Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuove scoperte sulla funzione dell'ippocampo

Un team di ricercatori provenienti da Berlino, Monaco e Haifa, ha presentato nuove scoperte relative alla funzione dell'ippocampo, una regione del cervello che è importante per la formazione della memoria.

I ricercatori hanno studiato i meccanismi cellulari dei ritmi ad alta frequenza, che svolgono un ruolo chiave nei processi di memoria, e forse anche in diversi disturbi cerebrali, anche se in modo diverso.

Nel numero corrente della rivista Neuron, il gruppo di ricerca di scienziati del gruppo di eccellenza NeuroCure alla Charité - Universitätsmedizin Berlino, il Centro Bernstein di Berlino e Monaco, e l'Università di Haifa, presenta le nuove scoperte riguardanti i meccanismi dei ritmi dell'ippocampo. Nell'ambito della formazione della memoria, l'ippocampo agisce come una sorta di memoria intermedia per il cervello. Nelle fasi di riposo, come ad esempio durante il sonno, le informazioni che sono state precedentemente acquisite, sono consolidate e trasmesse ad altre regioni del cervello per l'immagazzinaggio finale.

Questa funzione dell'ippocampo è legata a ritmi, le cosiddette oscillazioni. Questi ritmi sono molto simili alle onde cerebrali misurate da un medico con un elettroencefalogramma. Lo sviluppo di questi ritmi dipende dalla interazione organizzata tra una moltitudine di cellule nervose. La ricerca negli ultimi anni ha dimostrato che la soppressione - o l'intensificazione - delle oscillazioni del cervello può alterare o migliorare l'apprendimento.

Nel loro studio i ricercatori si stanno ora concentrando sulla cosiddetta oscillazione increspata, un ritmo molto veloce ad una frequenza di 200 Hz, i cui meccanismi sono ancora poco compresi.

Hanno studiato le correnti elettriche nelle singole cellule dell'ippocampo che si verificano durante l'oscillazione increspata. "I nostri risultati mostrano, direttamente per la prima volta, come gli impulsi eccitatori e inibitori interagiscono durante le increspature su una scala temporale molto veloce", racconta Nikolaus Maier, neuroscienziato della Charité.

Comprendere questi meccanismi è importante, non solo nell'ambito della ricerca sulla memoria, ma anche perché ogni cambiamento di attività sincrona può avere conseguenze fatali. "Disturbi dei ritmi dell'ippocampo possono essere una potenziale causa di disturbi patologici come l'epilessia, la schizofrenia o disturbo della memoria nell'Alzheimer", spiega Dietmar Schmitz, coordinatore del gruppo di eccellenza NeuroCure. È per questo che i risultati ora pubblicato rappresentare anche una base per la ricerca di approcci futuri alla terapia clinica.

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 

 


 

Fonte: Materiale del Charité - Universitätsmedizin Berlino.

Riferimento: Nikolaus Maier, Alvaro Tejero-Cantero, Anja L. Dorrn, Jochen Winterer, Prateep S. Beed, Genela Morris, Richard Kempter, James FA Poulet, Christian Leibold and Dietmar Schmitz. Coherent Phasic Excitation during Hippocampal Ripples. Neuron, October 6, 2011 DOI: 10.1016/j.neuron.2011.08.016.

Pubblicato in ScienceDaily il 6 Ottobre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.