Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


«Dobbiamo scoprire la relazione tra neurodegenerazioni, lesioni cerbrali e morte prematura»

Gli adulti che hanno subito una lesione alla testa durante i 30 anni esaminati da una ricerca eseguita all'Università della Pennsylvania e pubblicata su Jama Neurology, hanno avuto un tasso doppio di mortalità rispetto a quelli che non hanno avuto una lesione alla testa, e i tassi di mortalità tra quelli con una lesione da moderata a grave erano quasi il triplo.


Negli Stati Uniti, oltre 23 milioni di over-40 hanno una storia di lesioni alla testa con perdita di coscienza (*). La lesione alla testa può essere attribuita a una serie di cause, dagli incidenti in auto, alle cadute involontarie o le lesioni nello sport. Inoltre, le lesioni alla testa sono state collegate a una serie di malattie a lungo termine, come disabilità, epilessia ad esordio tardivo, demenza e ictus.


Studi precedenti avevano dimostrato che una maggiore mortalità a breve termine è associata a lesioni alla testa principalmente tra i pazienti ospedalizzati. Questo studio longitudinale ha valutato 30 anni di dati di oltre 13.000 residenti nella comunità (non ricoverati in ospedale o ospiti di case di cura/riposo) per determinare se la lesione alla testa ha un impatto sui tassi di mortalità a lungo termine negli adulti.


Gli investigatori hanno scoperto che il 18,4% dei partecipanti ha riportato una o più lesioni alla testa durante il periodo di studio e tra coloro che hanno subito una lesione alla testa, il 12,4% l'ha avuta moderata o grave. Il periodo di tempo mediano tra una lesione alla testa e la morte è stato di 4,7 anni.


'Morte per qualsiasi causa' è stata registrata nel 64,6% di quelle persone che hanno subito un infortunio alla testa e nel 54,6% di quelli senza lesioni alla testa. Tenendo conto delle caratteristiche dei partecipanti, gli investigatori hanno scoperto che il tasso di mortalità per qualsiasi causa tra i partecipanti con una lesione alla testa era 2,21 volte il tasso di mortalità di quelli che non le avevano avute. Inoltre, il tasso di mortalità tra quelli con lesioni più gravi è stato 2,87 volte il tasso di mortalità di quelli senza.


“I nostri dati rivelano che la lesione alla testa è associata ad un aumento dei tassi di mortalità anche a lungo termine. Ciò è particolarmente vero per le persone con lesioni alla testa multiple o gravi", ha spiegato la prima autrice dello studio, Holly Elser MD/PhD/MPH, residente di neurologia della Penn. "Ciò evidenzia l'importanza delle misure di sicurezza, come indossare caschi e cinture di sicurezza, per prevenire lesioni alla testa".

.. e in Italia?

(*) In Italia vengono ricoverate ogni anno, per trauma cranico, circa 250 persone ogni 100.000 abitanti (= 148.000 individui) con una mortalità di 17 casi per 100.000 abitanti (= 10.000 individui).

Fonte: nurse24.it 


I ricercatori hanno anche valutato i dati per cause specifiche di morte tra tutti i partecipanti. Nel complesso, le cause più comuni di morte sono state i tumori, le malattie cardiovascolari e i disturbi neurologici (che includono demenza, epilessia e ictus). Tra gli individui con lesioni alla testa, si sono verificati più frequentemente decessi causati da disturbi neurologici e lesioni o traumi involontari (come cadute).


Quando gli investigatori hanno valutato cause neurologiche specifiche di morte tra i partecipanti con lesioni alla testa, hanno scoperto che quasi i due terzi delle cause neurologiche di morte sono stati attribuiti a malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer e il Parkinson. Queste malattie costituivano una percentuale più alta di decessi complessivi tra gli individui con lesioni alla testa (14,2%) rispetto a quelli senza (6,6%).


"I dati dello studio non spiegano perché la causa della morte nelle persone con lesioni alla testa abbia più probabilità di provenire dalle malattie neurodegenerative, il che sottolinea la necessità di ulteriori ricerche sulla relazione tra questi disturbi, lesioni alla testa e morte", ha affermato Andrea L.C. Schneider MD/PhD, assistente prof.ssa di neurologia della Penn.


I dati della ricerca sono stati tratti dall'Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC), uno studio continuo di comunità con 15.792 partecipanti da 45 a 65 anni di età, reclutati nel 1987-1989 nei sobborghi di Minneapolis/Minnesota, Washington County/Maryland, Forsyth County/North Carolina e Jackson/Mississippi.

 

 

 


Fonte: University of Pennsylvania (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: H Elser, ...[+5], ALC Schneider. Head Injury and Long-term Mortality Risk in Community-Dwelling Adults. JAMA Neurol., 23 Jan 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.