I dispositivi di tracciamento GPS, la tecnologia che permette di monitoraggio in tempo reale, sono raccomandati da esperti per abbassare il costo di eventuali ricerche di pazienti affetti da demenza che si sono persi.
Alcuni scienziati discutono, in nuovi articoli pubblicati nel British Medical Journal (BMJ), se possono effettivamente ridurre il rischio di danni o se sono semplicemente soluzioni rapide per soddisfare le esigenze dei caregiver.
Sebbene i localizzatori GPS non siano una cura universale, essi implicano che i pazienti possono esseri ritrovati più velocemente, spiega Rupert McShane, consulente in psichiatria geriatrica all'Oxford Health NHS Foundation Trust. Un rapido recupero riduce il rischio, aggiunge. Il cinquanta per cento di tutti i pazienti di demenza che non si trovano entro un giorno muoiono o sono gravemente feriti. Tuttavia, spesso i caregiver non chiamano per chiedere aiuto subito, sperando di non dover coinvolgere la polizia, se possibile.
Inoltre, il rischio di ricovero in una casa di cura aumenta del doppio, quando una persona con demenza si perde. "E' quindi sorprendente che non ci sia ancora l'attenzione dovuta al modo di ridurre questo problema", dice McShane.
I problemi morali possono essere superati, secondo lo specialista, che ha elencato diversi casi in cui un dispositivo di localizzazione può aiutare a bilanciare sicurezza e autonomia per i pazienti vulnerabili. McShane spiega: "L'evidenza che i pazienti ricevano più libertà una volta che portano un tracciatore è contraddittoria, ma è plausibile e utile constatare che il dispositivo può ridurre il conflitto tra il paziente e il caregiver".
Anche se la privacy è fondamentale, "il desiderio di privacy ed isolamento non deve essere confuso con il perdersi". "E' tempo di andare avanti, e dovremmo iniziare abbandonando il termine 'marcatura', che ha associazioni stigmatizzati", conclude McShane.
Dall'altra parte, Desmond O'Neill, professore di medicina geriatrica al Trinity College di Dublino, ha detto che la cura deve essere centrata sul paziente, invece di cercare soluzioni rapide e convenienti per il caregiver. L'approvazione della 'marcatura' [dotare il paziente di tracciatore GPS] "è stata generalmente chiesta solo dai caregiver formali e informali, mentre l'opinione dei pazienti è rimasta ai margini", ha aggiunto.
In alternativa, richiama l'attenzione su una zona in sviluppo della ricerca sulla tecnologia e la demenza "che ci ha portato ad una serie di tecnologie assistive (ad esempio, i telefoni con foto, lampade, localizzatori di oggetti smarriti) che permettono e supportano realmente una vita indipendente". Egli sostiene che questo metodo positivo e centrato sulla persona dovrebbe essere imposto a chi vagabonda.
O'Neill sottolinea anche che i dispositivi di tracciamento "possono indurre un falso senso di sicurezza" e spiega che gli approcci più tradizionali come i braccialetti di identità "possono essere altrettanto efficaci e meno costosi". Il risparmio è stato citato come obiettivo principale per le forze di polizia coinvolte nella realizzazione di un programma di protezione per i pazienti di demenza nel Regno Unito, secondo O'Neill. Un precedente studio ha dimostrato che la cura per le persone con demenza sta costando fino a 157 miliardi di dollari all'anno negli Stati Uniti, rendendo la demenza più costosa dei trattamenti per le malattie cardiache ed il cancro.
Egli aggiunge che tra le zone del Regno Unito, la pratica sembra essere sempre più comune. O'Neill conclude: "Si tratta di impulso per delineare la politica per una sindrome complessa e comune guidata da efficacia apparente dei costi, e insensibilità etica, oppure possiamo usare questa discussione per rivendicare un approccio centrato sulla persona, che abbraccia la persona con demenza come collaboratore principale in una coalizione di assistenza?".
Pubblicato da Sarah Glynn in Medical News Today (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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