Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Case 'intelligenti' per prevenire le malattie

La tua casa un giorno potrebbe diventare troppo intelligente? Una cosa è avere una casa attrezzata di sensori-e-computer che indica il momento migliore per attivare l'asciugatrice, per esempio quando il costo dell'energia è basso.

Ma vorresti che dica al medico che sei affetto da demenza? Vorresti che faccia la diagnosi di autismo di tuo figlio?


Le case intelligenti potrebbero essere proprio dietro l'angolo, prevede Diane Cook, professoressa di ingegneria elettrica e scienze informatiche alla Washington State University. Il suo recente articolo su Science, "Quanto è intelligente la tua casa?" immagina un futuro in cui abitazioni piene di sensori, non solo faranno risparmiare soldi ai loro proprietari (ad esempio, per i costi energetici), ma terranno anche d'occhio il loro benessere fisico e mentale. Oggi, dice la Cook, "la costruzione di una casa intelligente non è difficile o costosa. Ci sono casi testati di tutto il mondo. L'infrastruttura è già disponibile".


I sensori sono già ora in grado di rilevare, per esempio, i movimenti degli occupanti della casa. Le variazioni di quei movimenti possono indicare delle malattie, tra cui l'insorgenza di demenza o autismo. I sensori possono anche registrare quando le luci si accendono e si spengono, quando si utilizzano i servizi. In futuro, potrebbero anche essere in grado di controllare le emozioni degli occupanti, leggendo le espressioni facciali.

PHOTO: Turning on lights Washington State University student Yasmin Sahaf turns on a lights in a "smart house" demonstrator that also records the interaction in a database. Washington State University studente Yasmin Sahaf accende una luce in una "smart house" dimostratore che registra anche l'interazione in un database.Courtesy Washington State University Courtesy Washington State University

Ciò che rende possibile tutto questo, dice la Cook, è "intelligenza ambientale", un progresso che deriva dall'inglobare i microprocessori negli oggetti familiari, come ad esempio gli elettrodomestici. "Stanno gradualmente pervadendo quasi tutti i livelli della società", scrive. "In casa, l'idea è che il software del computer, con il ruolo di agente intelligente, percepisca lo stato dell'ambiente fisico, ragioni su questo stato con l'intelligenza artificiale, e poi attui le azioni per raggiungere gli obiettivi specifici, come ad esempio massimizzare il comfort dei residenti e mantenere la salute e la sicurezza", scrive la Cook.


Gli attuali sistemi di gestione della casa devono essere pre-programmati dai proprietari della casa: è necessario informare il sistema quando accendere o spegnere il fuoco. I sistemi di domani, tuttavia, osserveranno il comportamento degli occupanti, trarranno le proprie conclusioni intelligenti, e quindi prenderanno decisioni autonome "senza esplicito controllo umano", scrive la Cook. In effatti, l'intelligenza autonoma potrebbe avanzare al punto che le case di domani avrebbero bisogno di integrare un software per consentire agli occupanti "di mantenere l'autorità finale e resettare il sistema imponendo restrizioni che impediscono alla casa di intraprendere azioni indesiderate o dannose".


Il vantaggio di rendere le case più intelligenti potrebbe essere sostanziale, dice la Cook, soprattutto quando gli abitanti sono anziani. Allestire una casa o un appartamento da 180/190 metri quadri con sensori, costa solo circa 2.000 dollari. Ma il costo delle cure istituzionali per un anziano che soffre di demenza può essere decine di migliaia di dollari l'anno. Se le informazioni raccolte dai sensori in casa potesse fornire ai medici un preavviso della demenza, e se per merito del loro intervento e presenza l'anziano potesse rimanere a casa anche per un ulteriore anno, la casa intelligente si sarebbe pagata da sé.

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 


Pubblicato da Alan Farnham in ABC News il 1 Maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)