Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Piccolo studio trova sicure e promettenti le trasfusioni di plasma per l'Alzheimer

Piccolo studio trova sicure e promettenti le trasfusioni di plasma per l'AlzheimerI ricercatori della Stanford University hanno segnalato il successo di uno studio clinico di fase iniziale che esaminava la sicurezza, la tollerabilità e la fattibilità di somministrare infusioni di plasma sanguigno proveniente da donatori giovani ai partecipanti con Morbo di Alzheimer (MA) da lieve a moderato.


Ci sono stati anche alcuni segnali che suggerivano miglioramenti nelle condizioni dei partecipanti.


I risultati dell'esperimento PLASMA (Plasma for Alzheimer Symptom Amelioration), sono stati presentati il ​​sabato scorso, 4 novembre, alla 10a Conferenza annuale sugli Esperimenti Clinici di Alzheimer a Boston, da Sharon Sha MD, professoressa associata di neurologia e scienze neurologiche della Stanford e responsabile dell'esperimento.


La Sha ha osservato che scoprire la sicurezza non è stata una sorpresa, dato che le infusioni di plasma sanguigno sono usate da molto tempo per altre indicazioni e sono considerate estremamente sicure. Più sorprendenti, ha affermato, sono stati gli indizi del miglioramento della capacità funzionale rilevato sui riceventi del trattamento: la capacità di eseguire compiti fondamentali essenziali per la vita quotidiana indipendente, come ricordare di prendere i farmaci, di pagare le bollette e preparare i propri pasti.


L'esperimento PLASMA è stato progettato per testare un'ipotesi avanzata da Tony Wyss-Coray PhD, professore di neurologia e scienze neurologiche della Stanford e scienziato senior di ricerca al Veterans Affairs Palo Alto Health Care System, la cui ricerca ha dimostrato che dei fattori nel sangue di topi giovani possono ringiovanire il tessuto cerebrale e migliorare le prestazioni cognitive dei topi vecchi.

 

Occorrono studi più grandi

La Sha, condirettrice del Centro Ricerca Alzheimer della Stanford e direttrice medica dello Stanford Neuroscience Clinical Trials Group, ha avvertito che queste valutazioni sono basate su rapporti dei caregiver e che il numero di partecipanti nello studio (18) è piccolo. Saranno necessari ulteriori studi su un numero maggiore di partecipanti prima di concludere che c'è una reale efficacia, ha detto Sha.


L'esperimento si è svolto all'Ospedale della Stanford ed è stato sponsorizzato da Alkahest, una società di biotecnologie privata con sede a San Carlos, in California. L'Alkahest detiene la proprietà intellettuale associata al regime di trattamento. Wyss-Coray, co-fondatore della società e presidente del comitato consultivo scientifico, continua a lavorare a tempo pieno alla Stanford, ma non era coinvolto nello studio clinico.


L'esperimento è avvenuto in due fasi. Nella prima fase, 9 partecipanti con MA da lieve a moderato hanno ricevuto 4 infusioni settimanali di plasma, la parte liquida e priva di cellule del sangue, ottenuta dai donatori di 18-30 anni o di placebo (soluzione salina). Né i partecipanti né quelli che facevano le trasfusioni sapevano quale delle due infusioni stava ricevendo un determinato partecipante. Poi, dopo un periodo di 'lavaggio' di sei settimane, i regimi sono stati invertiti: quelli che ricevevano inizialmente il plasma hanno ottenuto quattro infusioni settimanali di placebo e viceversa.


"Questi partecipanti sono diventati i controlli di loro stessi", ha detto la Sha. Sono stati eseguiti diversi test e questionari per accertare l'umore, la cognizione e le capacità funzionali sia dei partecipanti che dei loro caregiver prima e dopo entrambi i periodi di trasfusione. Il tempo totale passato tra la prima e l'ultima visita di un partecipante, incluso uno screening preliminare e una visita finale, è stato quasi di sei mesi. I partecipanti hanno dovuto fare quasi una dozzina di viaggi a Stanford, accompagnati dai loro caregiver.


Allora, per ridurre il carico di viaggi, gli investigatori hanno deciso di modificare il progetto per il secondo gruppo di nove partecipanti. Questi nuovi arrivati ​​hanno ricevuto infusioni al plasma ottenuto da donatori giovani, e lo sapevano loro, i caregiver, nonché chi amministrava il trattamento. Questa modifica ha tagliato il tempo tra la prima e l'ultima visita a 10-12 settimane per il secondo gruppo di partecipanti e ha richiesto un minor numero di viaggi. Questi partecipanti, come il primo gruppo, si sono sottoposti alla batteria piena di esami dell'umore, della cognizione e delle capacità funzionali.


Si è verificato solo un singolo caso leggero di evento avverso legato al test: eccessivo prurito. La Sha ha detto che questo non era del tutto imprevisto, in quanto può emergere come effetto collaterale dell'infusione di qualsiasi prodotto ematico. Un altro partecipante ha avuto un ictus, ma questo era considerato non correlato al trattamento; il partecipante aveva ricevuto solo quattro trasfusioni di soluzione salina e, inoltre, aveva subito l'ictus alla fine del periodo successivo di lavaggio durante il quale non venivano somministrate infusioni di alcun tipo.

 

Miglioramenti nell'abilità funzionale

Un'analisi delle valutazioni alla fine del trattamento di tutti i partecipanti non ha mostrato cambiamenti significativi nell'umore dei partecipanti o nei loro risultati sui test della cognizione che comportano compiti come memorizzare elenchi o ricordare eventi recenti, ha detto la Sha. Questo tipo di cambiamenti di solito si osservano solo in studi clinici con durate superiori a un anno, ha aggiunto, quindi l'assenza di un effetto qui non era particolarmente imprevisto.


Ma 2 valutazioni diverse su 3 delle capacità funzionali, hanno mostrato un miglioramento statisticamente significativo dei partecipanti, nonostante le piccole dimensioni dell'esperimento. "Questo mi ha sorpreso", ha detto la Sha. "Il test non era concepito per mostrare efficacia".


In un primo momento, gli investigatori hanno sospettato che la relazione sui miglioramenti dell'abilità funzionale avrebbe potuto essere stata guidata dal secondo gruppo di partecipanti che, insieme ai loro caregiver e agli stessi investigatori, sapevano che stavano ottenendo il plasma; questo avrebbe forse potuto predisporre i caregiver a rapporti ottimisti.


Ma l'esame dei dati ha indicato che, al contrario, è stato il primo gruppo di partecipanti - che non avevano idea se stavano ricevendo plasma o placebo - ad aver mostrato il miglioramento più grande della capacità funzionale dopo aver ricevuto le infusioni al plasma. "Il nostro entusiasmo per questi risultati deve essere temperato dal fatto che si trattava di un piccolo studio", ha detto la Sha. "Ma questi risultati giustificano certamente ulteriori studi".


La Alkahest ha dichiarato in un comunicato stampa che, in base al profilo di sicurezza e ai segnali di efficacia visti nell'esperimento PLASMA, prevede di avanzare verso lo sviluppo clinico di un prodotto derivato dal plasma, di nuova generazione, per il trattamento di MA da lieve a moderato.


"Sono elettrizzato dal vedere che le ripetute infusioni di plasma agli anziani con MA sono sicure e che possiamo andare avanti verso studi più grandi"
, ha detto Wyss-Coray. "Ma sono anche abbastanza realista da sapere che è molto facile curare le malattie nei piccoli animali e un milione di volte più difficile nell'uomo".

 

 

 


Fonte: Bruce Goldman in Stanford University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)