Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


AI identifica il lieve decadimento cognitivo dalle scansioni della retina

 Retinal scan at Duke Health

Un modello di apprendimento automatico sviluppato dai ricercatori della Duke University in Nord Carolina può differenziare la cognizione normale dal lieve deterioramento cognitivo (MCI, mild cognitive impairment) usando immagini retiniche dall'occhio.


Il modello analizza le immagini della retina e i dati associati e riconosce caratteristiche specifiche per identificare le persone con MCI. Il modello, pubblicato su Oftalmology Science, dimostra il potenziale di un metodo non invasivo ed economico per identificare i primi segni di compromissione cognitiva che potrebbe progredire verso il morbo di Alzheimer (MA).


"Questo è un lavoro particolarmente entusiasmante perché finora non eravamo riusciti a differenziare l'MCI dalla cognizione normale con i modelli precedenti", ha affermato l'autrice senior Sharon Fekrat MD, prof.ssa nei dipartimenti di oftalmologia e neurologia della Duke e prof.ssa associata nel Dipartimento di chirurgia. "Questo lavoro ci fa fare un passo avanti nel rilevare il deterioramento cognitivo prima che avanzi alla demenza di MA".


La Fekrat e i colleghi avevano sviluppato in precedenza un modello che usava scansioni retiniche e altri dati per identificare con successo i pazienti con una diagnosi nota di MA. Le scansioni - basate sulla tomografia a coerenza ottica (OCT) e angiografia OCT (OCTA) - hanno rilevato cambiamenti strutturali nella retina neurosensoriale e sulla sua microvascolatura tra i pazienti di MA.


Il presente studio espande quel lavoro, usando tecniche di apprendimento automatico per rilevare l'MCI, che è spesso un precursore di MA. Il nuovo modello identifica le caratteristiche specifiche nelle immagini OCT e OCTA che segnalano la presenza di compromissione cognitiva, insieme ai dati sui pazienti come età, sesso, acuità visiva e anni di istruzione e dati quantitativi dalle immagini stesse.


I ricercatori hanno riferito che il modello ha analizzato le foto e le scansioni della retina insieme a dati quantitativi per differenziare le persone con cognizione normale da quelle con una diagnosi di MCI, con una sensibilità del 79% e una specificità dell'83%.


"Questo è il primo studio a usare le immagini retiniche OCT e OCTA per distinguere le persone con MCI da individui con cognizione normale"
, ha affermato i primo coautore C. Ellis Wisely MD, assistente professore nel Dipartimento di Oftalmologia. "Avere un mezzo non invasivo e meno costoso per identificare in modo affidabile questi pazienti è sempre più importante, in particolare ora che stanno per essere disponibili nuove terapie per il MA".


"La retina è una finestra sul cervello e gli algoritmi di apprendimento automatico che sfruttano le scansioni della retina non invasive ed economiche per valutare la salute neurologica possono essere uno strumento potente per individuare i pazienti su vasta scala", ha affermato il primo coautore Alexander Richardson, studente nel laboratorio Eye Multimodal Imaging in Neurodegenerative Disease della Duke.

 

 

 


Fonte: Duke University Health System (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: CE Wisely, [+8], S Fekrat. A convolutional neural network using multimodal retinal imaging for differentiation of mild cognitive impairment from normal cognition. Ophthalmology Science, 25 June 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.