Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Chiarire i cambiamenti nell'Alzheimer preclinico

Time course of pathological changes along the AD continuum Evoluzione nel tempo dei cambiamenti patologici nel continuum dell'Alzheimer (Fonte: Gallego-Rudolf et al.)

Le proteine ​​amiloide-beta (Aβ) e tau sono da lungo tempo associate al morbo di Alzheimer (MA). L'accumulo patologico di queste proteine ​​porta al declino cognitivo delle persone con la malattia, anche se è poco chiaro come lo fa.


Un nuovo studio dei laboratori di Sylvain Baillet al Neuro e di Sylvia Villeneuve al Douglas Research Center, entrambi della McGill University di Montreal / Canada, pubblicato su Nature Neuroscience, fornisce una visione importante di come queste proteine ​​influiscono sull'attività cerebrale e possibilmente contribuiscono al declino cognitivo.


La squadra guidata da Jonathan Gallego Rudolf, dottorando dei due laboratori, ha reclutato 104 persone con una storia familiare di MA. Ha quindi scansionato il cervello dei partecipanti usando una combinazione di tomografia a emissione di positroni (PET) che rileva presenza e posizione delle proteine, ​​e magnetoencefalografia (MEG) che registra l'attività cerebrale in queste regioni.


Gli scienziati hanno confrontato i risultati delle due scansioni e hanno scoperto che le aree cerebrali con un aumento dei livelli di Aβ hanno espressioni macroscopiche di iperattività cerebrale, riflesse da attività cerebrale aumentata nella frequenza-veloce e ridotta per quella a frequenza-lenta. Per le persone sia con Aβ che tau nel cervello, il modello si è spostato verso l'ipoattività, con livelli più elevati di patologia che porta al rallentamento dell'attività cerebrale.


Nei test cognitivi eseguiti circa 4 anni dopo le scansioni cerebrali, il team ha scoperto che i partecipanti con tassi più elevati di questo rallentamento cerebrale correlato ad Aβ-tau hanno mostrato livelli più elevati di declino dell'attenzione e della memoria.


I risultati suggeriscono che l'interazione tra Aβ e tau porta ad un'attività cerebrale alterata prima che ci siano sintomi cognitivi evidenti. Nel seguito dello studio, Rudolf prevede di ri-scansionare gli stessi partecipanti nel tempo per provare se l'accumulo delle due proteine ​​promuove un ulteriore rallentamento dell'attività cerebrale e se questo prevede accuratamente la loro evoluzione cognitiva.


“Il nostro studio fornisce prove dirette nell'uomo del cambiamento ipotizzato dell'attività neurofisiologica, dall'iper- all'ipo-attività neurale e la sua associazione con il declino cognitivo longitudinale. Questi risultati corrispondono a quelli su modelli animali e computazionali e contribuiscono al progresso della nostra comprensione dei meccanismi patologici alla base della fase preclinica del MA", afferma Rudolf.

 

 

 


Fonte: Shawn Hayward in Neuro / McGill University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: J Gallego-Rudolf, [+2], S Villeneuve, S Baillet, PREVENT-AD Research Group. Synergistic association of Aβ and tau pathology with cortical neurophysiology and cognitive decline in asymptomatic older adults. Nat Neurosci, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.