Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Maggioranza degli anziani con demenza probabilmente non sa di averla

Maggioranza degli anziani con demenza probabilmente non sa di averlaQuasi il 60% dei pazienti con probabile demenza dello studio non erano consapevoli di aver avuto il test, oppure non erano mai stati esaminati.Un'analisi effettuata alla Johns Hopkins University, delle informazioni raccolte per uno studio continuo sull'invecchiamento e sulla disabilità, aggiunge altre evidenze che la maggior parte degli anziani statunitensi con probabile demenza non ha mai avuto la diagnosi professionale o non è consapevole di essersi sottoposta a test.


Lo studio è stato pubblicato sul Journal of General Internal Medicine. La maggior parte dei risultati, dicono i ricercatori, conferma stime simili precedenti, ma le visite a un medico o a una clinica senza accompagnamento sono emerse come un nuovo fattore di rischio della mancanza di diagnosi formale o della consapevolezza della diagnosi.


"C'è un'enorme popolazione là fuori che vive con una demenza senza saperlo", dice Halima Amjad MD/MPH, assistente professore di medicina alla Johns Hopkins University e prima autrice dello studio. "Le implicazioni sono potenzialmente profonde per pianificare e fornire l'assistenza sanitaria, per la comunicazione medico-paziente e molto altro".


Nel complesso, la Amjad afferma: "Se la demenza è meno grave e le persone sono in grado di svolgere le attività quotidiane in modo indipendente, i sintomi di perdita cognitiva sono più probabilmente mascherati, specialmente per i pazienti che vanno dal medico senza un familiare o un amico, che può essere più consapevole dei sintomi del paziente".


Si stima che 5,7 milioni di persone negli Stati Uniti vivano con una demenza, secondo l'Alzheimer's Association, ma solo la metà di queste ha una diagnosi ufficiale documentata da un medico. La diagnosi tempestiva è importante per mantenere o migliorare la salute e per pianificare l'assistenza, dice la Amjad, quindi è importante identificare quali popolazioni hanno meno probabilità di essere diagnosticate o meno probabilità di essere a conoscenza della loro diagnosi.


Basandosi su ricerche precedenti, che identificavano le attività e le condizioni di vita legate alla diagnosi di demenza, la Amjad ha cercato questa volta di individuare le popolazioni a rischio a livello nazionale.


Lei e il gruppo di ricerca hanno tratto i dati dallo studio National Health and Aging Trends, uno studio continuo sui destinatari di Medicare [assicurazione sanitaria pubblica in USA] over-65 e hanno selezionato quelli che rientravano nei criteri per la demenza probabile nel 2011 e avevano tre anni di richieste continue di assistenza Medicare a pagamento prima del 2011. Queste ultime informazioni hanno aiutato i ricercatori a determinare se i medici dei partecipanti avessero fatturato la diagnosi e/o le cure per la demenza.


Il gruppo di ricerca ha identificato 585 di tali adulti e ha esaminato dati demografici, come il livello più alto di istruzione raggiunto, la razza / etnia e il reddito, nonché se i partecipanti erano in grado di svolgere attività come fare il bucato, fare shopping o cucinare da soli.


Tra chi aveva una probabile demenza, si è determinato che il 39,5% non aveva una diagnosi, il 19,2% era inconsapevole della diagnosi, per un totale del 58,7%. I partecipanti che erano ispanici, avevano meno istruzione scolastica superiore, frequentavano visite mediche da soli o erano ritenuti più capaci di svolgere attività quotidiane, avevano maggiori probabilità di essere diagnosticati.


In particolare, quelli con almeno un'istruzione superiore avevano una probabilità inferiore del 46% di non essere diagnosticati rispetto a quelli che avevano meno istruzione; e quelli che hanno partecipato a visite mediche da soli avevano il doppio delle probabilità di non essere diagnosticati rispetto a quelli che erano stati accompagnati.


I partecipanti che sono stati diagnosticati ma non consapevoli della loro diagnosi avevano meno istruzione, andavano più spesso alle visite da soli e avevano meno problemi funzionali. Quelli con almeno un'istruzione di scuola superiore avevano una probabilità inferiore del 58% di non essere consapevoli rispetto a quelli che avevano meno istruzione. Coloro che hanno partecipato a visite mediche da soli erano circa il doppio delle persone che non erano a conoscenza di quelli che erano stati accompagnati. Ogni perdita di attività diminuiva la probabilità di non essere a conoscenza della diagnosi del 28%.


Anche se la Amjad ammette che lo studio è limitato dall'auto-dichiarazione potenzialmente inesatta delle diagnosi di demenza, da possibili discrepanze tra la documentazione medica e i codici di fatturazione, e dall'uso di dati vecchi, lei dice che i risultati aiuteranno probabilmente i medici ad essere più attenti alle persone che potrebbero aver bisogno di un esame più profondo.


"Ci sono sottogruppi di persone su cui i medici possono concentrarsi quando implementano uno screening cognitivo, come le minoranze, quelli con livelli di istruzione inferiori e quelli che entrano da soli", dice la Amjad, che in seguito intende studiare se la documentazione di una diagnosi di demenza è significativa quando pazienti e familiari non capiscono cosa significa una diagnosi.

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins Medicine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Halima Amjad, David L. Roth, Orla C. Sheehan, Constantine G. Lyketsos, Jennifer L. Wolff, Quincy M. Samus. Underdiagnosis of Dementia: an Observational Study of Patterns in Diagnosis and Awareness in US Older Adults. Journal of General Internal Medicine, July 2018, Vol 33/7, pp 1131–1138. DOI: 10.1007/s11606-018-4377-y

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.