Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rischio genetico per l'alcolismo cambia il comportamento delle cellule cerebrali e predispone alla demenza

man drinking beer Image by Freepik

Ricercatori della Rutgers University (New Jersey / USA) hanno scoperto che le cellule immunitarie cerebrali di persone con un alto rischio genetico del disturbo da uso di alcol (AUD, alcohol use disorder) si comportano in modo diverso rispetto alle cellule di persone con rischio basso, quando esposte all'alcol.


Il loro studio, pubblicato su Science Advances, potrebbe aiutare a spiegare perché alcune persone sono più suscettibili allo sviluppo di alcolismo e può potenzialmente portare a trattamenti più personalizzati. Zhiping Pang, professore di neuroscienze e biologia cellulare della Rutgors, scienziato residente del Child Health Institute of New Jersey, membro del Brain Health Institute della Rutgers, e autore senior dello studio, ha affermato:

"Questo è il primo studio a mostrare che le variazioni genetiche che aumentano il rischio di AUD influenzano il comportamento di alcune cellule cerebrali. Abbiamo iniziato con un modello semplice, ma man mano che i modelli diventano più complessi, impareremo di più su ciò che sta accadendo nel cervello. Speriamo che le nostre scoperte suggeriscano approcci terapeutici perché al momento non abbiamo grandi trattamenti per l'AUD".


Secondo l'indagine nazionale del 2023 sul consumo di droghe e sulla salute, quasi 28,9 milioni di persone over-12 negli Stati Uniti lottano con l'AUD. Sebbene gli scienziati sappiano che la condizione è ereditaria - con fattori genetici che rappresentano il 40-60% del rischio - i meccanismi biologici alla base di questa componente ereditaria sono rimasti poco chiari.


Il team di ricerca ha prelevato campioni di sangue da due gruppi di persone: alcuni con un alto rischio genetico per AUD e problemi diagnosticati con l'alcol e altri con basso rischio genetico e senza problemi di alcol. Hanno trasformato queste cellule del sangue in cellule staminali e le hanno indotte a diventare un tipo di cellule immunitarie cerebrali chiamate microglia. Hanno quindi esposto questi due gruppi di cellule a livelli di alcol che imitavano quelli osservati nel sangue in seguito al consumo di alcol.


"Le microglia con gli elevati punteggi di rischio genetico erano molto più attive di quelle con i punteggi bassi di rischio genetico dopo l'esposizione all'alcol", ha affermato Xindi Li, prima autrice dello studio, post-dottorato del Child Health Institute of New Jersey.


Le cellule altamente attive si sono impegnate in una 'potatura sinaptica', la rimozione delle connessioni tra i neuroni nel cervello. Questa maggiore attività di potatura potrebbe avere implicazioni significative, hanno detto i ricercatori.


"Dopo ver bevuto per molti anni, le persone con questa genetica possono avere un rischio maggiore di demenza perché le microglia hanno potato un numero molto grande di connessioni", ha detto la Li. "La loro sovrattività potrebbe rendere i neuroni meno funzionali".


Lo studio ha attinto alle competenze in tutta la Rutgers University, coinvolgendo scienziati di più laboratori e dipartimenti, tra cui Ronald Hart e Jay Tischfield. Questo approccio interdisciplinare mette insieme esperti di genetica, neuroscienze e di ricerca sulla dipendenza per affrontare la complessa sfida di capire come i fattori di rischio genetico influenzano il disturbo da uso di alcol a livello cellulare.


Anche se studi precedenti avevano identificato varianti genetiche associate ad un aumento del rischio, era stato difficile vedere come queste differenze influenzano la funzione delle cellule cerebrali. Sebbene questo studio si sia concentrato su un singolo tipo di cellula cerebrale in un ambiente piatto, il team sta sviluppando modelli più sofisticati per la loro ricerca.


"Passiamo dalle colture cellulari in una situazione 2D agli organoidi cerebrali", ha detto Pang. "Quindi possiamo studiare qualcosa di più simile a una mini struttura cerebrale, per capire come le cellule interagiscono con l'alcol e poi vedere iI ruolo dei fattori di rischio genetico in quella risposta".


Questo lavoro potrebbe infine portare a migliori trattamenti per il disturbo da consumo di alcol. I risultati suggeriscono che se variazioni genetiche diverse portano a comportamenti cellulari diversi nel cervello, le persone con diverse firme genetiche potrebbero aver bisogno di trattamenti diversi, ad esempio puntando le microglia in alcune persone ad alto rischio. Detto questo, i ricercatori ammettono che resta molto da fare per tradurre questi risultati cellulari in applicazioni cliniche.

 

 

 


Fonte: Andrew Smith in Rutgers University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: X Li, [+22], ZP Pang. Polygenic risk for alcohol use disorder affects cellular responses to ethanol exposure in a human microglial cell model. Science Advances, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.