Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Livelli inferiori di Aß42 nel sangue in mezza età associati a rischio di demenza in vecchiaia

Un nuovo studio ha usato un semplice esame del sangue per scoprire che le persone che in seguito hanno sviluppato la demenza o un lieve deterioramento cognitivo avevano un livello inferiore della proteina amiloide-beta 42 (Aß42) nel sangue in mezza età, rispetto a coloro che non sono stati interessati dalla demenza. La ricerca è pubblicata dal 4 agosto 2021 su Neurology®.


"Al momento osserviamo i livelli dell'Aß nel sistema nervoso centrale come biomarcatore dell'Alzheimer, ma l'unico modo per farlo è con scansioni del cervello o con un esame del fluido cerebrospinale ottenuto con una puntura lombare", ha detto il primo autore dello studio Kevin J. Sullivan PhD/MPH, dell'Università del Mississippi di Jackson. "Questi nuovi risultati suggeriscono l'utilità di usare semplici prelievi di sangue che sarebbero meno costosi e molto meno invasivi per le persone".


Lo studio ha coinvolto 2.284 persone con un'età media di 59 anni che non avevano problemi di memoria o nelle capacità di pensiero all'inizio dello studio. Il livello di Aß nel sangue è stato testato  all'inizio dello studio (test di mezza età), e poi di nuovo quando avevano circa 77 anni (test di vecchiaia).


Le persone hanno eseguito test di pensiero e di memoria nei 25 anni dello studio per determinare se avevano sviluppato la demenza o un lieve deterioramento cognitivo (MCI), che consiste di problemi con la memoria e con le competenze di pensiero che possono essere precursori della demenza. In totale, 502 persone hanno sviluppato la demenza e 832 l'MCI.


I ricercatori hanno esaminato i livelli sia di Aß42 che di Aß40, e il rapporto tra i due. Hanno scoperto che:

  • livelli inferiori di Aß42 in mezza età, ma non in vecchiaia, erano associati a un rischio maggiore di demenza e a un rischio marginalmente più elevato di MCI; ogni 10 picogrammi per millilitro (pg/ml) di aumento di Aß42 nel sangue era associato a un rischio inferiore del 13% di MCI o demenza;

  • livelli più alti di Aß40 erano associati a un rischio maggiore di demenza e MCI sia in mezza età che in vecchiaia; ogni aumento di 67 pg/ml nel sangue di Aß40 era associato a un aumento del 15% del rischio di MCI o demenza;

  • un rapporto inferiore di Aß42 su Aß40 era associato a un rischio più elevato di demenza e MCI, ma solo fino al livello mediano; successivamente, un aumento del rapporto non era correlato al rischio di demenza.


"Un raddoppio di questo rapporto sotto questa soglia in mezza età era associato a un rischio inferiore del 37% di MCI o di demenza, che è paragonabile a circa cinque anni in meno di età, e un raddoppio di questo rapporto sotto questa soglia in vecchiaia era paragonabile a circa tre anni in meno di età", ha detto Sullivan. "L'amiloide nel sangue può essere utile come biomarcatore per il rischio di compromissione cognitiva futura".


I risultati sono rimasti gli stessi dopo che i ricercatori hanno aggiustato i dati considerando altri fattori che potrebbero influire sul deterioramento cognitivo, come l'età, l'istruzione e i fattori di rischio cardiovascolare.


Una limitazione dello studio è che per stimare i livelli di di Aß nel sangue è stato usato un metodo di test datato, che non è preciso come quelli più recenti. Lo studio NON dimostra che il test del sangue può essere usato per prevedere chi svilupperà la demenza più tardi nella vita.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kevin Sullivan, Chad Blackshear, Jeannette Simino, Adrienne Tin, Keenan Walker, Richey Sharrett, Steven Younkin, Rebecca Gottesman, Michelle Mielke, David Knopman, Gwen Windham, Michael Griswold, Thomas Mosley. Association of Midlife Plasma Amyloid-β Levels With Cognitive Impairment in Late Life: The ARIC Neurocognitive Study. Neurology, 4 Aug 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.