Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Conoscere il rischio di Alzheimer può alleviare l'ansia ma ridurre la motivazione per abitudini sane

Uno studio aggiunge informazioni su come le persone rispondono emotivamente all'apprendere il loro stato dell'amiloide.

sectioned brains alzheimer s disease vs normal spl

L'apprendimento del rischio di morbo di Alzheimer (MA) di una persona potrebbe non portare a disagio emotivo, ma la motivazione a mantenere i cambiamenti di stile di vita sani tende a svanire nel tempo, anche nelle persone ad alto rischio, secondo uno studio che coinvolge un ricercatore della Rutgers, l'università di stato del New Jersey / USA.


Lo studio, pubblicato in Alzheimer's & Dementia, ha come primo autore Sapir Golan Shekhtman, dottorando del Sheba Medical Center, come autore senior Orit Lesman-Segev, neuroradiologo del Sheba Medical Center in Israele, e coautore Michal Schnaider Beeri, direttore dell'Alzheimer Research Center della Rutgers.


Una proteina chiamata amiloide-beta (Aβ) nel cervello è una delle patologie alla base del MA. L'accumulo di placche amiloidi può essere rilevato decenni prima che appaiano i sintomi. Queste placche possono essere visualizzate e quantificate mediante una scansione di tomografia a emissione di positroni (PET).


I ricercatori volevano capire come le persone reagiscono emotivamente quando apprendono se hanno un rischio di declino cognitivo. Lo studio ha seguito 199 adulti sani sottoposti a scansioni PET-amiloide per verificare il loro stato Aβ. Prima della scansione, i partecipanti hanno completato dei sondaggi per misurare ansia, depressione, problemi di memoria e motivazione per i cambiamenti dello stile di vita. Hanno realizzato gli stessi sondaggi sei mesi dopo aver appreso i loro risultati.


I risultati dello studio mostrano che i partecipanti che non hanno un accumulo di Aβ hanno avuto miglioramenti emotivi significativi: hanno riportato livelli molto più bassi di depressione, ansia e lamentele di memoria. Tuttavia, è diminuita anche la loro motivazione a mantenere i miglioramenti dello stile di vita. Al contrario, i partecipanti con presenza di Aβ non hanno mostrato un aumento della depressione o dei reclami di memoria, ma hanno avuto una diminuzione dell'ansia e della motivazione per gli aggiustamenti dello stile di vita.


"I risultati suggeriscono che la divulgazione della presenza di Aβ non influisce negativamente sui partecipanti e semplicemente conoscere i risultati sembra ridurre i sentimenti negativi in ​​generale", ha affermato Schnaider Beeri.


Questo studio fornisce nuove informazioni su come gli individui rispondono emotivamente ad apprendere il loro stato di Aβ, un argomento poco esplorato, hanno affermato i ricercatori. Implica anche divulgare lo stato Aβ a individui cognitivamente sani, una pratica che non era comune negli studi precedenti. I ricercatori hanno aggiunto che lo studio enfatizza le differenze individuali nelle risposte alla divulgazione, promuovendo un processo di divulgazione più personalizzato.


"I risultati evidenziano la facilità con cui le persone perdono la motivazione per apportare cambiamenti nello stile di vita volti a mantenere la salute cognitiva", ha affermato Shekhtman. "Sono cruciali le strategie per sostenere questi comportamenti sani".


"Questi risultati hanno un significato ancora maggiore in un'era che si sposta verso le terapie preventive del MA", ha affermato Lesman-Segev. "Quando tali trattamenti saranno disponibili, gli individui cognitivamente normali probabilmente vorranno esami per i biomarcatori di MA per qualificarsi per terapie mirate. Pertanto, è essenziale comprendere meglio la risposta alla divulgazione e ottimizzare il suo processo".

 

 

 


Fonte: Tongyue Zhang in Rutgers University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Golan Shekhtman, [+14], OH Lesman‐Segev. Emotional response to amyloid beta status disclosure among research participants at high dementia risk. Alz & Dem, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.