Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Menopausa precoce può aumentare il rischio di demenza più tardi nella vita

Una ricerca ha scoperto che le donne che entrano in menopausa molto presto, prima dei 40 anni, hanno più probabilità di sviluppare la demenza di qualsiasi tipo più avanti nella vita, rispetto alle donne che iniziano la menopausa all'età media di 50/51 anni.


La ricerca preliminare è stata presentata alla Epidemiology, Prevention, Lifestyle & Cardiometabolic Health Conference 2022 dell'American Heart Association, svolta a Chicago dal 1 al 4 marzo 2022, dove sono state segnalate le ultime novità della scienza legate alla promozione della salute cardiovascolare e alla prevenzione delle malattie cardiache e dell'ictus.


"Il nostro studio ha scoperto che le donne che entrano in menopausa molto presto avevano un rischio maggiore di sviluppare la demenza più tardi nella vita", ha detto Wenting Hao MD, dottoranda della Shandong University di Jinan, in Cina. "Essere consapevoli di questo aumento del rischio può aiutare le donne ad attuare strategie per prevenire la demenza e lavorare con il proprio medico per monitorare da vicino il loro status cognitivo mentre invecchiano".


La demenza implica gravi cambiamenti nel cervello che compromettono la capacità di una persona di ricordare, prendere decisioni e usare il linguaggio. Il morbo di Alzheimer (MA) è il tipo più comune di demenza, mentre la seconda è la demenza vascolare, che è il risultato dell'interruzione del flusso sanguigno alle cellule cerebrali causata da ictus o da accumuli di placca nelle arterie che forniscono sangue al cervello.


Entrambi questi tipi di demenza sono più comuni con l'età. Anche le malattie che influenzano parti specifiche del cervello possono portare alla demenza, e una persona può avere la demenza a causa di più di una malattia.


Nello studio attuale, i ricercatori hanno analizzato la potenziale relazione tra l'età di entrata nella menopausa e la diagnosi di demenza per qualsiasi causa. Hanno esaminato i dati sanitari di 153.291 donne con età media di 60 anni all'iscrizione (tra il 2006 e il 2010), facenti parte della UK Biobank, che è un grande database biomedico che include informazioni genetiche e sanitarie su mezzo milione di persone del Regno Unito.


Gli investigatori hanno identificato la diagnosi di tutti i tipi di demenza, compreso il MA, la demenza vascolare e la demenza per altre cause. Hanno calcolato il rischio che si verificasse in termini di età in cui le donne hanno riferito di essere entrate in menopausa, rispetto alle donne che hanno iniziato la menopausa all'età media, che è 50-51 anni. I dati sono stati aggiustati per fattori che includono l'età all'ultimo esame, razza, livello di istruzione, fumo e uso di alcool, indice di massa corporea, malattie cardiovascolari, diabete, reddito e attività fisiche e ricreative.


L'analisi ha trovato che:

  • Le donne che sono entrate in menopausa prima dei 40 anni hanno avuto il 35% in più di probabilità di ricevere la diagnosi di demenza.
  • Le donne che sono entrate in menopausa prima dei 45 anni avevano una probabilità 1,3 volte più alta di diagnosi di demenza prima dei 65 anni (chiamata demenza presenile o precoce).
  • Le donne che sono entrate in menopausa a 52 anni o più tardi hanno tassi di demenza simili a quelle che sono entrate in menopausa all'età media della menopausa, 50-51 anni.


Sebbene le donne post-menopausa abbiano un rischio maggiore di ictus rispetto alle donne pre-menopausa, e che l'ictus possa interrompere il flusso di sangue al cervello e provocare una demenza vascolare, in questo studio i ricercatori non hanno trovato un'associazione tra età di entrata in menopausa e rischio di demenza vascolare.


"La demenza può essere prevenuta e c'è un certo numero di modi in cui le donne con menopausa precoce potrebbero ridurne il rischio. Ciò include l'esercizio di routine, la partecipazione alle attività del tempo libero ed educative, non fumare e non bere alcolici, mantenere un peso sano, ottenere abbastanza vitamina D e, se raccomandato dal loro medico, eventualmente prendere integratori di calcio"
, ha detto la Hao.


I ricercatori suggeriscono che i livelli di estrogeni più bassi possono essere un fattore nel possibile collegamento tra la menopausa precoce e la demenza.


"Sappiamo che la mancanza di estrogeni a lungo termine enfatizza lo stress ossidativo, che può aumentare l'invecchiamento del cervello e portare al deterioramento cognitivo", ha detto la Hao.


I medici che si prendono cura delle donne dovrebbero essere consapevoli dell'età di entrata in menopausa di una donna, e monitorare strettamente il declino cognitivo in quelle che hanno raggiunto la menopausa prima dei 45 anni.


"È necessaria ulteriore ricerca per valutare il valore aggiunto di includere i tempi della menopausa come predittore nei modelli esistenti di demenza", ha detto la Hao. "Questo può fornire ai medici un modo più accurato per valutare il rischio di demenza di una donna".


Lo studio presenta diversi limiti. I ricercatori hanno fatto affidamento sulle informazioni auto-riferite delle donne sulla loro età di inizio della menopausa, e non hanno analizzato separatamente i tassi di demenza nelle donne che hanno avuto una menopausa precoce naturale, e quelli delle donne con menopausa indotta da un intervento chirurgico per rimuovere le ovaie, con una possibile influenza sui risultati.


I dati utilizzati per questo studio includevano per lo più donne bianche che vivono in UK e i risultati potrebbero non essere validi per altre popolazioni.

 

 

 


Fonte: American Heart Association (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: American Heart Association Epidemiology, Prevention, Lifestyle & Cardiometabolic Health Conference 2022, Presentation EP67

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.