Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ecco cosa succede con la progressione dell'Alzheimer

Ecco cosa succede con la progressione dell'Alzheimer.Con il progredire della malattia, è diventato sempre più difficile lavorare all'uncinetto per la mamma della Wuillermin. (Foto: Sara Wuillerman)Quando la madre di Sara Wuillermin, René, ha cominciato a comportarsi in modo strano, la sua famiglia ha attribuito il suo comportamento allo stress.


Inizialmente erano piccole cose: dimenticare i nomi, girare in tondo mentre guidava, ripetere le stesse storie più e più volte.


Quando René ha iniziato ad avere problemi a somministrare i farmaci agli studenti di cui si occupava nel suo lavoro part-time come infermiera della scuola, la famiglia l'ha convinta a prendersi una pausa dal lavoro.


Con il peggioramento dei sintomi, a René è stato diagnosticato di tutto, dalla menopausa, alla depressione, all'ansia. Ad un certo punto i suoi dottori hanno sospettato persino che potesse avere un tumore al cervello.


Alla fine, dopo mesi di test e diagnosi errate, a soli 54 anni a René è stato diagnosticato l'Alzheimer ad esordio precoce.


Sara aveva 22 anni, era appena uscita dal college e viveva molto lontano dai genitori. Cercava di capire cosa stava succedendo a sua madre tramite telefonate e visite familiari prolungate.

 

Affidarsi all'uncinetto per rimanere lucida

Su consiglio dei medici, René ha lavorato il più possibile all'uncinetto per mantenere la sua mente attiva, nella speranza che ciò potesse rallentare la progressione della malattia.

"Mia madre era una persona molto abile e adorava l'uncinetto, e quando le fu diagnosticato l'Alzheimer, lavorava all'uncinetto continuamente, un modo per mantenere attivo il suo cervello", ha detto Sara sul suo blog, I Am Not A Jedi. "Con il passare del tempo, e con la malattia che prendeva sempre più piede, è diventato più difficile completare i disegni più complessi dei centrini che creava fino a mesi o settimane prima". Sara notò che in poco tempo, sua madre poteva creare solo cerchi ben strutturati. E alla fine, "riusciva a tenere solo gli aghi in mano, simulando approssimativamente l'atto di creare".


Secondo Sara, sua madre ha creato il quadretto all'uncinetto in alto a sinistra della foto proprio nel momento in cui ha avuto la diagnosi. L'ultimo 'quadretto' nella foto, è stato creato da René circa due anni dopo la diagnosi. È così che è progredita, rapidamente e in modo devastante, la malattia di René.


Sono passati 12 anni da quando René ha avuto la diagnosi di Alzheimer ad esordio precoce. "È in quella che è considerata la fase 4, il che significa che non parla e non è in grado di soddisfare nessuno dei suoi bisogni fondamentali", ha detto Sara a MNN via email. Suo padre, che Sara descrive come un "vero eroe", è stato il principale caregiver di René.


"Spero davvero che questo post permetta alle persone di capire meglio l'Alzheimer, il suo effetto sugli altri, e di ricordare che c'è ancora una persona dietro questa malattia", ha scritto Sara in un post di Facebook inviato a Love What Matters. "Mia madre era una persona divertente, bella, vibrante che ha usato 'Saturday Night Fever' per insegnarmi le mosse di danza prima del mio primo ballo scolastico e mi urlava 'Regina' mentre andavo a giocare a calcio, per galvanizzarmi. E' una persona che merita di essere ricordata, e spero di poter mantenere viva la sua memoria ancora un po'".


Potrebbe anche avere l'Alzheimer. Ma lei è ancora René.

 

 

 


Fonte: Jenn Savedge in Mother Nature Network (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)