Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Eterogeneità clinica, visuale e patologica della sindrome di Alzheimer

La nosologia [la scienza che si occupa della classificazione sistematica delle malattie] si sta evolvendo, vista la conoscenza crescente dei biomarcatori clinici in vivo, e la complessità patologica dell'Alzheimer (AD).

I criteri armonizzati condivisi che enfatizzano il prototipo della malattia continuano a svilupparsi per raggiungere la chiarezza diagnostica richiesta per le decisioni di trattamento e per le sperimentazioni cliniche.


Tuttavia, è chiaro che l'AD è clinicamente eterogenea nella presentazione e nella progressione, dimostrando distribuzioni topografiche variabili di atrofia e ipometabolismo / ipoperfusione. L'AD inoltre si accompagna spesso ad altre condizioni che possono esprimere ulteriori sfumature cliniche, come la sinucleinopatia aggrava la disfunzione esecutiva e visuo-spaziale e le patologie vascolari (in particolare la malattia dei piccoli vasi che è sempre più onnipresente con l'invecchiamento umano) accentuano la sintomatologia frontale-disesecutiva.


La presenza di alcuni di questi modelli clinici atipici può implicare l'esistenza di varianti distinte di AD. Per esempio, la disfunzione del lobo temporale focale è associata ad una pura sindrome amnestica, a declino molto lento, con atrofia e grovigli neurofibrillari perlopiù limitati all'ippocampo.


L'atrofia parietale sinistra e/o l'ipometabolismo / ipoperfusione sono associati a sintomi del linguaggio, età più precoce di esordio, e tasso di declino più rapido - una potenziale "variante linguistica" di AD. Al contrario, lo stesso modello che colpisce prevalentemente il lobo parietale destro, è associato ad una sindrome simile, ma con sintomi visuospaziali che sostituiscono la compromissione della funzione esecutiva.


Infine, la variante frontale, estremamente rara, è associata a una disfunzione esecutiva che mal si concilia con il declino della memoria e può avere importanti sintomi comportamentali. Le differenze genotipiche possono essere alla base di alcuni di questi sottotipi; ad esempio, l'assenza di ApoE e4 è spesso associata all'atipicità nell'AD ad insorgenza precoce.


Capire i meccanismi alla base di questa variabilità merita ulteriori indagini, supportate dai recenti progressi nelle tecniche di scansione, dai saggi sui biomarcatori e dai metodi quantitativi patologici, in combinazione con valutazioni standard cliniche, funzionali, neuropsicologiche e neurocomportamentali. Tale comprensione è necessaria per facilitare la "medicina AD personalizzata" e, infine, consentire studi clinici mirati a specifici sottotipi di AD.


Perchè, anche se l'obiettivo principale rimane legittimamente sul prototipo della malattia, gli sforzi continui per lo sviluppo di terapie modificanti la malattia non dovrebbero escludere i sottotipi rari di AD e le manifestazioni comuni di comorbilità, come attualmente accade spesso. Solo trattando anche queste, si può affrontare tutto il peso di questa sindrome di demenza devastante.

 

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: BioMedCentral

Riferimento: Benjamin Lam, Mario Masellis, Morris Freedman, Donald T Stuss, Sandra E Black. Clinical, imaging, and pathological heterogeneity of the Alzheimer's disease syndrome. Alzheimer's Research & Therapy 2013, 5:1 doi:10.1186/alzrt155, Published: 9 January 2013

Pubblicato in 7thSpace.com il 9 Gennaio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)