Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quanto influisce l'invecchiamento sull'acuità mentale? È opinabile

elderly man crosswords Image by freepik.com

Di recente mi sono sentito sprofondare mentre guidavo verso la clinica in cui mi sono specializzato in medicina geriatrica quando ho sentito un giovane presentatore radiofonico riferirsi agli anziani come 'strambi', un peggiorativo di 'stravaganti'. Come medico che ha ampiamente studiato per oltre 30 anni l'invecchiamento e le malattie legate all'età, questo per me è espressione di ageismo.


La freddura ha immediatamente sottolineato la facilità con cui la società considera l'età come unica misura del funzionamento di una persona, piuttosto che la sua capacità di pensare chiaramente, prendere decisioni ed eseguire i compiti quotidiani.

 

Invecchiamento e acuità mentale

La tensione tra età e funzione c'è sicuramente stata sul palcoscenico mondiale della campagna presidenziale degli Stati Uniti del 2024. Prima del ritiro di Joe Biden dal processo elettorale lo scorso luglio, un giornalista di una rivista nazionale ha chiesto il mio parere di esperto se uno o entrambi i candidati presidenziali avessero mostrato segni di demenza.


La mia risposta è stata che non posso determinarlo in assenza di test neuropsichiatrici, alcuni test di laboratorio e una valutazione geriatrica completa. Questa valutazione misura la salute fisica e mentale del paziente e valuta la sua capacità di svolgere compiti quotidiani e vivere in modo indipendente.


Il giornalista ha quindi chiesto se le persone anziane possono essere più suscettibili agli effetti della fatica, dello stress e di altre pressioni psicologiche che si potrebbero riflettere in prestazioni verbali alterate. La mia risposta è stata sì, e ho citato esempi di come un cervello che invecchia sotto pressione può perdere il filo del pensiero o avere pause eccessivamente lunghe o argomentare in modo disconnesso.


Inoltre, la capacità dei nostri organi di autoregolarsi e mantenere la stabilità, nota come omeostasi, declina con l'età. In altre parole, il nostro corpo non si riprende da situazioni stressanti come quando era più giovane. Ad esempio, una persona anziana può richiedere due o tre volte più tempo per riprendersi dal jet lag rispetto a una persona di mezza età.

 

L'enigma del cervello che invecchia

Mentre ogni organo invecchia a tassi diversi, i gerontologi possono ora stimare in modo più accurato in che modo l'età biologica di una persona può differire dalla sua età cronologica. L'età biologica rappresenta il profilo fisiologico, biochimico o molecolare che cambia con l'età. Il tasso di questo cambiamento può essere più lento o più veloce, dipendendo in qualche modo dalla genetica, ma principalmente dallo stile di vita e dai fattori ambientali.


I risultati sono spesso sorprendenti. Uno studio del 2021 suggerisce che quasi la metà dei partecipanti 38enni aveva fino di 5 anni in più di età biologica rispetto all'età reale/cronologica, mentre l'altra metà era più giovane di cinque anni. Ma in generale, in assenza di malattie neurodegenerative, il cervello che invecchia funziona bene. La ricerca mostra cambiamenti sia buoni che meno buoni; i cambiamenti buoni includono adattamenti come nuove strategie di apprendimento, tipo prendere note per aumentare la memoria.


Tra i cambiamenti meno desiderabili possono esserci tempi di reazione più lunghi e una ridotta elaborazione delle informazioni; in altre parole, con l'età, potrebbe essere richiesto più tempo per completare un'attività. Alcuni anziani possono anche perdere l'udito per le alte frequenze e perdere alcuni punti nella conversazione, specialmente in un ambiente affollato. Ma la maggior parte di questi cambiamenti sono sottili e in realtà non limitano l'apprendimento e la funzione esecutiva, cioè la capacità di stabilire e raggiungere obiettivi, risolvere problemi, regolare le emozioni e funzionare normalmente in generale.


Tuttavia, i ricercatori stanno iniziando a riconoscere una 'terra di nessuno' tra l'invecchiamento del cervello normale e le malattie del cervello. Ad esempio, i cali di memoria periodici possono essere considerati lieve compromissione cognitiva, che può rappresentare un bivio sulla strada, con metà di queste situazioni che avanza verso la demenza e l'altra metà migliora o non peggiora. Attraverso un adeguato controllo della pressione sanguigna, esercizio fisico regolare e impegno cognitivo, molte persone mostrano miglioramenti.

 

Fragilità cognitiva

La fragilità fisica è caratterizzata principalmente da lentezza, debolezza e affaticamento. Ma ciò che ora viene chiamata 'fragilità cognitiva' riguarda l'aumento della sensibilità ai fattori di stress e una minore capacità di riprendersi dallo stress fisico o mentale. Sebbene la fragilità cognitiva non sia demenza, è un potenziale precursore della demenza, quando i pazienti presentano cambiamenti cognitivi sottili ma dimostrabili.


Questa è un'area che molti medici, anche quelli che lavorano sul campo ogni giorno, non comprendono appieno. Molti di loro non scavano abbastanza in profondità in quei sottili cambiamenti espressi dai pazienti anziani. In effetti, uno studio ha scoperto che i medici delle cure primarie in aree rurali sottostimano la demenza tra i loro pazienti.


L'assistenza primaria manca di individuare a sufficienza i disturbi cognitivi. Inoltre, l'assicurazione sanitaria pubblica in USA non ha ancora un codice diagnostico per la fragilità cognitiva. Ecco perché i sostenitori dell'ottimizzazione dell'assistenza sanitaria negli anziani stanno promuovendo l'uso di routine delle 4M geriatriche nella pratica clinica per tutti gli over-65: farmaci (Medication), attività mentale (Mentation), Mobilità e quello che è importante (what Matters).


La mentation si riferisce alla mente, mentre ciò che conta ha a che fare con ciò che conta di più per gli anziani. Ciò include eseguire almeno un esame annuale per la demenza e cercare regolarmente segni della depressione che può precedere la demenza.

 

Cose che puoi fare

Forse la domanda più importante: cosa possiamo fare tutti per proteggere il cervello e il corpo dagli effetti negativi dell'invecchiamento e delle malattie man mano che invecchiamo? L'attività fisica, la stimolazione cognitiva e il controllo della pressione sanguigna sono gli interventi chiave per prevenire la forma più comune del MA.


La ricerca suggerisce che la dieta mediterranea con poca carne o le diete indiane asiatiche, con spezie come la curcuma, sono tamponi contro l'invecchiamento del cervello. Un concetto emergente di geriatria è che rallentare o invertire l'invecchiamento può eludere la demenza e altre malattie. I metodi attuali per rallentare l'invecchiamento includono l'esercizio fisico e la restrizione calorica o il digiuno. Altri ancora stanno guardando verso integratori orali o medicinali alternativi.


Mentre la vecchiaia stessa non dovrebbe essere un fattore per limitare il servizio delle persone agli altri, ex presidenti e senatori hanno mostrato segni di compromissione cognitiva e fragilità durante il mandato. La discussione nazionale sull'acuità mentale del presidente Biden e dell'ex presidente e candidato alla presidenza Donald Trump, può essere un catalizzatore per promuovere una conversazione più ampia sull'invecchiamento, la disfunzione cognitiva e la demenza, nonché su ciò che ognuno di noi può fare per ridurre la probabilità di sviluppare problemi cognitivi in tarda età.

 

 

 


Fonte: Donald Jurivich, docente di geriatria, Università del Nord Dakota

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.