Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Grasso vascolare sano in menopausa può evitare la demenza più avanti nella vita

Un nuovo studio mostra che prenderti cura del tuo cuore ti aiuta a prenderti cura del tuo cervello.

brain and heart

La quantità e la qualità dei grassi che circondano la più grande arteria del cuore in mezza età possono prevedere il rischio di una donna di sviluppare la demenza in tarda età, secondo un nuovo studio di ricercatori della University of Pittsburgh che ha seguito le donne nella menopausa e per più di una dozzina di anni dopo.


La ricerca, pubblicata su Alzheimer's & Dementia, è una prova ulteriore che la transizione della menopausa è un momento particolarmente importante per le donne, e per i loro medici, di prestare attenzione alla salute del cuore, che a sua volta protegge la loro salute cerebrale.


"È scioccante sapere che i due terzi degli americani con morbo di Alzheimer (MA) sono donne", ha affermato Meiyuzhen (Chimey) Qi, prima autrice e dottoranda in epidemiologia alla Pitt Public Health. "Il fattore di rischio modificabile più comune per la demenza è la malattia cardiovascolare e, interessante, il rischio di una donna per le malattie cardiovascolari aumenta dopo la menopausa. Quindi il passo logico successivo era vedere se c'era un legame tra fattori di rischio cardiovascolare correlati alla transizione della menopausa, come il tipo di grasso cardiovascolare che ha la donna, e la sua funzione cognitiva più avanti nella vita".


Per esplorare l'intuizione, il team si è rivolto allo studio di lungo termine Study of Women’s Health Across the Nation (SWAN) e al suo studio accessorio, lo SWAN Cardiovascular Fat. Lo SWAN segue un gruppo diversificato di donne di mezza età nella transizione della menopausa. All'età media di 51 anni, 531 donne partecipanti hanno avuto scansioni per conoscere il grasso intorno al cuore e nelle arterie. Sono state quindi seguite per 16 anni, con vari test cognitivi nel frattempo.


Il grasso cardiovascolare è costituito da tre tipi principali:

  1. tessuto adiposo epicardico (EAT) situato all'interno del sacco che circonda il cuore,
  2. tessuto adiposo paracardiale (PAT) situato fuori di quel sacco
  3. tessuto adiposo perivascolare toracico (PVAT), che circonda il tratto più lungo dell'arteria più grande del corpo.


EAT and PAT sono generalmente grassi 'bianchi' di qualità inferiore che il corpo immagazzina, mentre il PVAT toracico può essere un grasso 'marrone' di qualità superiore che il corpo converte facilmente in energia. Il team ha usato la densità del grasso nelle scansioni come indicatore della sua qualità.


In questo studio, i ricercatori hanno valutato come la quantità e la qualità del grasso cardiovascolare durante la mezza età sono correlate alla funzione cognitiva durante l'invecchiamento delle donne. La quantità è stata misurata come volume di grasso, mentre la qualità è stata determinata in base alla sua densità.


Un volume maggiore di PVAT toracico durante la mezza età era correlato a una memoria più forte a lungo termine più avanti nella vita, mentre una maggiore densità di PVAT toracico (che probabilmente rifletteva il grasso bianco di qualità inferiore) era collegata al peggioramento della memoria a breve termine.


“Questa è un'associazione. Non possiamo dire con certezza che il grasso cardiovascolare di qualità superiore o inferiore provoca il MA, ma è un indizio allettante che ha senso", ha affermato l'autrice senior dott.ssa Samar El Khoudary, prof.ssa di epidemiologia alla Pitt Public Health. "Dei diversi tipi di grasso cardiaco, il PVAT è il più vicino alla circolazione cerebrale e il grasso marrone è collegato a un migliore metabolismo del corpo intero e a marcatori inferiori d'infiammazione".


Durante la transizione della menopausa, le donne di solito sperimentano infiammazione del tessuto vascolare o grasso, che può manifestarsi come PVAT toracico con una densità più elevata, il che significa che è di qualità inferiore.


Studi precedenti avevano scoperto che l'infiammazione vascolare promuove la formazione della placca e il tessuto a grasso infiammato ha una secrezione anormale delle molecole di segnalazione cellulare, che predispongono le persone al declino cognitivo.


Lo studio accessorio SWAN Cardiovascular Fat era limitato alle donne bianche e nere, quindi i ricercatori hanno sottolineato che saranno necessari ulteriori studi per vedere se i risultati si estendono alle donne di altre razze ed etnie o agli uomini. E sono necessarie ulteriori ricerche per determinare se il tipo di grasso cardiovascolare provoca effettivamente un declino cognitivo o se gli sforzi per modificare la qualità del grasso cardiovascolare (come l'assunzione di farmaci antinfiammatori) possono evitare la demenza.


"Detto questo, credo che il nostro studio sia una nuova prova che prenderti cura del tuo cuore ti aiuta a prenderti cura del tuo cervello e che la menopausa sia un momento particolarmente sensibile per il cuore e per la salute del cervello", ha detto la El Khoudary. "Quindi rimanere attivi e fare regolarmente esercizi cardiovascolari che fanno pompare il cuore, oltre a seguire una dieta sana e tenere il passo con gli appuntamenti del medico, sono particolarmente importanti per la mezza età. Proteggere il tuo cuore durante la transizione alla menopausa potrebbe proteggere il tuo cervello in futuro".

 

 

 


Fonte: Allison Hydzik in University of Pittsburgh (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M Qi, [+8], SR El Khoudary. The quantity and quality of cardiovascular fat at mid-life and future cognitive performance among women: The SWAN cardiovascular fat ancillary study. Alz & Dem, May 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.