida perché non sono più in grado di gestire la guida a causa di un problema cognitivo come la demenza, o a causa di una disabilità fisica, può essere molto difficile per loro", ha detto. La Pianosi è coinvolta in un progetto di ricerca del North East Dementia Coalition Network che cerca di trovare modi per aumentare la consapevolezza del problema di guidare con la demenza. Il progetto è finanziato dalla Ontario Trillium Foundation. La Dementia Coalition, che ha l'obiettivo di condividere le migliori pratiche sulla condizione, è composta da rappresentanti di numerose organizzazioni della regione che hanno un interesse nella demenza.
Solo perché qualcuno ha la demenza, non significa necessariamente che deve abbandonare la patente, dice la Pianosi. Quelli con una nuova diagnosi di demenza potrebbero ancora avere la capacità cognitiva di guidare, in quanto hanno ancora una "buona funzionalità", ha detto. "Dipende dalla diagnosi", dice Heather Hawrelluk, consulente psicogeriatrico al North Bay Regional Health Centre, anch'essa coinvolta nel progetto. "Se la loro capacità di tracciare una rotta è compromessa per un qualsiasi motivo, o il loro tempo di reazione è molto lento, o se la loro percezione della profondità è stata colpita, ci sarà ovviamente un impatto sulla sicurezza di guida".
"Arriva il momento in cui è doveroso che rinuncino alla guida", dice Kelley Fish, che è stata assunta per coordinare lo studio di Dementia Coalition. E consiglia ai membri della famiglia degli automobilisti anziani di tenere sotto controllo ammaccature e graffi dell'auto, incidenti mancati per poco ed evitare che guidino da soli, dopo il tramonto o nelle ore di punta. "Stiamo lavorando per mettere insieme un opuscolo per gli anziani per metterli in grado di valutare la propria guida, in modo da far nascere in loro la consapevolezza che potrebbe essere insicuro guidare, oppure che potrebbe essere necessario limitare la loro guida".
Il numero di conducenti con demenza in Ontario si espanderà dai circa 45.000 di oggi ai quasi 100.000 nel 2028, secondo uno studio della Queen's University. Il Ministro dei Trasporti dell'Ontario, Bob Chiarelli (foto a destra), ha detto al Toronto Star in febbraio che con l'invecchiamento della popolazione e con il maggior numero di automobilisti affetti da demenza sulle strade, la Provincia intende rafforzare le norme per questi conducenti. Ciò potrebbe includere test più rigorosi su strada per i conducenti anziani, e l'introduzione delle licenze a gradi per i più anziani, che, come i neopatentati, non potrebbero più guidare sulle autostrade della serie 400, per esempio. Tali norme sono già in atto in molte altre giurisdizioni.
La Pianosi (fot a sinistra) ha detto che pensa che questa è una buona idea. Molti anziani già limitano la loro guida personale, ha detto, evitando situazioni di guida più difficili. I medici di famiglia, che dovrebbero segnalare coloro che non hanno più la capacità fisica e mentale di guidare, hanno bisogno di maggiore formazione su come comportarsi a questo riguardo, ha detto Chiarelli, aggiungendo che la Provincia prevede di introdurre tale formazione. La Pianosi ha condotto uno studio in precedenza nel 2004, che ha dimostrato che i medici di famiglia non sembrano effettuare la valutazione delle capacità di guida dei loro pazienti.
Parte del problema è che ai medici non si insegna a fare questo tipo di analisi alla scuola medica, ha detto. Inoltre non si sentono a proprio agio a denunciare i loro pazienti al Ministero dei Trasporti perché lo sentono come una breccia nella riservatezza medico-paziente, ha detto la Pianosi. Molte persone nel nord-est dell'Ontario, inoltre, non hanno un medico di famiglia tanto per ocminciare, il che rende il processo molto più difficile, ha detto. "Quando si va in un ambulatorio, quelle persone non saranno valutate nella loro capacità di guida", ha detto la Pianosi. "Semplicemente non è previsto".
I ricercatori hanno in programma di condurre sessioni di formazione con i medici di famiglia per aumentare la loro consapevolezza del problema. I ricercatori hanno anche intenzione di formare la polizia, poichè tante volte gli agenti di polizia sono il primo punto di contatto con gli anziani che non dovrebbero più guidare. E faranno anche una presentazione a un convegno sugli anziani organizzato da Sudbury Rainbow Crime Stoppers il mese prossimo.
Anche se finiranno per dover rinunciare alla patente di guida, ci sono ancora modi per muoversi, dice la Pianosi. Ad esempio, potrebbero essere in grado di prendere un taxi o un mezzo pubblico, oppure farsi dare passaggi da volontari che offrono il trasporto agli anziani. La Pianosi dice che ha anche letto di un progetto in cui famigliari giovani che non hanno una macchina sono abbinati a familiari anziani che hanno ancora la macchina, ma non sono in grado di guidare da soli. "Il nipote otterrebbe l'auto dalla nonna e la porterebbe in giro, ma ha anche accesso al veicolo quando ne hanno bisogno". La Pianosi dice di essere felice di essere coinvolta nel progetto, perché è molto "pratico". "Stiamo creando qualcosa che è utile alla comunità, non qualcosa che sarà messo su uno scaffale da qualche parte", ha detto. "Sarà a vantaggio di ciascuno. Penso che sia una cosa bella".
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Pubblicato da Heidi Ulrichsen in Northern Life il 4 aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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