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Dispositivi per l'udito migliorano significativamente la vita sociale di quelli con perdita di udito

La perdita di udito non influisce solo sul modo in cui le persone ascoltano il mondo, ma può anche cambiare il modo in cui si connettono.

elderly woman with hearing aids Image by freepik

Un nuovo studio eseguito alla University of Southern California di Los Angeles, pubblicato in JAMA Otolaryngology-Head & Neck Surgery, è il primo a collegare gli apparecchi acustici e gli impianti cocleari, i dispositivi chirurgicamente impiantati che aiutano quelli con perdita profonda di udito a percepire il suono, per una migliore vita sociale, tra gli adulti con perdita di udito.


"Abbiamo scoperto che gli adulti con perdita di udito che usavano apparecchi acustici o impianti cocleari erano più coinvolti socialmente e si sentivano meno isolati rispetto a quelli che non li usavano", ha affermato Janet Choi MD/MPH, otorinolaringoiatra e autrice senior dello studio. "Ciò suggerisce che i dispositivi per l'udito possono aiutare a prevenire la disconnessione sociale e le più ampie conseguenze per la salute che possono seguire una perdita di udito non trattata".


La perdita di udito colpisce circa 40 milioni di adulti americani, ma molti non sono trattati. Se trascurata, può rendere difficile la comunicazione, portando le persone a ritirarsi da conversazioni e attività sociali, secondo la Choi. Ricerche precedenti hanno dimostrato che nel tempo, il ritiro sociale può ridurre la stimolazione mentale e aumentare il rischio di solitudine, ansia, depressione, declino cognitivo e demenza. La ricerca ha anche collegato l'isolamento sociale cronico a cambiamenti biologici e neurologici, come l'aumento dell'infiammazione cerebrale e alterazioni della struttura del cervello.


"Comprendere il legame tra perdita di udito, uso del dispositivo per l'udito e isolamento sociale è cruciale", ha affermato la Choi. "Prima di questo studio, non era chiaro se i dispositivi per l'udito potessero aiutare a invertire l'isolamento".


La Choi e i suoi colleghi ricercatori hanno condotto una revisione completa e sistematica e meta-analisi di 65 studi precedentemente pubblicati, che comprendevano oltre 5.000 partecipanti, su come gli apparecchi acustici e gli impianti cocleari influenzano tre valori chiave: qualità sociale della vita, handicap sociale percepito (limitazioni e frustrazioni che può creare la perdita di udito nelle situazioni sociali) e solitudine.


I ricercatori hanno scoperto che gli adulti che usano dispositivi per l'udito si sentono più connessi socialmente e meno limitati nelle situazioni sociali. Vanno meglio nelle conversazioni di gruppo e si sentono più a proprio agio in ambienti di ascolto rumorosi o disagevoli. I partecipanti hanno anche riferito di sentirsi meno handicappati dalla perdita di udito, con meno barriere e frustrazioni durante le interazioni e una migliore capacità di rimanere coinvolti senza sentirsi esclusi.


Questa maggiore fiducia può aiutare gli utenti [di apparecchi acustici] a connettersi più facilmente con familiari, amici e colleghi, portando a sentimenti di appartenenza più forti e ad ansia sociale ridotta. Lo studio ha anche suggerito che i dispositivi per l'udito possono ridurre la solitudine, sebbene in questo settore siano necessarie ulteriori ricerche.


Quelli con impianti cocleari hanno riportato il maggior miglioramento della loro qualità sociale della vita. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che gli impianti cocleari offrono un maggiore ripristino dell'udito rispetto agli apparecchi acustici, in particolare per le persone con perdita più grave di udito. Di conseguenza, possono sperimentare miglioramenti più evidenti nell'impegno sociale una volta ripristinato l'udito.


Mentre era al di fuori dell'ambito dello studio misurare in che modo la vita sociale migliore si colleghi a esiti cognitivi migliori, la Choi ritiene che ci possa essere una connessione, poiché le ricerche precedenti hanno riscontrato che la gestione della perdita di udito potrebbe essere la chiave per ridurre il rischio di declino cognitivo e demenza.


"Sebbene il nostro studio non abbia misurato direttamente gli esiti cognitivi, i miglioramenti che abbiamo visto nella comunicazione e nel coinvolgimento sociale suggeriscono che, ripristinando una comunicazione più chiara, i dispositivi per l'udito possono aiutare a preservare la salute cognitiva mantenendo il cervello più coinvolto attivamente e le persone più connesse", ha affermato Choi.


Questa ricerca segue uno studio di gennaio 2024 della Choi che ha dimostrato che gli adulti con perdita di udito che usavano gli apparecchi acustici avevano un rischio di mortalità più basso di quasi il 25%, suggerendo che il trattamento della perdita di udito può migliorare la durata della vita e la sua qualità sociale.


"Questi nuovi risultati si aggiungono a un corpo crescente di ricerche che dimostra che la salute dell'udito è profondamente collegata al benessere generale", ha affermato la Choi. "Speriamo che questo incoraggi più persone a cercare cure, e aiuti i medici a iniziare conversazioni con i pazienti su come i dispositivi per l'udito possano migliorare la loro qualità di vita".

 

 

 


Fonte: University of Southern California (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: K Hori, [+6], JS Choi. Social Outcomes Among Adults With Hearing Aids and Cochlear Implants. JAMA Otol, Head & Neck Surgery, 2025, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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