E' l'anno 2025 e sembra un miracolo che ricorda il discorso "Andiamo sulla Luna" di John F. Kennedy.
E' stata recentemente scoperta una cura multi-modalità per l'Alzheimer, approvata urgentemente dalla FDA.
Non solo prevenzione (anche se questo è accaduto prima, nel 2020), ma le innovazioni scientifiche e tecnologiche hanno effettivamente reso possibile invertire la malattia.
Solo dieci anni prima, nel 2015, le statistiche erano allarmanti e avevano delineato il potenziale di una pandemia globale di proporzioni catastrofiche. Era il lato oscuro del fatto che la speranza media di vita era salita alle stelle, dai 47 anni dell'inizio del 20° secolo ai 78 anni della fine di quel secolo.
La metà di tutte le persone over-85, il segmento della popolazione con la crescita più rapida, aveva una qualche forma di demenza. Secondo uno studio Age Wave/Merrill Lynch del 2014 dal titolo "Salute e pensione: pianificare il Grande Ignoto", per la prima volta le persone di tutte le età hanno citato l'Alzheimer come la più spaventosa di tutte le malattie invalidanti nella vita futura. In effetti è stata citata più spesso di cancro, malattie cardiache, ictus e diabete sommate.
E per una buona ragione. In quel momento non si sapeva nemmeno la causa della malattia e tanto meno come rallentarla, prevenirla o curarla. E per i malati la progressione della malattia peggiorava nel corso del tempo fino a quando svaniva la memoria e il giudizio, seguito da vasti cambiamenti di umore e comportamento, e, infine, le vittime della demenza non avevano la capacità di prendersi cura di se stesse nel modo più basilare.
Eppure molti spesso vivevano fino a 20 anni dopo la diagnosi ... una condanna a vita, sia per le vittime che per le loro famiglie. Le proiezioni per il futuro erano impressionanti: entro il 2050, più di 115 milioni di persone in tutto il mondo avrebbero dovuto essere affette da Alzheimer e da altre forme di demenza.
Ma siamo entrati rapidamente nel futuro, quando ci siamo svegliati da quell'incubo con una cura che combina terapie avanzate di cellule staminali, prodotti farmaceutici di precisione, stimolazione trans-cranica a corrente diretta e un regime di vita altamente specifico.
I risultati sono stati fenomenali. Improvvisamente gli anziani con cognizione alterata, che vivevano in strutture di assistenza a lungo termine o in casa con caregiving giorno e notte, hanno potuto non solo tornare a vivere con dignità, ma a riconquistare la loro capacità di ricordare, pensare e avere di nuovo una vita attiva. E ha trasformato il modo in cui ognuno pensa all'invecchiamento e al potenziale degli ultimi anni di vita.
Con la fine dell'Alzheimer, il mondo è cambiato per noi in modi molto significativi:
- Si sono svuotati più della metà dei letti nelle case di cura, salvando centinaia di miliardi di dollari per le famiglie e i governi di tutto il mondo.
- A decine di milioni di caregiver sono state tolte le catene delle cure fisiche, emotive e finanziarie fornite ai propri cari affetti dalla malattia. E la salute di questi caregiver è migliorata notevolmente, dando loro una seconda possibilità di vita.
- I fondi per la ricerca volti a trovare una cura per l'Alzheimer e le altre forme di demenza possono ora essere incanalati nella ricerca di una soluzione per altre malattie.
- Milioni di persone guarite dall'Alzheimer sono ormai uscite dall'ombra per vivere in modo indipendente, come parte amorevole e interdipendente delle loro famiglie, e trovano il modo di essere produttivi, contribuendo con la loro saggezza ed esperienza alle loro comunità e alla società in generale.
- E' stata ora eliminata la paura di vivere una lunga vita, ma di essere colpiti dall'Alzheimer. Ci ha permesso di pensare al futuro attraverso il prisma delle possibilità che potrebbero includere il lavoro, il restituire, il tempo con la famiglia e gli amici e la possibilità di rimanere attivi, impegnati e produttivi.
Naturalmente, questo non è ancora successo perché siamo qui nel 2015, ipotizzando sul futuro. Tuttavia, molti condividono la speranza e stanno lavorando sodo per trasformare questa speranza in realtà: che una delle paure più grandi dell'invecchiamento (l'Alzheimer e le altre demenze) possa essere pensata come una cosa del passato entro il 2025.
Fonte: Maddy Dychtwald in Wall Street Journal (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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