Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificate 4 distinte traiettorie del dolore nei residenti in casa di cura

Capire il dolore nel tempo può alterare la cura e migliorare la qualità della vita

PainTrajectoriesInNursingHomeResidents

Nonostante la consapevolezza che il dolore sia comune negli ospiti delle case di cura, è stata data finora poca attenzione al modo in cui questo dolore cambia nel tempo. Un nuovo studio di ricercatori del Regenstrief Institute e dell'Indiana University di Indianapolis presenta prove convincenti dell'esistenza di 4 distinte traiettorie del dolore in questa popolazione.


Questa nuova comprensione del dolore nel tempo può aiutare il personale e i medici della casa di cura a capire, riconoscere e rispondere ai fattori di rischio associati al dolore persistente nelle persone che vivono in casa di cura. In definitiva, considerare le traiettorie del dolore può alterare i percorsi di assistenza e le malattie, prevenire esiti avversi e migliorare la qualità di vita.


"Identificare le traiettorie del dolore può aiutarci a migliorare il controllo del dolore per i residenti delle case di cura", ha affermato Connie Cole PhD/DNP/APRN, prima autrice dello studio. “Siamo in grado di identificare i fattori di rischio, come l'obesità o le fratture, e usarli per riconoscere le persone che hanno un rischio maggiore di dolore. Per i pazienti che non sono in grado di auto-segnalarlo, come chi ha il morbo di Alzheimer (MA), possiamo usare quei fattori per identificare chi potrebbe avere un maggiore rischio di dolore e quindi monitorarlo più da vicino".


Il dolore persistente è associato ad una maggiore probabilità di depressione, problemi del sonno, minore felicità e soddisfazione di vita, con conseguente riduzione della qualità di vita ed esiti sanitari peggiori.


“Questo lavoro evidenzia che il dolore è sottostimato tra molte popolazioni, compresi gli anziani nelle case di cura. È fondamentale che continuiamo a far luce sulle esigenze insoddisfatte di queste persone vulnerabili", ha dichiarato l'autrice senior dello studio Susan Hickman PhD, direttrice del Centro Ricerca sull'Invecchiamento dell'Università dell'Indiana  e presidente ad interim e CEO del Regenstrief Institute.


Lo studio ha analizzato un totale di 46.103 valutazioni del dolore di 4.864 residenti in 44 case di cura, quasi due terzi dei quali erano donne. I ricercatori hanno identificato 4 distinte traiettorie del dolore a lungo termine.

  1. dolore persistente nel tempo (14%)
  2. dolore inizialmente in aumento, si mantiene stabile e quindi cala nel tempo (15%)
  3. dolore inizialmente in calo, si mantiene costante e quindi aumenta nel tempo (22%)
  4. dolore costantemente assente (49%)


Tra le numerose scoperte dello studio riguardanti i fattori di rischio associati a varie traiettorie del dolore:

  • L'obesità e la cognizione intatta erano associate alla traiettoria di dolore persistente nelle case di cura in località rurali.
  • La frattura dell'anca era associata ad un rischio 5 volte più alto di dolore persistente.
  • I residenti con la traiettoria del dolore in aumento avevano più rischio di morte [prematura].
  • Essere femmine, vivere in una casa di cura in località rurale, avere cognizione intatta e contrattura (una condizione di accorciamento e indurimento dei muscoli) erano fattori comuni associati a tutte le 3 traiettorie in cui era presente il dolore.
  • I residenti delle case di cura con un indice di massa corporea normale o con una diagnosi di MA o di una demenza correlata avevano meno probabilità di essere in una delle 3 traiettorie in cui era presente il dolore.


“Come medico, la mia esperienza è che i residenti delle case di cura con una diagnosi di MA o demenza hanno meno probabilità di essere in una delle tre traiettorie con dolore rispetto a quelli con cognizione intatta, a causa dell'incapacità di comunicare e della difficoltà in valutare clinicamente il dolore negli individui con deterioramento della cognizione"
, ha affermato la dott.ssa Cole, che è stata anche infermiera. "Identificare gli ospiti che potrebbero essere sotto-rappresentati nelle traiettorie del dolore può dare slancio al personale delle case di cura per migliorare la valutazione del dolore".


"L'idea che ci siano traiettorie di dolore ha rilevanza per una popolazione di pazienti più ampia oltre l'ambiente di cura", ha aggiunto la dott.ssa Hickman. "C'è un bisogno pressante di comprendere meglio il dolore, di come cambia nel tempo e quali fattori di rischio sono associati, in particolare tra gli anziani e quelli con deterioramento cognitivo che non sono in grado di esprimere e segnalare le proprie esperienze".

 

 

 


Fonte: Regenstrief Institute (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: CS Cole, ...[+4], SE Hickman. Pain trajectories of nursing home residents. J of Am Ger Soc, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)