Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Prevenire la demenza: la meditazione è ancora sotto esame

Un nuovo studio ha scoperto che un programma di meditazione seguito per 18 mesi può migliorare l'attenzione e le capacità di regolazione socio-emotiva per le persone di età superiore ai 65 anni.

Ma i ricercatori non hanno identificato alcun impatto significativo della meditazione sul volume e sul funzionamento delle strutture cerebrali studiate, rispetto ai gruppi di controllo, quindi il potenziale per prevenire la demenza rimane poco chiaro, riferiscono su Jama Neurology.


La dott.ssa Natalie Marchant (Psichiatria UCL) ha dichiarato:

“I nostri risultati sono promettenti, perché la meditazione sembra migliorare il benessere degli anziani, conferendo benefici all'attenzione e alla regolazione delle emozioni.

"Sebbene le nostre scansioni non abbiano rivelato alcun miglioramento della struttura o della funzione cerebrale, continueremo a monitorare questo gruppo di persone per capire se alcuni benefici richiedono più tempo per emergere".


L'allenamento mentale volto a regolare lo stress e l'attenzione, come la meditazione consapevole, ha dimostrato in precedenza di essere utile nella gestione degli aspetti cognitivi ed emotivi dell'invecchiamento, in particolare per ridurre lo stress, l'ansia e la depressione.


Ricerche recenti hanno riferito che le regioni cerebrali dell'insula e della corteccia cingolata anteriore sono particolarmente sensibili all'allenamento della meditazione e ai processi di invecchiamento. Queste regioni interconnesse sono coinvolte nell'autocoscienza, nell'elaborazione e nella regolazione dell'attenzione, delle emozioni e dell'empatia.


Nei giovani adulti, la meditazione ha già dimostrato di modificare strutturalmente (in termini di volume) e funzionalmente queste aree cerebrali, in particolare nel cervello degli esperti di meditazione con diverse migliaia di ore di pratica all'attivo. Ricerche precedenti hanno scoperto che negli anziani esperti di meditazione, il volume della materia grigia e il metabolismo del glucosio (processo fisiologico essenziale per una buona funzione cerebrale) erano più alti rispetto alle persone che non meditavano.


Per l'attuale studio, un team di ricercatori del gruppo di ricerca European Medit-Ageing, che coinvolge Inserm, Université de Caen Normandia, UCL, Lyon Neuroscience Research Center, Università di Liegi e Università di Ginevra, ha esaminato il potenziale fisiologico, cognitivo e il beneficio emotivo della meditazione negli anziani.


Nella sperimentazione clinica Age-Well che coinvolge 136 partecipanti over-65 senza malattie note, i ricercatori hanno misurato l'impatto di un intervento di meditazione di 18 mesi sul volume e sulla perfusione dei tessuti (processo fisiologico che fornisce a un organo nutrienti e ossigeno necessari per il suo metabolismo) dell'insula e della corteccia cingolata anteriore. Hanno anche esaminato parametri cognitivi specifici e socioaffettivi.


I partecipanti sono stati assegnati a tre gruppi per confrontare il potenziale vantaggio della meditazione con diversi tipi di interventi. Il primo gruppo ha seguito il protocollo di intervento di meditazione (meditazione di consapevolezza e gentilezza amorevole e meditazione di compassione), il secondo gruppo ('controllo attivo') ha seguito un periodo di addestramento in lingua inglese e il terzo gruppo ('controllo passivo') non ha seguito alcun intervento.


Dopo 18 mesi di intervento, i ricercatori non hanno visto cambiamenti significativi nel volume o nella perfusione della corteccia cingolata o dell'insula nel gruppo di meditazione rispetto ai gruppi di controllo. La prima autrice dott.ssa Gaël Chételat (Inserm e Université de Caen Normandia) ha dichiarato:

"Il fatto che non sono state osservate differenze anatomiche tra questi due gruppi potrebbe indicare che mentre la meditazione può modificare il volume dei cervelli più giovani e più plastici, 18 mesi di allenamento di meditazione non sono sufficienti per modificare gli effetti dell'invecchiamento.

"Inoltre, mentre i risultati della misurazione del volume sono strettamente negativi, quelli della perfusione mostrano una tendenza a favore della meditazione che potrebbe essere interessante da esplorare per un tempo di intervento più lungo e/o con un campione più ampio di popolazione".


Il team di ricerca seguirà quindi per altri quattro anni i partecipanti, per indagare sui potenziali effetti a lungo termine.


Al contrario, sono state osservate differenze significative nelle misure comportamentali tra il gruppo di meditazione e il gruppo di apprendimento inglese, con una migliore regolazione delle capacità di attenzione e socio-emotive nei partecipanti del gruppo di meditazione.


Il primo autore congiunto Antoine Lutz (Lyon Neuroscience Research Center) ha dichiarato:

"Qui la pratica della meditazione sta mostrando il suo vero vantaggio sulla salute mentale degli anziani, con un significativo miglioramento dei parametri specifici del benessere e della soddisfazione, ma anche del mantenimento di capacità attenzionali e socio-emotive, come riferito dai partecipanti".


Misurazioni e analisi più specifiche per età saranno condotte all'interno della sperimentazione Age-Well, per migliorare la comprensione di questi meccanismi. Queste analisi potrebbero essere usate per identificare le misure più sensibili alla meditazione e per studiare i meccanismi alla base dei suoi effetti.

 

 

 


Fonte: University College London (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: G Chételat, ...[+26], NL Marchant. Effect of an 18-Month Meditation Training on Regional Brain Volume and Perfusion in Older AdultsThe Age-Well Randomized Clinical Trial. JAMA Neurol., 10 Oct 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)