Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovate prove causali che legano la microangiopatia ad Alzheimer e demenza

Una ricerca condotta in parte dall'Università del Texas di San Antonio (UT Health San Antonio) ha scoperto che la caratteristica più comune della malattia cerebrale dei piccoli vasi (microangiopatia), che si osserva nella risonanza magnetica cerebrale, è un fattore vascolare primario associato al rischio di demenza.


I risultati di questo studio internazionale, pubblicato su Jama Network Open, enfatizzano il significato di quella caratteristica, noto come onere di 'iperintensità della materia bianca' (WMH, white matter hyperintensity), nelle strategie preventive per la demenza.


"I nostri risultati forniscono prove convergenti che la WMH è un fattore vascolare importante associato al rischio di demenza", ha affermato il primo autore Muralidharan Sargurupremraj PhD, assistente professore al Glenn Biggs Institute for Alzheimer’s and Neurodegenerative Diseases dell'UT Health San Antonio. "Confermano anche la WMH come marcatore surrogato per gli studi clinici di prevenzione della demenza, controllando il rischio vascolare".


Lo studio rileva che, con l'aumentare dell'aspettativa di vita, la prevalenza della demenza dovrebbe raggiungere 75 milioni di persone a livello globale entro il 2030, il che rende un'importante priorità di salute pubblica le strategie di sviluppo per prevenirla o ritardarla.


La comunità scientifica riconosce ampiamente che la maggior parte dei casi di demenza, compreso il morbo di Alzheimer (MA), sono correlati a una combinazione di lesioni vascolari e neurodegenerative. E si ritiene che la malattia cerebrale dei piccoli vasi sia il principale contributo sottostante al declino cognitivo e alla demenza, poiché quasi la metà dei casi di demenza mostrano le caratteristiche neuropatologiche sia del MA che della microangiopatia, osserva lo studio.


Tuttavia, mentre gli studi osservazionali avevano trovato prove di un'associazione tra WMH e aumento del rischio di ictus e demenza, le prove causali erano limitate. Le WMH sono lesioni nel cervello che si presentano come aree di maggiore luminosità nelle scansioni a risonanza magnetica ponderata-T2.


Nel nuovo studio, i ricercatori hanno trovato le prove di un legame causale tra tratti vascolari e MA, usando analisi variabili di strumenti genetici (randomizzazione mendeliana), un metodo che sfrutta la randomizzazione naturale degli alleli genetici per capire le influenze sul rischio di malattia determinate dalle differenze nell'effetto genetico sull'esposizione modificabile.


In particolare, un'analisi di due anni terminata il 24 luglio 2022 e studi di associazione a livello del genoma di MA su circa 75.000 casi di demenza in Europa, hanno permesso ai ricercatori di trovare prove causali di associazione tra un carico WMH più ampio e un aumento del rischio di malattia, considerando gli effetti pressione-pulsazione.


Lo studio ha anche messo in evidenza l'importanza di combinare diversi approcci e tipi di dati epidemiologici complementari e di tenere conto degli avvertimenti di analisi variabili strumentali quando si esplora l'impatto dei tratti vascolari sulle malattie ad esordio tardivo come la demenza.


"Poiché la malattia vascolare è un contributore curabile del rischio di demenza, i nostri risultati hanno un significato ampio per le strategie di prevenzione del MA e della demenza nel suo insieme", ha concluso Sargurupremraj.


I ricercatori auspicano studi futuri per esaminare se i loro risultati possono essere generalizzati a popolazioni non europee.

 

 

 


Fonte: Steven Lee in University of Texas (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M Sargurupremraj, [+32], S Debette. Genetic Complexities of Cerebral Small Vessel Disease, Blood Pressure, and Dementia. JAMA Network Open, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)