Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


'Un punto di svolta': aggiornamento delle frontiere della ricerca sull'Alzheimer

Amy Arnsten YaleUniAmy Arnsten

Il National Institute on Aging stima che un terzo delle persone over-85 negli Stati Uniti abbiano il morbo di Alzheimer (MA). Il caratteristico declino lungo e lento della condizione causa un onere enorme alle famiglie e alla società. Sebbene la necessità di nuovi trattamenti sia urgente, il MA è una malattia complessa che richiede ricerche multidisciplinari in una vasta gamma di specialità.


In un nuovo articolo guidato da Amy Arnsten della Università di Yale, i ricercatori di numerose discipline condividono un aggiornamento sui vari sforzi che stanno guidando questi nuovi trattamenti. Scrivendo su Alzheimer's & Dementia, il gruppo di esperti - i cui campi abbracciano neuropatologia, biomarcatori fluidi, scansione PET e proteomica/trascrittomica, nonché ricerca di base - si concentra specificamente sulle prime fasi della malattia, quando nuove terapie preventive possono essere più efficaci.


Questa visione integrata evidenzia che la patologia di MA può essere avviata da molti fattori diversi, che comprendono l'accumulo di proteine nel cervello e l'infiammazione, che sembrano guidare la neurodegenerazione nella forma comune, ad esordio tardivo, della malattia, ha affermato la Arnsten, prof.ssa di neuroscienze e di psicologia.

"Oggi siamo a un punto di svolta nella ricerca di MA, in cui abbiamo iniziato ad avere i primi trattamenti per la malattia, ma abbiamo ancora molta strada da fare", ha detto la Arnsten. "Dobbiamo continuare ad andare avanti per avere farmaci più efficaci con meno effetti collaterali".

In un'intervista, la Arnsten spiega perché si prevede che così tante altre persone sviluppino il MA nei prossimi decenni, le opportunità di nuovi trattamenti e le sfide che minacciano di fermare questo progresso.

 

Domanda: Qual è lo stato della ricerca sulla malattia di Alzheimer oggi?

Amy Arnsten: La ricerca di Alzheimer si è ampliata enormemente nell'ultimo decennio e ora siamo in un momento straordinario. Dopo decenni di ricerca, le lezioni che abbiamo appreso sui cambiamenti del cervello che causano la malattia stanno iniziando a tradursi in trattamenti approvati dalla FDA. Esistono attualmente due trattamenti anticorpali approvati che rimuovono dal cervello l'amiloide-beta, uno dei segni distintivi della malattia, e ne rallentano il decorso. Ma non lo fermano e non funzionano per tutti. Possono anche avere alcuni effetti collaterali piuttosto gravi.

 

D: Perché la demenza è così diffusa adesso?

Arnsten: L'invecchiamento è il più grande fattore di rischio del MA e le persone vivono molto più a lungo, soprattutto ora con molti trattamenti efficaci per malattie come il cancro. L'invecchiamento è anche un fattore di rischio per altre cause di demenza, come quella vascolare e la demenza legata al Parkinson. A volte le forme si sovrappongono, il che confonde particolarmente i neuropatologi. Queste malattie pongono un enorme onere sui pazienti e sulle loro famiglie.

 

D: Su cosa si sta concentrando la nuova ricerca?

Arnsten: Ci sono molti nuovi approcci in cantiere. L'intervento precoce è una grande priorità. Abbiamo bisogno di trattamenti efficaci con effetti collaterali benigni in modo da poter cogliere presto la malattia - forse anche prima che le persone inizino a mostrare sintomi - e rallentarla. Il mio laboratorio sta ricercando le azioni tossiche causate dall'infiammazione che contribuiscono al MA. L'obiettivo sarebbe avere un trattamento che potresti usare molto presto - una volta che il test indica il rischio anche se il paziente non ha sintomi - e che sia anche notevolmente sicuro. Devi essere in grado di usarlo con un paziente che ha, diciamo, 50 anni, perché il processo può iniziare quando sei ancora giovane.

 

D: Perché ci vuole così tanto tempo perché le scoperte in laboratorio diventino farmaci che le persone possono assumere?

Arnsten: In molti modi, i ricercatori di MA hanno dovuto inventare il campo, e sono state necessarie innovazioni da discipline come genetica, biologia cellulare, neuroscienze, spettroscopia e scansione cerebrale per capire cosa stava cambiando nel cervello e perché. Sembra che ci siano più fattori che guidano la patologia cerebrale, per cui, ad esempio, l'infiammazione può contribuire a un rischio maggiore in alcune persone che in altre, il che rende le cose più complesse. Ma offre anche più opportunità per diversi tipi di trattamenti.

Questo tipo di scienza traslazionale è necessariamente lenta, poiché ci vuole tempo per svelare i molti fattori che inducono e guidano la patologia. E una volta che hai individuato un possibile bersaglio terapeutico, ci vuole molto tempo e spese per determinare che un trattamento è efficace e sicuro nei pazienti.

 

D: Quali sono alcune delle nuove scoperte più notevoli sul campo?

Arnsten: Una recente svolta chiave è un nuovo biomarcatore nel sangue in grado di rilevare gli inizi della patologia tau, che è un segno distintivo del MA. Questo segnale di patologia emergente nel cervello può essere visto molto prima che si possa usare la scansione PET per vedere la patologia tau in una fase successiva nel cervello. Questo nuovo biomarcatore di sangue ci permetterà anche di monitorare se funziona un nuovo trattamento.

Esistono anche molte nuove strategie di trattamento, e probabilmente migliori, nelle prime fasi dei test, che probabilmente non si concreteranno se il Congresso taglia i fondi ai National Institutes of Health (NIH). Questa sarebbe una tragedia per così tanti pazienti e per le loro famiglie, e sarebbe anche molto miope, poiché l'onere finanziario della cura dei pazienti da parte del governo federale è enorme.

Nel mio laboratorio, stiamo lavorando da 20 anni per comprendere alcuni dei primi cambiamenti che affliggono in particolare i neuroni che generano memoria e cognizione più elevate e abbiamo identificato un composto che riteniamo possa fermare questi effetti precoci e tossici dell'infiammazione, con pochi effetti collaterali. Ma ora, a causa dei tagli al budget dei NIH, non possiamo ottenere i finanziamenti per continuare.

Questi tagli saranno devastanti per così tante ricerche e il campo non può semplicemente riprendersi da loro, perché distruggeranno così tante linee di ricerca, danneggiando la nostra salute e anche l'economia degli Stati Uniti. In passato, il Congresso ha compreso l'importanza della ricerca finanziata con i NIH per la forza dell'America; speriamo che possano ancora prevalere strategie razionali.

 

 

 


Fonte: Karen Guzman in Yale University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: AFT Arnsten, [+6], D Datta. An integrated view of the relationships between amyloid, tau, ... Alz & Dem, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)