Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Insulina: il nuovo sospettato nell'Alzheimer

Insulina: il nuovo sospettato nell'Alzheimer

La Johnson & Johnson ha recentemente annunciato di aver interrotto una sperimentazione clinica per un nuovo farmaco contro l'Alzheimer dopo l'emergere di problemi di sicurezza. Quest'ultimo fallimento si aggiunge alle dozzine di studi clinici grandi e costosi che non hanno mostrato alcun effetto nel trattamento di questa devastante malattia.


La lista sempre più lunga di fallimenti dovrebbe indurci a una pausa di riflessione: stiamo lavorando sulle cause sbagliate dell'Alzheimer?


Nell'analisi iniziale della malattia, il medico tedesco Alois Alzheimer notò strani cambiamenti nel cervello di una paziente morta a causa della malattia. Alzheimer ha identificato due tipi di aggregati proteici che non si trovavano nei cervelli più giovani: placche tra le cellule cerebrali e grovigli all'interno delle stesse.


Più tardi la ricerca ha identificato le proteine ​​che costituivano le placche come amiloide, e quelle che formano i grovigli come tau. Ciò che queste strutture fanno effettivamente è ancora in discussione.

 

Avvertimento non ascoltato

Alzheimer ha consigliato agli scienziati di non saltare alla conclusione che queste proteine ​​causano la malattia. Sfortunatamente, la sua cautela fu ignorata e nel corso degli anni è diventato vangelo che l'accumulo di queste proteine ​​è causa del morbo di Alzheimer (MA).


Un problema è che non è possibile testare, in un esperimento scientifico, se questa teoria è corretta. Solo negli ultimi anni è stata sviluppata una tecnologia in grado di testare ciò che fanno queste proteine, e chiaramente non è ciò che gli scienziati avevano ipotizzato in precedenza. Ad esempio, i topi geneticamente modificati che accumulano amiloide umana nel cervello mostrano solo una lieve alterazione. Ma l'industria farmaceutica ha deciso da molto tempo che l'amiloide è il colpevole, e da allora questo è stato l'obiettivo dei farmaci per il MA.


Lo scopo di questi farmaci è ridurre i livelli di amiloide nel cervello, rallentando la formazione di amiloide o rimuovendola dal cervello. Entrambi gli approcci sono stati testati molte volte usando diverse tecniche e tipi di farmaci. Nessuno di questi studi ha mostrato alcun effetto, e alcune grandi aziende farmaceutiche, tra cui Pfizer, hanno abbandonato completamente quest'area di ricerca.


Il continuo fallimento dei nuovi farmaci nel fare la differenza deve essere interpretato come la prova che la proteina amiloide non è la causa del MA. Alcune aziende hanno cambiato il loro obiettivo con la proteina tau. Ma ancora una volta, si presume che una singola proteina sia la causa della malattia.

 

Nuove strade promettenti

Forse è tempo di ripensare completamente la malattia. Un approccio è cercare i geni che aumentano il rischio di sviluppare la malattia. Il problema con questo approccio è che questi geni sono sorprendentemente pochi, e rari. Il MA non sembra essere guidato da mutazioni genetiche, quindi questo approccio non getta nuova luce sui processi sottostanti.


Un'altra opzione è esaminare i fattori di rischio per lo sviluppo del MA. Uno di questi è il diabete di tipo 2. Il diabete è chiaramente molto diverso dal MA, quindi qual è la connessione?


Nel diabete, l'insulina diventa meno efficace nel controllare i livelli di zucchero nel sangue. Ma l'insulina fa molto più di questo; è un "fattore di crescita". I neuroni (cellule cerebrali) dipendono molto dai fattori di crescita e se non ne hanno abbastanza, muoiono.


La perdita degli effetti del fattore di crescita dell'insulina nel cervello sembra rendere i neuroni vulnerabili allo stress e riduce la capacità del cervello di riparare i danni che si accumulano nel tempo. (I neuroni vivono per tutta la nostra vita, quindi c'è molto tempo per accumulare danni).


Quando hanno esaminato il tessuto cerebrale prelevato da pazienti deceduti di MA, i ricercatori hanno scoperto che l'insulina ha perso la sua efficacia come fattore di crescita, anche nelle persone che non erano diabetiche. Questa osservazione suggerisce che i farmaci contro il diabete potrebbero essere un trattamento efficace per le persone con il MA. Alcuni esperimenti hanno mostrato risultati impressionanti negli studi sugli animali e sono iniziati diversi studi clinici.


Anche il test di questi farmaci in modelli animali di un'altra malattia neurodegenerativa (il Parkinson), ha generato effetti impressionanti e due studi clinici nei pazienti con Parkinson hanno mostrato buoni effetti protettivi. In uno degli studi - uno studio pilota - i pazienti che hanno ricevuto il farmaco per il diabete non sono peggiorati per due anni mentre il gruppo di controllo, che riceveva un trattamento standard per il morbo di Parkinson, è peggiorato in modo significativo. L'altro studio, uno studio più ampio con un controllo placebo, ha confermato questo risultato e non ha mostrato alcun deterioramento nel gruppo di farmaci durante i 12 mesi di studio.


Vedere qualsiasi effetto protettivo nel cervello in uno studio clinico è completamente nuovo, e supporta la nuova teoria che l'Alzheimer e il Parkinson sono causati, almeno in parte, dalla mancanza di attività del fattore di crescita nel cervello. Queste nuove teorie forniscono una nuova visione di come queste malattie si sviluppano e aumentano la probabilità di sviluppare un trattamento farmacologico che faccia la differenza.

 

 

 


Fonte: Christian Holscher, Professore di Neuroscienze alla Lancaster University.

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)