Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo biomarcatore del CSF può prevedere e diagnosticare l'Alzheimer

Uno studio longitudinale ha confermato che la neurogranina nel liquido cerebrospinale (CSF) può essere potenzialmente un biomarcatore innovativo della disfunzione sinaptica nell'Alzheimer (AD).


Ancora meglio, i livelli di neurogranina nel CSF sembrano avere un valore prognostico, oltre che diagnostico, hanno riferito Maartje I. Kester MD/PhD e i colleghi della VU University di Amsterdam, online su JAMANeurology.


Lo studio dimostra che l'innalzamento della neurogranina, osservato nei pazienti con Alzheimer, ma non nei controlli cognitivamente normali, prevede la progressione dal lieve decadimento cognitivo (MCI) all'AD, secondo i ricercatori.


"Oltre ai 'biomarcatori fondamentali del CSF' (amiloide-beta 42, tau totale e P-tau) il livello della neurogranina potrebbe aggiungere valore perché è il riflesso di un processo fisiopatologico che è direttamente correlato ai cambiamenti cognitivi, come la funzione delle sinapsi" ha detto Kester.


È anche emerso che i livelli di neurogranina sono più alti nei pazienti con MCI che progrediscono a AD che nei pazienti con MCI che rimangono stabili.


Inoltre, la neurogranina può riflettere una disfunzione o perdita sinaptica presintomatica, ha detto Kester, sottolineando che il modello misto di analisi ha dimostrato che i livelli di neurogranina della persona aumentano nel corso del tempo nei soggetti cognitivamente normali (media 90 pg/mL per anno; p<0,05), ma non nei pazienti con MCI o AD.


"Questo modello è coerente con l'idea che i cambiamenti sinaptici si verificano principalmente nelle prime fasi del continuum AD, anche prima della fase di MCI", ha detto Kester. "Il livello di neurogranina potrebbe essere un marcatore più specifico dei cambiamenti patologici che portano al deterioramento cognitivo perché rappresenta il processo più specifico, e potenzialmente precoce, di perdita delle sinapsi. È importante sottolineare che esso riflette un meccanismo che potrebbe essere utile negli studi di trattamento per monitorare gli effetti dei farmaci sull'integrità sinaptica".


I ricercatori ritengono che siano necessari ulteriori studi per confermare i risultati e per chiarire se la neurogranina riflette anche i cambiamenti sinaptici in altre malattie neurodegenerative.


La coorte dello studio di 163 pazienti consecutivi (1995-2010), che hanno subito due punture lombari dall'Amsterdam Dementia Cohort in una clinica della memoria, comprendeva:

  • 37 pazienti cognitivamente normali (media 64 anni, 38% donne, e punteggio medio Mini-Mental State Examination [MMSE] di 28);
  • 61 pazienti con MCI (media 68 anni, 38% donne, e MMSE medio di 27);
  • 65 pazienti con AD (media 65 anni, 45% donne, e MMSE medio di 22).


L'intervallo medio tra le punture lombari è stato di 2 anni, e la durata media del follow-up cognitivo è stata di 3,8 anni. Le misure dei livelli di neurogranina nel CSF sono state ottenute in Gennaio e Febbraio 2014. L'analisi del valore basale di neurogranina nel liquido cerebrospinale evidenzia che essa è:

  • Più alta nei pazienti con AD (mediana 2381 pg/ml) rispetto a partecipanti cognitivamente normali (mediana 1.712 pg/ml, P=0.04);
  • Altamente correlata con la tau totale e la tau fosforilata a treonina 181 in tutti i gruppi di pazienti (tutti p<0,001), ma non con l'amiloide-beta-42;
  • Maggiore nei pazienti con MCI che sono passati all'AD (mediana 2842 pg/ml) rispetto a quelli con MCI stabile (mediana 1.752 pg/ml) (p=0.004);
  • Predittiva di progressione da MCI a AD (hazard ratio 1.8, 95% CI 1,1-2,9).


Henrik Zetterberg MD/PhD, e Kaj Blennow MD/PhD, dell'Università di Göteborg in Svezia, hanno scritto in un editoriale di accompagnamento che i marcatori affidabili della perdita dendritica sarebbero un'aggiunta molto preziosa alla batteria di strumenti biomarcatori nella diagnostica di AD. Tali biomarcatori potrebbero anche essere utili negli studi clinici di farmaci candidati.


Zetterberg e Blennow notano che la neurogranina, una proteina dendritica specifica dei neuroni, si esprime soprattutto nella corteccia e nell'ippocampo e ha un ruolo fondamentale nella plasticità sinaptica. "In conclusione, ora sappiamo da diversi studi indipendenti che la neurogranina del CSF è davvero un biomarcatore CSF promettente per l'AD".

 

********
Il finanziamento per questo studio è stato fornito da Alzheimer Nederland, Stichting Dioraphte e dal National Institute on Aging. Gli autori dello studio hanno comunicato di avere rapporti finanziari con Boehringer Ingelheim, Fujirebio, Roche, Euroimmun, IBL International, Invitrogen, Mesoscale Discovery, Shire, Probiodrug, GE Healthcare, Danone Research, Piramal, Merck, Eli Lilly, Novartis, Forum, Sanofi, Nutricia, la Commissione Europea, il Dutch Research Council, l'ISAO, e la Alzheimer's Drug Discovery Foundation.

 

 

 


Fonte: Kay Jackson in Medpage Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Kester M. I., et al "Neurogranin as a cerebrospinal fluid biomarker for synaptic loss in symptomatic Alzheimer disease" JAMA Neurol. 2015; DOI: 10.1001/jamaneurol.2015.1867.
  2. Zetterberg H., et al "Neurogranin Levels in Cerebrospinal Fluid: A New Addition to the Alzheimer Disease Diagnostic Toolbox" JAMA Neurol. 2015; DOI: 10.1001/jamaneurol.2015.2075.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)