Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Giornata Mondiale Alzheimer: passare da desiderio / preghiera a speranza / un piano

Brain processes

Nel 2013, più di un centinaio di scienziati di 36 paesi hanno invitato i governi delle nazioni altamente industrializzate a rendere la prevenzione della demenza uno dei loro principali obiettivi sanitari.


Quasi dieci anni più tardi nessuna delle nazioni del G8 di allora l'ha fatto, nonostante il ritmo crescente di forti evidenze che le misure di protezione e i passi per ridurre il rischio sono efficaci nel ritardare l'insorgenza della demenza e, in alcuni casi, impedirla.


L'Economist lo ha dichiarato in modo inequivocabile: la demenza è un'emergenza globale e i governi devono agire ora. Milioni di famiglie meritano una informazione migliore e un'azione più rapida.


Fissare l'obiettivo nazionale di ridurre il numero di persone che sviluppano il morbo di Alzheimer (MA) e le altre forme di demenza, e mettere in atto un piano responsabile per raggiungere questo obiettivo, dovrebbe essere una priorità assoluta per il prossimo Presidente degli Stati Uniti e per il 117° Congresso.


Non riuscire ad agire equivale ad imprudenza di bilancio e a razzismo sanitario.


Il sistema Medicaid (leggi: i bilanci statali) pagano una parte significativa della legge nazionale sull'assistenza a lungo termine, secondo solo alla spesa individuale diretta. Un ritardo anche solo di cinque anni nell'insorgenza della demenza entro il 2025 ridurrebbe il totale dei pagamenti di assistenza sanitaria del 33% e quelli diretti sostenuti dalle famiglie del 44% nel 2050.


Inoltre, senza azione, latini e neri americani negli Stati Uniti avranno i maggiori incrementi nel MA e nelle demenze correlate tra il 2015 e il 2060. Già ora le comunità di colore hanno una quota sproporzionatamente alta di rischio.


Solo nel 2020, tre importanti studi hanno aumentato la crescente evidenza che la prevenzione può essere possibile. La Commissione Lancet su Intervento, Prevenzione e Assistenza ha riferito che fino al 40% dei casi di demenza potrebbe essere ritardato o impedito modificando 12 fattori di rischio: scarsa istruzione, ipertensione, disturbi dell'udito, fumo, obesità, depressione, inattività fisica, diabete, contatto sociale carente, eccesso di alcol, trauma cranico, e inquinamento atmosferico.


Un'altra grande revisione sistematica di più di 395 studi ha identificato un totale di 21 proposte basate sull'evidenza che possono essere usate nelle pratiche di tutta la vita per prevenire il MA, e uno studio supportato dai NIH ha concluso che la combinazione di stili di vita più salutari è associata con un rischio più basso del 60% di MA.


Questi e centinaia di altri studi negli ultimi dieci anni dimostrano che ci sono cose che gli individui, le comunità e i sistemi sanitari pubblici possono fare ora, cose che fanno bene alla salute generale e hanno un impatto positivo non solo sulla demenza, ma anche in altre condizioni concomitanti come diabete, ipertensione e obesità.


Inoltre, affrontare i fattori di rischio noti richiede di ripianare le disparità sanitarie. Le comunità carenti di risorse, con un rischio più alto di demenza, sono ulteriormente svantaggiate dalle soluzioni, a causa di profonde disuguaglianze in materia di istruzione, interventi dietetici e di attività fisica, e di accesso ai servizi sanitari.


Sì, sono necessarie più evidenze, particolarmente concentrate sulle persone di colore. E dovremmo finanziare più ricerca sui fattori di salute, ambientali e di stile di vita che possono contribuire al MA e alle altre demenze, nonché sulle applicazioni pratiche atte ad affrontarle. Allo stesso tempo, è anche vero che esiste un terreno abbastanza solido da meritare un'attenzione alla prevenzione e agli interventi clinici basati su evidenze oggi.


Sì, si stanno compiendo progressi sui farmaci, con la possibilità di nuovi trattamenti all'orizzonte. Ed è anche vero che nessun trattamento sarà una pillola magica.


Sconfiggere il MA e le altre forme di demenza una volta per tutte significherà sia prevenirlo che curarlo.


Più di 120 organizzazioni ed esperti (che comprendono American Heart Association, YMCA of the USA, AARP, UnidosUS, National Kidney Foundation, HADASSAH e Milken Institute) ora sono uniti in un nuovo sforzo sull'obiettivo nazionale di prevenzione della demenza, che si propone di ridurre la prevalenza entro il 2030.


Un Consiglio Federale Consultivo su Ricerca, Assistenza e Servizi di Alzheimer ha raccomandato di recente che il suo lavoro includa lo sviluppo dell'obiettivo nazionale di ridurre l'onere dei fattori di rischio per prevenire o ritardare l'insorgenza del MA e delle demenze correlate. Questa è una buona notizia, e lo sforzo dovrebbe essere elevato e sostenuto.


Senza un piano, più di 82 milioni di persone in tutto il mondo avranno la demenza nel 2030. Nessuno può permettersi di aspettare un altro decennio perché i capi di governo agiscano.

 

 

 


Fonte: Kelly O'Brien in USAgainstAlzheimer's (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.