Gli anziani che parlano due lingue fin da bambini sono più veloci di quelli che parlano una sola lingua a passare da un compito all'altro, secondo uno studio pubblicato nel numero del 9 gennaio di The Journal of Neuroscience.
Lo studio rileva anche che, rispetto ai loro coetanei monolingui, i bilingui permanenti mostrano anche modelli diversi di attività cerebrale quando si effettua il passaggio. I risultati suggeriscono quanto vale una attività mentale stimolante regolare per tutto il corso della vita.
Con l'invecchiamento declina la flessibilità cognitiva (la capacità di adattarsi alle circostanze non familiari o inattese) e le relative funzioni "esecutive". Studi recenti suggeriscono che il bilinguismo permanente può ridurre questo declino, un impulso che può derivare dall'esperienza di passare costantemente da una lingua all'altra. Tuttavia, non era finora chiaro come differisce l'attività cerebrale tra i vecchi bilingui e i monolingui.
In questo studio, Brian T. Gold (foto), PhD, e i suoi colleghi del College of Medicine della University of Kentucky, hanno usato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per confrontare l'attività cerebrale di anziani bilingue sani (età 60-68) con quella di anziani monolingue sani nell'eseguire un compito che testava la flessibilità cognitiva. I ricercatori hanno scoperto che entrambi i gruppi hanno svolto il compito con precisione. Tuttavia, gli anziani bilingui erano più veloci a completare il compito rispetto ai loro coetanei monolingue, nonostante impegnassero meno energia nella corteccia frontale - una zona nota per essere coinvolta nell'attività di commutazione.
"Questo studio fornisce alcune delle prime evidenze dell'associazione tra una particolare attività cognitivamente stimolante - in questo caso parlare più lingue ogni giorno - e la funzione del cervello", ha detto John L. Woodard, PhD, esperto di invecchiamento della Wayne State University, non coinvolto nello studio. "Gli autori forniscono la chiara evidenza di un diverso modello di funzionamento neurale dei soggetti bilingui rispetto ai monolingue".
I ricercatori hanno anche misurato l'attività cerebrale dei adulti monolingue e bilingue più giovani, in un compito di flessibilità cognitiva. Nel complesso, gli adulti più giovani sono stati più veloci rispetto agli anziani a svolgere il compito. Essere bilingue non ha influenzato le prestazioni sul compito o l'attività cerebrale dei partecipanti giovani. Al contrario, i bilingui anziani hanno svolto il compito più velocemente rispetto ai loro coetanei monolingue e hanno speso meno energie nelle parti frontali del cervello.
"Questo suggerisce che gli anziani bilingue usano il cervello in modo più efficiente degli anziani monolingua", dice Gold. "Nell'insieme, questi risultati suggeriscono che il bilinguismo permanente può esercitare i maggiori benefici sul funzionamento delle regioni frontali del cervello durante l'invecchiamento".
Questa ricerca è stata finanziata dal National Institutes of Health e dalla National Science Foundation.
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Fonte: Materiale della Society for Neuroscience (SfN).
Pubblicato in ScienceDaily il 9 Gennaio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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