NEW YORK (AP) - Nell'arte, come nella vita, guardare qualcuno che perde la mente è una cosa straziante, ancora di più quando la persona è ancora fisicamente vigorosa, pieno di verve, piena di umorismo. Si può pensare solo a quello che avrebbe potuto essere.
Quindi una rappresentazione teatrale sull'Alzheimer non potrebbe che essere affrontata con trepidazione, visto che non potrebbe essere altro che deprimente all'estremo.
La meraviglia di Bruce Graham "The Outgoing Tide", una commedia semplice e bella, animata da un cast superbo e diretta con mano ferma da Bud Martin, è tale da farci sorridere, ridacchiare, anche ridere ad alta voce, pur contenendo la tragedia piena e l'inevitabilità di questa malattia.
Vale la pena notare che in nessun momento di "The Outgoing Tide", una produzione Delaware Theatre Company partita Martedì al 59E59 Theaters, si cita la parola "Alzheimer". Questo non ha importanza. E' chiaro fin dall'inizio, nella scena di apertura che inizia sotto tono e diventa rapidamente scioccante, che il grintoso Gunner, un uomo oltre i 70 con il vigore e la grinta di uno più giovane, sta perdendo la mente.
Impregnato di gusto, umorismo e cuore da Peter Strauss, Gunner è un uomo che cerca di riprendere il controllo mentre lo sta perdendo. E così invita il suo figlio adulto, Jack (interpretato sensibilmente da Ian Lithgow) nel suo cottage a Chesapeake Bay, dove vive con la moglie, Peg. La famiglia deve essere insieme perché papà ha un piano. Si potrebbe definire un piano folle. L'ha descritto come il piano più sensato a cui sia mai arrivato.
Peg, la Michael Learned famosa per la performance meravigliosamente naturale in "Una famiglia americana", è una sopravvissuta. Lei è quella che ha mantenuto la loro vita il più normale possibile, facendo gentilmente notare al marito che il motivo per cui non riesce a vedere "Cops" sulla dannata TV è perché non è la TV, è il forno a microonde. E anche Peg ha un piano. Lei vorrebbe trasferire Gunner in una casa di cura prima che sia troppo tardi.
Gunner ha un'idea diversa. E' difficile descrivere il suo piano senza svelare troppo della trama. Ma è straziante vedere come Gunner riordina i suoi ultimi momenti di lucidità in uno sforzo furioso di fare ammenda per gli errori del passato e, infine, occuparsi, ora e per sempre, di coloro che ama.
E mentre lo fa, ci fa desiderare di averlo conosciuto prima. Anche di fronte alla miseria, Gunner ha un bel modo di uscirne con una battuta: "Sei fuori di testa?" gli chiede la moglie durante una disputa su quanto ha pagato per una bottiglia di liquore. "Al momento no", risponde. "Resta qui in giro, non si sa mai". Oppure ascoltiamolo sul tema del suicidio. Peg: "Il suicidio è un peccato mortale!". Gunner: "Anche molestare i bambini - sarò circondato da sacerdoti".
Anche Peg, la cui ferrea concretezza nasconde sottilmente sia un amore ardente per il marito e un forte senso del dovere, può cadere in umorismo nero. Scherza sul fatto che Gunner abbia suggerito una volta un patto omicidio-suicidio, ma lei ha detto no, grazie: "Conoscendolo, lui mi spara e poi dimentica di spararsi".
Quei momenti, come quello di Gunner che ingurgita un liquore costoso, contribuiscono ad alleviare il dolore. Come lo fanno i ricordi di tempi meno complicati, come quando Gunner ha incontrato e sposato Peg. Ma Gunner non ha bisogno di ricordi per ricordare il suo amore per la moglie. Quando lei gli chiede, a un certo punto, chi è (vuole essere sicura che sia concentrato) risponde con una descrizione perfetta e ricca di dettagli, non solo chi è, ma come si sono incontrati e quello che indossava e quanto è lei era bella.
In quei momenti, grandi sentimenti sembrano provenire dal piccolo palco del teatro: grande dolore, grande perdita, grande amore, grande cuore.
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Pubblicato da Jocelyn Noveck / AP in Google Hosted News il 21 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
Foto di Peter Strauss e Michael Learned in The Outgoing Tide (© Matt Urban)
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