Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Memoria extra dei superager collegata a movimenti più veloci e salute mentale migliore

Le persone che hanno superato gli ottanta e possono ricordare eventi quotidiani ed esperienze di vita come chi ha 20-30 anni di meno, chiamati superager, hanno anche maggiori probabilità di avere una velocità di movimento maggiore degli anziani tipici. E avere anche tassi più bassi di ansia e depressione, secondo un nuovo studio pubblicato su The Lancet Healthy Longevity.


La funzione di memoria della maggior parte delle persone declina gradualmente con l'età; però i superager sembrano essere in grado di evitare questo deterioramento correlato all'età. La prima autrice Marta Garo-Pascual, del Queen Sofia Foundation Alzheimer Center di Madrid, ha dichiarato:

“Ora siamo più vicini a rispondere a una delle più grandi domande sui superager: sono veramente resistenti al declino della memoria correlato all'età o hanno dei meccanismi per far fronte che li aiutano a superare questo declino meglio dei coetanei? I nostri risultati suggeriscono che i superager sono resistenti a questi processi, sebbene le ragioni precise di ciò non siano ancora chiare. Osservando ulteriormente i collegamenti tra invecchiare in modo super e la velocità del movimento potremmo ottenere importanti intuizioni sui meccanismi che permettono di conservare la memoria nella vecchiaia molto avanzata".


Anche se le ricerche precedenti hanno riscontrato differenze nei superager rispetto agli anziani tipici, nella struttura cerebrale e in alcuni fattori di stile di vita (come connessioni sociali più forti), la maggior parte degli studi precedenti aveva pochi partecipanti e non hanno tracciato i cambiamenti nel tempo. Perciò non capiamo fino in fondo i fattori demografici, di vita o clinici che aiutano a preservare la funzione di memoria nella vecchiaia.


Per aiutare a colmare queste lacune di conoscenza, gli autori hanno condotto una delle più grandi analisi dei superager fatte fino ad oggi. I partecipanti sono stati scovati all'interno di uno studio attivo che intende identificare i primi indicatori dell'Alzheimer. La coorte del progetto Vallecas di Madrid è composta da persone tra i 69 e gli 86 anni di età senza disturbi psichiatrici neurologici o gravi. Dei 1.213 partecipanti della coorte, reclutati tra il 2011 e il 2014, 64 superager sono stati identificati e inclusi nel nuovo studio, insieme a 55 adulti tipici, che ottenevano buoni risultati su diversi compiti cognitivi ma mancavano delle capacità di memoria dei superager.


La suddivisione è stata fatta in base alle prestazioni dei partecipanti nel Free and Cued Selective Reminding Test, l'esame di 'ricordo selettivo libero e suggerito' che viene usato per valutare la funzione di memoria. I superager hanno ottenuto risultati almeno pari a quelli della persona media circa 30 anni più giovane con lo stesso livello di istruzione. Gli anziani tipici hanno avuto risultati nella gamma normale della loro età e istruzione. Sia superager che anziani tipici avevano almeno 79,5 anni e la maggior parte erano donne: 59% dei superager (38 su 64) e 64% degli anziani tipici (35 su 55).


I partecipanti hanno avuto fino a sei visite di controllo annuali, durante le quali sono stati registrati i fattori demografici e di stile di vita. Si sono inoltre sottoposti a scansioni di risonanza magnetica per misurare il volume della materia grigia e hanno completato una serie di test clinici. Sono stati prelevati campioni di sangue per trovare i biomarcatori e un fattore di rischio genetico chiave del MA. È stato poi usato un modello informatico di apprendimento automatico che includeva 89 predittori demografici, di vita e clinici per identificare i fattori associati ai superager.


In linea con studi precedenti, le scansioni MRI hanno mostrato che i superager hanno più materia grigia - tessuto vitale per la normale funzione cerebrale - nelle aree del cervello chiave coinvolte nella memoria e anche in una parte del cervello coinvolta nel movimento. Anche il livello complessivo della materia grigia dei superager nelle aree chiave era degenerato più lentamente su 5 anni rispetto agli anziani tipici.


