Una ricerca della Sapienza ha fornito la prova dell'esistenza di biomarcatori salivari alterati nei pazienti affetti da demenza da corpi di Lewy. I risultati mostrano nuove opportunità diagnostiche per la differenziazione tra la demenza da corpi di Lewy e le altre forme di patologie neurodegenerative
La demenza è una condizione eterogenea che comprende quadri clinici e neuropatologici diversi. Nelle fasi iniziali le diverse patologie presentano caratteristiche cliniche simili, che rendono più difficile la diagnosi specifica all’interno dell’ampio spettro di queste malattie neurodegenerative.
Dopo l’Alzheimer, la demenza da corpi di Lewy (DLB) è la seconda forma più comune di demenza neurodegenerativa. Dal punto di vista clinico, i pazienti affetti dalla patologia presentano fluttuazioni cognitive, parkinsonismo, allucinazioni visive e disturbi del sonno REM. A causa della sovrapposizione clinica e neuropatologica, oltre l'80% dei casi di DLB viene inizialmente diagnosticato in modo errato e confuso con altre patologie, in particolare con Parkinson e Alzheimer.
Il nuovo studio, a cui hanno preso parte Giuseppe Bruno e Fabrizia D’Antonio del Dipartimento di Neuroscienze Umane della Sapienza e pubblicato sul Journal of Alzheimers' Disease, ha individuato due biomarcatori salivari che potrebbero facilitare la diagnosi della DLB, rendendo più agevole la distinzione tra la DLB e altre forme di patologie neurodegenerative. Si tratta, in particolare, delle specie salivari di alfa-sinucleina e della proteina tau, altro biomarcatore di neuro degenerazione.
I ricercatori della Sapienza, in collaborazione con il Campus Biomedico, hanno esaminato i livelli di queste proteine in quattro gruppi di individui: tre dei quali composti da pazienti affetti da una patologia neurodegenerativa (DLB, malattia di Alzheimer e malattia di Parkinson) e uno composto da individui sani. I risultati hanno dimostrato che tutti i gruppi patologici presentavano una concentrazione più alta di alfa-sinucleina e di proteina tau rispetto ai soggetti sani.
In particolare, il riscontro di elevate concentrazioni di proteina tau fosforilata (ps199-tau) consente di differenziare i pazienti con Parkinson dai pazienti con demenza di Alzheimer e DLB. Inoltre, i pazienti con DLB presentano concentrazioni di alfa-sinucleina oligomerica maggiori rispetto ai pazienti affetti da Alzheimer. Questi risultati, se confermati in future ricerche, potrebbero consentire di differenziare con un semplice prelievo di saliva tre delle malattie neurodegenerative più frequenti.
Fonte: Sapienza Università di Roma
Riferimenti: F D’Antonio, [+10], G Bruno. Salivary biomarkers for the molecular diagnosis of dementia with Lewy bodies. J Alz Dis, 2025, DOI
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