Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricercatori trovano una connessione molecolare tra perdita vista/udito e demenza

stress related proteins in yellow in the brain of blind fruit flyIn giallo proteine ​​correlate allo stress che si accumulano nel cervello di un moscerino della frutta con vista deteriorata.

Ricercatori del centro medico della University of Texas Southwestern di Dallas (Texas/USA) hanno collegato la cecità in animali modello a una risposta allo stress cellulare nel cervello che è un fattore di rischio comune della demenza. I loro risultati, pubblicati su Nature Communications, potrebbero aiutare a spiegare la connessione tra perdita di vista o udito e demenza.


"Il nostro studio fornisce informazioni meccanicistiche su come la compromissione sensoriale può essere un potenziale fattore di rischio per la demenza e sottolinea anche l'importanza di ripristinare o mantenere i sistemi sensoriali per ridurre al minimo le complicanze", ha affermato Helmut Krämer PhD, professore di neuroscienze e biologia cellulare della UT Southwestern, che ha guidato lo studio con Katherine Wert PhD, assistente prof.ssa di oftalmologia e biologia molecolare, e con il post-dottorato Shashank Shekhar PhD.


Nell'ultimo decennio, i ricercatori hanno scoperto che le persone con perdita di vista o udito hanno più probabilità di sviluppare la demenza. Studi hanno stimato che la perdita di udito in mezza età contribuisce all'8,2% dei casi di demenza in tutto il mondo e che la compromissione della vista è associata all'1,8% dei casi di demenza in USA. Tuttavia, il meccanismo biologico alla base di questo legame era ancora sconosciuto.


Studiando la segnalazione molecolare nei moscerini della frutta, i dott. Krämer e Shekhar e i loro colleghi hanno fatto una scoperta casuale: il cervello dei moscerini della frutta geneticamente modificati per essere ciechi avevano una diffusa 'risposta integrata allo stress' (ISR).


La ISR protegge le cellule di tutto il corpo da condizioni come fame, infezione virale e deprivazione di ossigeno, limitando la produzione di proteine ​​delle cellule e accendendo geni che riparano il danno cellulare, ha spiegato il dott. Krämer. Se la ISR rimane attiva per periodi prolungati, può uccidere le cellule attraverso l'apoptosi, un meccanismo che elimina le cellule danneggiate impossibilitate a riprendersi, e che minacciano le cellule vicine. Di conseguenza, la ISR è associata a disturbi neurodegenerativi, che includono l'Alzheimer e altre forme di demenza.


Sebbene i ricercatori abbiano visto proteine ​​che propagano la ISR, chiamate ATF4 e XRP1, in tutto il cervello dei moscerini ciechi, erano in un punto improbabile. Piuttosto che essere nel nucleo delle cellule colpite, dove in genere influenzano i geni coinvolti nella ISR, ATF4 e XRP1 sono state trovate in condensati molecolari. Queste goccioline all'interno di una cellula rimangono separate dagli altri contenuti, proprio come l'olio nell'acqua.


Quando i ricercatori nel laboratorio della Wert hanno esaminato il cervello dei topi portatori di mutazioni genetiche che avevano indotto la cecità, hanno visto un fenomeno simile. I condensati avevano una stretta somiglianza con i granuli di stress, una gocciolina simile che si forma all'interno delle cellule nervose sotto stress. Quando i ricercatori hanno usato un farmaco noto per dissolvere questi granuli di stress, si sono sciolti anche i condensati che legavano ATF4 e XRP1, suggerendo che condensati e granuli di stress potrebbero condividere lo stesso scopo.


Non è ancora chiaro come tali condensati possano stimolare la demenza se si sviluppano nel cervello dei pazienti con cecità o altre menomazioni sensoriali, ha affermato il dott. Krämer. Un'ipotesi è che inibire l'entrata nel nucleo cellulare alle proteine ​​che propagano la ISR potrebbe inizialmente essere protettivo, evitando la ISR a lungo termine, e la conseguente apoptosi. Tuttavia, i condensati potrebbero impedire alle proteine ​​associate alla ISR di rispondere ad altre complicanze neurali, come la sovrapproduzione di proteine ​​associate all'Alzheimer, rendendo le cellule più vulnerabili ai danni.


Studi futuri valuteranno se dissolvere i condensati molecolari potrebbe avere un effetto positivo o negativo sulla neurodegenerazione, ha affermato la dott.ssa Wert.

 

 

 


FonteUT Southwestern Medical Center (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Shekhar, [+4], H Krämer. Sensory quiescence induces a cell-non-autonomous integrated stress response curbed by condensate formation of the ATF4 and XRP1 effectors. Nat Commun, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.