Perché lo stress cronico porta ad un maggiore rischio di demenza?
La tesi che Sara K. Bengtsson illustrerà alla Umeå University in Svezia il 22 Marzo suggerisce che la risposta potrebbe essere nell'aumento degli steroidi dello stress presenti nel cervello durante lo stress. Questi steroidi dello stress possono inibire l'attività generale del cervello.
L'allopregnanolone è uno di loro, e la tesi di dottorato mostra che i livelli cronicamente elevati di allopregnanolone hanno accelerato lo sviluppo della malattia in due modelli transgenici di Alzheimer. I topi di Alzheimer hanno risposto con un deterioramento dell'apprendimento e della memoria. Hanno avuto anche un aumento del livello cerebrale di beta-amiloide, cioè delle proteine che formano le placche dell'Alzheimer.
La tesi dimostra anche che alti livelli di beta-amiloidi corrispondono ad una disfunzione nelle sinapsi cerebrali. Questo è stato visto dopo un periodo di livelli cronicamente elevati di allopregnanolone, ma non dopo il trattamento con placebo. Gli effetti sono stati identificati all'inizio dello sviluppo della malattia, periodo in cui gli animali hanno una funzionalità intatta e normale della memoria. Un'accelerazione simile dell'AD negli esseri umani potrebbe significare la differenza tra il vivere in modo autosufficiente a casa e vivere con esigenze di assistenza professionale.
Sara K. Bengtsson è nata a Malmö in Svezia, e ha completato i suoi studi pre-universitari a Ystad. In termini professionali, Sara K. Bengtsson ha lavorato in vari campi e nel 2008 ha conseguito il Master in medicina con una specializzazione in biomedicina all'Università di Umeå in Svezia, dove è ora dottorando al Dipartimento di Scienze Cliniche, divisione di Ostetricia e Ginecologia.
Venerdì 22 Marzo, Sara K. Bengtsson, del Dipartimento di Scienze Cliniche all'Università di Umeå, difenderà pubblicamente la sua tesi dal titolo "Steroidi dello stress come acceleratori della malattia di Alzheimer. Effetti dei livelli cronicamente elevati di allopregnanolone in modelli transgenici di AD". Si può leggere la tesi o un sunto su http://umu.diva-portal.org/smash/record.jsf?pid=diva2:608570
Fonte: Umeå universitet, via AlphaGalileo.
Pubblicato in Science Daily il 14 Marzo 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.
| Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra: |
Associazione Alzheimer OdV