Con il modello di apprendimento automatico, gli autori hanno scoperto che una velocità di movimento più rapida e una migliore salute mentale sono i fattori associati più di frequente ai superager. I superager si sono comportati meglio nel test Timed Up and Go - che misura la mobilità delle persone - e nel test di tocco delle dita che misura la funzione motoria fine, indicando che hanno migliore mobilità, agilità ed equilibrio rispetto agli anziani tipici. Questa osservazione è stata fatta nonostante le differenze nei livelli auto-segnalati di esercizio tra i superager e gli anziani tipici.


Nei test clinici per misurare i livelli di ansia e depressione, i superager hanno ottenuto un punteggio inferiore rispetto agli anziani tipici. Ricerche precedenti suggeriscono che la depressione e l'ansia possono compromettere le prestazioni sui test di memoria nelle persone di tutte le età e sono fattori di rischio per lo sviluppo della demenza. L'autore senior dott. Bryan Strange, dell'Universidad Politécnica de Madrid, ha dichiarato:

"Sebbene i superager segnalino livelli di attività simili agli anziani tipici, è possibile che svolgano attività più esigenti come il giardinaggio o la salita delle scale. Dai livelli minori di pressione sanguigna e di obesità all'aumento del flusso sanguigno al cervello, ci sono molti benefici diretti e indiretti di essere fisicamente attivi che possono contribuire a migliorare le capacità cognitive in vecchiaia.

"Abbiamo dimostrato in precedenza che quando dei giovani adulti si muovono mentre guardano foto, hanno maggiori probabilità di ricordare in seguito l'immagine che se fossero stati fermi. È anche possibile che avere una migliore salute cerebrale di partenza possa permettere ai superager di avere una velocità di movimento più rapida".

“Ulteriori ricerche in queste aree potranno alla fine rivelare modi per aiutare a preservare la funzione di memoria negli anziani. Ciò che abbiamo scoperto, tuttavia, è che esiste una sovrapposizione tra rischi o fattori protettivi per la demenza e quelli associati allo stato di superager (come pressione sanguigna, controllo del glucosio e salute mentale).

"Ciò fa sorgere la possibilità che alcuni fattori di rischio putativi per la demenza stiano, in effetti, contribuendo al declino legato all'età nell'attività cerebrale legata alla memoria, che possono agire in parallelo o in modo additivo con la patofisiologia della demenza per amplificare la compromissione della memoria".


Sono state anche osservate altre differenze auto-segnalate, incluso che gli stili di vita dei superager in mezza età erano generalmente più attivi, erano soddisfatti della durata del sonno e avevano maggiori probabilità di avere conoscenze musicali (insegnate o amatoriali) rispetto agli anziani tipici. I superager hanno anche dimostrato una maggiore indipendenza nella vita quotidiana e hanno ottenuto un punteggio più alto nei test di intelligenza.


L'analisi del campione di sangue ha indicato che i superager hanno livelli più bassi di biomarcatori di neurodegenerazione rispetto agli anziani tipici. Non sono state trovate differenze nella presenza di un importante fattore di rischio genetico del MA, chiamato ApoE e4.


Gli autori riconoscono alcune limitazioni nel loro studio. Come con qualsiasi studio osservazionale, non è possibile dire se i fattori riportati hanno un effetto diretto sulle capacità dei superager. Nonostante l'uso di 89 variabili, il modello di apprendimento automatico ha distinto i superager dagli anziani tipici solo in circa il 66% dei casi, indicando che ulteriori fattori - possibilmente genetici - sono collegati alla condizione di superager. Ulteriori ricerche sulla sovrapposizione tra legami genetici e superager e geni associati a movimenti muscolari veloci tra gli anziani potrebbero aiutare a restringere la ricerca.

 

 

 


Fonte: The Lancet via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M Garo-Pascual, [+ 4], BA Strange. Brain structure and phenotypic profile of superagers compared with age-matched older adults: a longitudinal analysis from the Vallecas Project. Healthy Longevity, 13 Jul 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.