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In USA 200mila prigionieri con demenza entro 10 anni: molti non sanno nemmeno perché sono dentro

I funzionari delle carceri USA si stanno preparando a uno tsunami d'argento che inonderà gli istituti penitenziari con prigionieri anziani e spesso vulnerabili.


Come il resto della popolazione degli USA, la popolazione carceraria sta invecchiando rapidamente. Il Census Bureau prevede che entro il 2030 gli over-55 rappresenteranno quasi un terzo di tutte le persone incarcerate. Ciò significa che le carceri americane ospiteranno fino a 400.000 prigionieri anziani, circa la stessa popolazione di New Orleans, che rappresenta quasi un raddoppio del numero dei detenuti anziani attualmente dietro le sbarre.


Prendersi cura di questi prigionieri anziani affetti da fragilità fisica e mentale creerà sfide significative per le carceri.


In qualità di esperta in materia di diritti umani ed ex commissario della Sentencing Commission della Pennsylvania, sono preoccupata del sovraccarico che questo pone su carceri già stressate, ma anche del costo per la dignità umana. Inoltre, la mia ricerca suggerisce che tenere dentro indefinitamente una persona che non capisce il motivo, può violare il divieto della Costituzione USA di pene crudeli e inusuali.

 

Morire dietro le sbarre

Il grande invecchiamento della popolazione carceraria degli USA è il risultato diretto delle politiche 'dure contro il crimine' degli anni '80 e '90, quando le leggi sul terzo reato e l'ergastolo obbligatorio, senza possibilità di libertà condizionale, ha condannato molti a morire dietro le sbarre.


Il Federal Bureau of Prisons spende circa US $ 881 milioni all'anno per prendersi cura degli anziani sotto la sua custodia. La Pennsylvania, il mio stato natale, spende $ 3.2 milioni di farmaci per questa popolazione ogni mese.


Parte di ciò che sta guidando questo costo è la spesa per l'assistenza alle persone con gravi condizioni di salute, in particolare quelli con demenza. L'anno scorso, il governo federale ha aperto la prima unità dedicata esclusivamente alla cura dei detenuti con demenza. L'unità è composta da infermieri, guardie carcerarie e altri detenuti che ricevono una formazione specifica per aiutarli a prendersi cura di chi ha l'Alzheimer o altra demenza.


La sfida di prendersi cura di questa popolazione non farà che aggravarsi, perché è in crescita. Se le stime dei ricercatori sono corrette, entro la fine di questo decennio da 70.341 a 211.020 individui anziani della popolazione carceraria avranno la demenza. La maggior parte sarà incapace di svolgere le normali attività della vita quotidiana e alla fine richiede cure infermieristiche 24 ore su 24.

 

Crudeltà insolita

Le finanze non sono l'unica preoccupazione riguardo questa popolazione carceraria anziana. C'è anche il costo della dignità umana. L'Ottavo Emendamento della Costituzione USA proclama questo principio mettendo fuori legge le punizioni crudeli e inusuali. Per giustificare la punizione, l'Ottavo Emendamento richiede che ci sia uno scopo penologico, come punizione, riabilitazione o deterrenza.


Casi recenti della Corte suprema USA suggeriscono che non c'è alcuna giustificazione a tenere incarcerati quelli con demenza per un tempo indefinito. In febbraio 2019, il tribunale di Madison contro l'Alabama (incentrato intorno a un prigioniero che ha sviluppato demenza grave dopo una serie di ictus) ha stabilito che è incostituzionale l'esecuzione di una persona che non riesce a capire razionalmente la sua condanna a morte, perché non ha alcuno scopo punitivo.


Il ragionamento dietro questa sentenza è vecchio di secoli. Risale alla fondazione degli USA il principio che chi ha una capacità mentale limitata ha il diritto di speciali protezioni nel contesto criminale. Sir William Blackstone, rinomato giurista inglese del 18° secolo, i cui commenti sulla legge comune inglese hanno profondamente influenzato i padri fondatori degli USA, credeva che fosse crudele e inusuale giustiziare una persona che mancava della capacità mentale.


Come avrebbe poi fatto eco la Corte Suprema USA, Blackstone ragionava che 'furiosus solo furore punitur', la follia è in sè stessa il castigo. Vivere con la demenza può anche essere sentito come una punizione. Le persone con demenza soffrono la perdita graduale e irreversibile della memoria, del giudizio, del funzionamento quotidiano e della salute.


Gli effetti della malattia sono aggravati dall'incarcerazione. A causa delle loro disabilità profonde, le persone con demenza sono a volte incapaci di capire che sono in una prigione, e tanto meno perché. I prigionieri anziani con demenza hanno anche un rischio più alto di vittimizzazione, violenza sessuale e bullismo da parte di altri prigionieri.


Inoltre, poiché faticano a comprendere e seguire le regole della prigione, hanno anche più probabilità di essere sottoposti a punizioni severe durante la detenzione. Alcuni sono puniti con l'isolamento, che degrada ulteriormente la loro salute fisica e mentale.

 

Vita e morte

Mentre Madison vs Alabama ha affrontato le condanne a morte, un caso del 2012 alla Corte Suprema USA provvede un precedente alla conclusione che le decisioni dei giudici possano essere estese a vita senza possibilità di libertà condizionale. In Miller v. Alabama, il giudice ha confrontato l'ergastolo a una condanna a morte, perché “rinnega complessivamente l'ideale riabilitativo”.


In altre parole, entrambe le sentenze ottengono il risultato che il condannato non ha la possibilità di redimersi. Mentre la corte aveva suggerito in precedenza casi che la pena di morte è in una categoria tutta sua, nella Miller ha suggerito che l'ergastolo “condivide alcune caratteristiche delle condanne a morte non condivise da altre sentenze”.


Inoltre, quando si tratta di detenuti con demenza, l'ergastolo non può essere giustificato come deterrente. In poche parole, come può una persona regolare il suo comportamento per evitare la punizione, se non capisce che la punizione è una conseguenza delle sue cattive azioni?


Forzare quelli che non riescono a capire la loro punizione a vivere il resto dei loro giorni dietro le sbarre sembra essere esattamente il tipo di punizione eccessiva e crudele da cui aveva lo scopo di proteggere l'Ottavo Emendamento. Con l'aumento della popolazione carceraria di anziani, la società potrebbe dover riconsiderare le conseguenze nel mondo reale delle sentenze di ergastolo senza libertà condizionale.


A mio avviso, il costo è troppo alto, sia per i contribuenti che per la nostra dignità umana basilare.

 

 

 


Fonte: Rachel Lopez (prof.ssa di diritto, Drexel University) in The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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