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Come l'ascolto attivo della musica può ingrandire il nostro cervello

Marie et al. 2023 Neuroimage ReportsRossi e gialli mostrano punti dove è aumentato il volume della materia grigia per 6 mesi in 132 anziani a seguito di interventi musicali. Fonte: Marie et al., 2023 / Neuroimage: Reports (CC BY 4.0)

Invecchiando, il nostro cervello perde un po' del suo volume. La perdita di materia grigia legata all'età è in genere associata al declino cognitivo e al deterioramento della memoria. Gli anziani hanno un rischio maggiore di atrofia cerebrale (restringimento) e di solito perdono parte della memoria di lavoro a causa del diradamento della materia grigia.


Questo diradamento non avviene uniformemente in tutto il cervello; alcune aree tendono ad assottigliarsi di più e si riducono più velocemente man mano che invecchiamo. A 70 anni, la maggior parte degli anziani sperimenterà un po' di restringimento del cervello nelle aree legate alla memoria. Tuttavia, quelli chiamati 'super-ager' (super-invecchianti) tendono a perdere meno volume di materia grigia e spesso hanno funzioni di memoria ben conservate ben oltre i 70 anni.


Quali condizioni supportano meno restringimento del cervello e preservano la cognizione in tarda età? La ricerca basata sull'evidenza ha stabilito che molti fattori, dai tratti genetici, alla personalità, alle scelte di stile di vita e alle abitudini quotidiane, possono avere benefici neuroprotettivi. Sempre più evidenze suggeriscono che la musica può compensare il declino progressivo della memoria a causa dell'atrofia cerebrale legata all'età.

 

Interventi musicali aumentano il volume di materia grigia in alcune aree cerebrali

Un nuovo studio con risonanza magnetica (fMRI) sui benefici confermati dalle neuroscienze degli interventi musicali in 132 anziani sani (dai 62 ai 78 anni) ha scoperto che imparare a suonare uno strumento, o seguire corsi di sensibilizzazione musicale che coltivano l'«ascolto attivo» per 6 mesi, aumenta il volume di materia grigia in regioni cerebrali specifiche e migliora la memoria di lavoro. Questi risultati (Marie et al., 2023) sono stati pubblicati di recente su NeuroImage: Reports.


Come si vede nelle neuroimmagini sopra, il primo autore Damien Marie e i coautori hanno scoperto che gli interventi musicali migliorano il volume della materia grigia in alcune aree cerebrali associate a funzioni cognitive di alto livello e a regioni specifiche degli emisferi sinistro e destro del cervelletto. Gli interventi musicali hanno anche migliorato la neuroplasticità del cervelletto.


Gli anziani di entrambi i gruppi ('suono di strumento musicale' e 'ascolto attivo della musica') hanno tratto benefici da 6 mesi di addestramento. Non era necessario che i partecipanti si esercitassero a suonare uno strumento per migliorare il volume del cervelletto e aumentare le prestazioni della memoria: ascoltare attivamente la musica ha avuto effetti simili.

 

Coltivare la musicalità rafforza la materia grigia del cervelletto degli anziani

Di tutti i cambiamenti cerebrali guidati dalla musica osservati in questo studio con fMRI, un aumento del volume della materia grigia nei lobuli VIII degli emisferi sinistro e destro del cervelletto si è legato molto solidamente ai miglioramenti della memoria di lavoro.


Come spiegano gli autori, "la relazione longitudinale struttura-comportamento che riportiamo a livello del cervelletto e della memoria di lavoro è conforme alla revisione di studi di neuroscansione che rivelano che i lobuli inferiori del cervelletto sono coinvolti nella memoria di lavoro".


Gli ultimi risultati (2023) di Marie et al. su come gli interventi musicali migliorano il volume della materia grigia cerebellare e migliorano la memoria di lavoro degli anziani sono allineati con un altro studio di stimolazione transcranica a corrente diretta pubblicato di recente (Almeida et al., 2023), che ha scoperto che quella stimolazione del cervelletto aumenta la memoria episodica degli anziani.

 

Interventi non farmacologici possono compensare il declino cognitivo legato all'età

Numerosi studi a controllo dei pari hanno dimostrato che interventi non farmacologici come la stimolazione transcranica, l'esercizio aerobico, il sollevamento pesi, suonare uno strumento e ascoltare attivamente la musica sono approcci promettenti per compensare il declino cognitivo legato all'età.


Nella conclusione del loro documento, Damien Marie e i coautori riassumono il significato nel mondo reale degli interventi pratici di sensibilizzazione musicale che insegnano tecniche di ascolto attivo agli anziani: "In questo contesto, la cultura musicale/ascolto attivo può essere un promettente intervento comportamentale di gruppo a basso costo, ecologico, più semplice dell'insegnamento del piano o di altri interventi strumentali", scrivono gli autori.


In un comunicato stampa di aprile 2023, gli autori esprimono la loro convinzione che "interventi ricreativi e accessibili" come l'ascolto attivo della musica possono aiutare a promuovere un invecchiamento sano e dovrebbero essere incorporati nella politica di sanità pubblica.


Studi futuri di questo team di ricerca approfondiranno il potenziale degli interventi musicali per aiutare gli anziani con lieve deterioramento cognitivo a ridurre il rischio di sviluppare la demenza.

 

 

 


Fonte: Christopher Bergland in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  • D Marie et al. Music Interventions in 132 Healthy Older ... Neuroimage: Reports, Mar 2023, DOI
  • J Almeida et al. The Cerebellum Is Causally Involved ... GeroScience, Feb 2023, DOI
  • X Guell et al. Cerebellar Functional Anatomy: ... The Cerebellum, 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

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