Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Afasia e Bilinguismo: usare una lingua per re-imparare l’altra

Nell'era della globalizzazione, il bilinguismo sta diventando sempre più frequente, ed è considerato un plus. Tuttavia, quest’abilità può trasformarsi in uno svantaggio, quando insorge l’afasia?


Più precisamente, se una persona bilingue subisce un danno cerebrale (es. ictus, trauma cranico, demenza) e questo si traduce in un deterioramento del linguaggio chiamato afasia, allora entrambe le lingue possono essere distrutte, aumentando così i problemi della riabilitazione linguistica.


Secondo il Dott. Ana Inés Ansaldo, ricercatrice del Centro di Ricerca dell'Institut Universitaire de Gériatrie de Montréal (IUGM), e professore alla Scuola di Logopedia e Audiologia dell'Université de Montréal, le evidenze della ricerca suggeriscono che il bilinguismo può essere una leva - e non un ostacolo - al recupero dall’afasia.


Una recente revisione critica della letteratura, condotta da Ana Inés Ansaldo e Ladan Ghazi Saidi, studenti Ph.D, punta a tre vie interventistiche per promuovere gli effetti inter-linguistici della terapia del linguaggio (gli effetti di trasferimento naturali che ri-apprendere una lingua ha sull'altra).


E' importante che i logopedisti identifichino chiaramente la padronanza di una lingua di un paziente prima e dopo l’esordio dell'afasia, per decidere la lingua da stimolare e ottenere i risultati migliori. Nel complesso, gli studi esaminati mostrano che re-insegnare il linguaggio meno praticato (prima o dopo l'insorgenza dell’afasia) - e non la lingua dominante - si traduce in maggiori effetti di trasferimento sulla lingua non trattata.


Inoltre, anche le somiglianze tra le due lingue, a livello di sintassi, fonologia, vocabolario, e significato, possono facilitare il trasferimento della lingua. In particolare, lavorando sugli "affini", le parole simili in entrambe le lingue, si facilita il trasferimento inter-linguistico degli effetti terapeutici. Ad esempio, stimolare la parola "table" in francese aiuterà anche il recupero della parola "table" in inglese, poiché queste parole hanno lo stesso significato e suoni simili in francese e inglese. Tuttavia, insegnare le parole "non affini" (che suonano simili, ma non condividono lo stesso significato) può essere fonte di confusione per la persona bilingue con afasia.


In generale, gli approcci di terapia semantica basati sulla stimolazione del significato delle parole, facilitano il trasferimento degli effetti della terapia dalla lingua trattata a quella non trattata. In altre parole, l’approfondimento basato sulle proprietà semantiche della parola, può aiutare il recupero sia della parola cercata sia del suo equivalente inter-linguistico. Per esempio, quando il logopedista di francese invita il paziente ad associare la parola "dog" [cane] all’idea di "animali domestici", "quattro zampe" e "abbaiare", viene attivata anche la parola francese "chien"[cane], e viene recuperata più facilmente della semplice ripetizione della parola "dog".


"In passato gli terapeuti avrebbero chiesto ai pazienti di reprimere o soffocare una delle loro due lingue, e di concentrarsi sulla lingua voluta. Oggi, abbiamo una migliore comprensione di come utilizzare entrambe le lingue, perché una può sostenere l'altra. Questo é un approccio più complesso, ma dà risultati migliori e rispetta le capacità intrinseche delle persone bilingui. Considerando che i bilingui potrebbero presto rappresentare la gran parte dei nostri clienti, questo è sicuramente una strada terapeutica che dobbiamo perseguire",
ha spiegato Ana Inés Ansaldo, che è quadrilingue.

 

 

 

 

 


Fource: Université de Montréal.

Riferimenti: Ansaldo AI, Saidi LG. Aphasia therapy in the age of globalisation: Cross-linguistic therapy effects in bilingual aphasia. Behavioural Neurology Journal, September 2013

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.