Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'accesso agli ausili dell'udito potrebbe ridurre i casi di demenza


La perdita di udito contribuisce alla demenza e al declino mentale, secondo una nuova ricerca eseguita da un medico che ha in programma di iniziare la prima sperimentazione clinica per studiare se gli apparecchi acustici possono prevenire o attenuare il declino cerebrale.


Domenica scorsa il medico Frank Lin ha descritto la sua ricerca alla riunione annuale dell'American Association for the Advancement of Science (AAAS) a Washington DC.


"Mi sto chiedendo come possono le nostre funzioni periferiche, in particolare l'udito, influenzare le nostre funzioni centrali, cioè il cervello", ha detto. "Purtroppo questa domanda è tuttora senza risposta. Questo esperimento non è mai stato fatto".


Lin ha detto che la prevalenza della perdita di udito raddoppia per ogni decade di vita, e che la sua alta frequenza porta troppo spesso i medici ad ignorarla. "La stragrande maggioranza delle demenze in tarda età sono multifattoriali", ha detto, "ma il ruolo della perdita di udito semplicemente non è stato studiato".


Egli stima che fino al 36% del rischio di demenza sia attribuibile alla perdita uditiva, anche se ha ammesso che questa stima teorica ha bisogno di essere testata. Quando una persona ha bisogno di sforzarsi per ascoltare "un messaggio molto confuso attraverso l'orecchio", questo mette a dura prova il cervello.


Questo sforzo, così come l'atrofia nelle regioni sottoutilizzate, provoca cambiamenti nella struttura del cervello, ha continuato, inducendo alla fine "effetti a cascata sulla struttura del cervello e quindi sulla funzione del cervello. Trattare la perdita dell'udito potrebbe potenzialmente contribuire a ridurre il rischio di declino cognitivo e di demenza", ha detto, "ma gli apparecchi acustici sono fuori portata per la maggior parte degli americani".


Uno studio del 2013, condotto da Lin con i suoi colleghi, ha suggerito che la perdita dell'udito è legata ad un aumento del 30-40% del rischio di declino cognitivo, rispetto a quello affrontato dalle persone senza perdita dell'udito. I ricercatori hanno anche dimostrato che le persone che hanno perdita di udito spesso si sforzano di ascoltare durante la conversazione e nella vita quotidiana, sovraccaricando parti del loro cervello e indebolendo la memoria di lavoro.


Le scansioni cerebrali pubblicate nel 2014 hanno mostrato una diminuzione della materia grigia nelle persone con perdita di udito su un periodo di 6 anni. Il loro cervello aveva perso materia, in particolare in una regione associata con la lingua parlata e con la memoria semantica, che è la stessa regione associata con l'Alzheimer precoce.


Ma molti medici trattano l'ipoacusia come una conseguenza, ha aggiunto: "Credo che molti medici in genere percepiscano la perdita dell'udito come una parte inevitabile, e quindi irrilevante, dell'invecchiamento".


In base alle norme vigenti degli Stati Uniti, ha detto, i pazienti devono spendere più volte migliaia di dollari perché gli aiuti siano loro montati e venduti da professionisti dell'udito. La popolazione degli anziani negli Stati Uniti è aumentata di dieci volte nel secolo scorso, in parte guidata dall'ultima ondata dei baby boomer che ha passato la cinquantina. Il Dipartimento di Salute e Servizi Umani stima che più di 44,7 milioni di persone avessero più di 65 anni nel 2013. L'agenzia prevede inoltre che entro il 2030, 133 milioni di americani avranno un'età superiore a 50 anni.


Una popolazione crescente di persone anziane in tutto il mondo rappresenta una sfida sanitaria scoraggiante, secondo Lin, soprattutto negli Stati Uniti, dove gli apparecchi acustici sono costosi e i regolamenti impediscono lo sviluppo di nuove tecnologie. Ha detto che la relazione tra perdita dell'udito e demenza rimane uno dei fattori meno studiati, visto che la maggior parte delle ricerche sul tema è degli ultimi cinque anni.


Il nuovo studio randomizzato di Lin coinvolge 60 persone, anche se ha detto che spera nella continuità dei fondi dai National Institutes of Health. Circa 30 milioni di americani, uno ogni otto, hanno subito una perdita di udito, secondo il National Institute on Deafness, ma solo il 25% di quelle persone usa apparecchi acustici. Nel Regno Unito, il National Health Service stima che 11 milioni di persone hanno problemi di udito di una qualche misura, ma solo 1,4 milioni usano aiuti.


Le no-profit dell'udito si sono unite a Lin nel sollecitare i governi ad aumentare l'accesso, o, nel caso della Gran Bretagna a ripristinare l'accesso, agli apparecchi acustici. L'anno scorso il NHS per la prima volta ha cominciato a limitare il numero di apparecchi acustici forniti ai pazienti, citando restrizioni di bilancio, e in gennaio gli attivisti hanno accusato il NHS di razionamento "crudele".


"Queste ultime evidenze dimostrano quanto può essere devastante la perdita dell'udito se non affrontata, aumentando il rischio per le persone di insorgenza di demenza precoce", ha detto Sue Archibold, direttrice esecutiva della no-profit Ear Foundation. "Sappiamo che la perdita dell'udito da adulti è legata all'isolamento, alla depressione, alla demenza e alla disoccupazione; eppure, poiché è una disabilità invisibile e quelli con perdita di udito trovano difficoltà a discutere e a farsi valere, essi vengono ignorati".

 

 

 


Fonte: Alan Yuhas in The Guardian (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)