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Nuovi strumenti per diagnosi e terapia precoce dell'Alzheimer

Per limitare l'aumento imminente dei casi di Alzheimer (AD) saranno necessari accurati e precoci test diagnostici e trattamenti, e i ricercatori sono più vicini al raggiungimento di questi due obiettivi.

Sono state presentate a Neuroscience 2012 nuove scoperte nella diagnostica per immagini, nelle analisi molecolari delle malattie neurologiche, e nello sviluppo di trattamenti usando modelli di topo. L'evento é il meeting annuale della Society for Neuroscience e la più grande fonte mondiale di notizie emergenti sulla scienza del cervello e della salute.


L'Alzheimer è la causa più comune di demenza e colpisce attualmente 5 milioni di persone negli Stati Uniti. Entro il 2015, questo numero potrebbe aumentare fino a 13 milioni. I nuovi risultati di oggi dimostrano che:

  • Cambiamenti nella funzionalità cerebrale si verificano molti anni prima dell'apparizione dei sintomi nelle persone con AD; questi cambiamenti possono essere rilevati dalle scansioni PET e potrebbero un giorno essere usati per identificare le persone a rischio dello sviluppo della malattia (Lori Beason-Held, PhD, abstract 545,22).
  • Un nuovo farmaco, che ha come bersaglio le alterazioni biochimiche delle proteine, migliora i sintomi e aumenta la sopravvivenza in un modello murino di AD; ma il modo in cui funziona è un mistero (Fred Van Leuven, PhD, abstract 416,08).
  • Una sonda basata su anticorpi, che utilizza la nanotecnologia e la risonanza magnetica é in grado di distinguere tra tessuto cerebrale malato e non malato e potrebbe portare a un test per la diagnosi precoce di AD (William Klein, PhD, abstract 753,21).
  • L'AD, il Parkinson, e la demenza a corpi di Lewy hanno specifiche firme molecolari causate dall'epigenetica (i meccanismi che determinano come e quando si esprime il DNA), che potrebbero aiutare nella diagnosi accurata e a trovare un trattamento precoce (Paula Desplats, PhD, abstract 50,17).
  • Un nuovo modello di topo per AD dà ai ricercatori maggiore controllo su una proteina correlata all'Alzheimer nei topi, e potrebbe portare a una migliore ricerca su trattamenti efficaci (Alena Savonenko, MD, PhD, abstract 416,04).

 

Sam Gandy"Essere in grado di rilevare l'AD in anticipo - forse anche prima che appaiano i sintomi - è una pre-condizione essenziale se vogliamo sviluppare trattamenti efficaci che rallentino o fermino i cambiamenti che avvengono nel cervello durante l'Alzheimer. I nostri studi sui topi ci dicono già questo", ha detto il moderatore della conferenza stampa, Sam Gandy (foto), PhD, MD, della Mount Sinai School of Medicine di New York, esperto di Alzheimer e demenza. "Essere in grado di distinguere l'AD dalle altre malattie neurodegenerative ci aiuterà a dare i trattamenti giusti ai pazienti giusti".

 

 

 

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Fonte: Materiale della Society for Neuroscience (SfN), via AlphaGalileo.

Pubblicato in ScienceDaily il 15 Ottobre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

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