Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperti processi finora sconosciuti nel metabolismo dei grassi nell'Alzheimer

Nuove informazioni sulla patogenesi dell'Alzheimer potrebbero sbloccare nuovi approcci terapeutici e aiutare a prevenire la malattia.

Uno studio pubblicato su Cell Chemical Biology, guidato dai professori Marcus Grimm e Tobias Hartmann della SRH University of Applied Health Sciences di Leverkusen e della Saarland University ha fatto luce su una interazione bidirezionale nel metabolismo dei grassi del corpo che potrebbe avere un ruolo importante nello sviluppo del morbo di Alzheimer (MA), ruolo che hanno anche la dieta e altri fattori di stile di vita, come il fumo.

Il MA è una delle forme più comuni di demenza e colpisce milioni di persone in tutto il mondo. I pazienti con MA perdono la memoria, sono disorientati, soffrono di problemi di parlato e linguaggio e diventano sempre più confusi man mano che la malattia avanza. Il morbo, che danneggia e uccide le cellule nervose nel cervello, è attualmente incurabile.

Mentre la malattia si sviluppa, si verificano innumerevoli processi biochimici che coinvolgono sequenze altamente complesse di comandi e segnali all'interno delle cellule del corpo. Scienziati di tutto il mondo sono attualmente impegnati nella ricerca in questi percorsi neurali. Comprendere ciò che accade nel corpo quando il MA insorge permette di intervenire e rallentare, o idealmente bloccare, i processi coinvolti.

Una proteina nota per il suo ruolo cruciale nel MA è il peptide amiloide-beta (Aβ), che nel corpo di una persona sana può essere semplicemente degradata. Tuttavia, in coloro che soffrono di MA, si raggruppa formando 'placche' indurite che si depositano tra le cellule nervose del cervello.

"L'Aβ è un elemento chiave nello sviluppo del MA e porta alla neurodegenerazione", spiega il prof. Marcus Grimm, specialista di nutrizione, direttore di un laboratorio di ricerca di biologia molecolare e cellulare all'Homburg Institute, docente e ricercatore alla SRH University di Leverkusen e alla Saarland University.

I professori Hartmann e Grimm stanno da tempo cercando di capire come sono collegati MA e dieta e il loro team di ricerca ha ora trovato nuove prove a sostegno di un tale legame. Hanno identificato un meccanismo finora sconosciuto nel metabolismo dei grassi del corpo che può portare allo sviluppo del MA.

Secondo loro, la produzione dell'Aβ influenza la sintesi di alcuni grassi, in particolare una classe di lipidi noti come solfatidi e che, per converso, la quantità di solfatidi media la quantità di Aβ. Questa interazione bidirezionale ha un significato potenzialmente importante nella ricerca di MA, poiché è noto che il livello di solfatidi è esaurito e il livello di Aβ è elevato nel cervello dei pazienti di MA.

Marcus Grimm ha spiegato:

"Il nostro studio ha identificato un aspetto fisiologico finora sconosciuto di come viene elaborata la proteina precursore dell'amiloide (APP), e questo è significativo perché l'APP ha un ruolo chiave nella regolazione cerebrale del metabolismo dei lipidi, in particolare dei solfatidi. I solfatidi sono grassi speciali presenti nel cibo che mangiamo ma che possono anche essere prodotti dal corpo stesso.

"Abbiamo dimostrato sperimentalmente che la produzione di Aβ influenza la quantità di solfatidi e viceversa. I nostri risultati mostrano che la scissione dell'APP per produrre Aβ porta anche al rilascio di un altro frammento proteico chiamato AICD. A sua volta l'AICD inibisce l'espressione dell'enzima Gal3st1/CST, che ha un ruolo centrale nella sintesi dei solfatidi del corpo".

Di particolare interesse per i ricercatori è l'impatto che la dieta e lo stile di vita possono avere sulla malattia. Il professore di neurologia sperimentale Tobias Hartmann, direttore del German Institute for Dementia Prevention di Homburg/Saarland, ha affermato:

"Fattori come il fumo possono avere un effetto negativo sui livelli di solfatidi, mentre garantire che il corpo abbia un approvvigionamento adeguato di vitamina K o mangiare alcuni tipi di frutti di mare possono avere un effetto positivo. Questi risultati suggeriscono possibili approcci allo sviluppo di strategie preventive e terapeutiche nella lotta contro il MA. Il nostro studio enfatizza l'importanza di un circuito biochimico intatto che regola l'omeostasi dei solfatidi e la produzione di Aβ e mostra che questo circuito regolatorio è interrotto nei pazienti di MA".

Le nuove informazioni che questa ricerca offre sui processi fisiologici che accompagnano lo sviluppo del MA possono aprire nuove strade per trattare la malattia.

 

 

 


Fonte: Saarland University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: VC Zimmer, [+11], M Grimm. A bidirectional link between sulfatide and Alzheimer’s disease. Cell Chemical Biology, 15 Nov 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.