Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Personalità diverse rappresentano le esigenze dei caregiver di demenza, anche per gestire i farmaci a casa

Uno studio per comprendere le strategie e le esigenze insoddisfatte dei caregiver che gestiscono i farmaci per le persone con Alzheimer o una demenza correlata

Caregiver personas Jolliff et al JMIR Aging

Lo studio mirava a descrivere le strategie e le esigenze insoddisfatte dei caregiver che gestiscono i farmaci per le persone con Alzheimer o una demenza correlata. Con un approccio centrato sull'utente e usando un'indagine contestuale virtuale, i ricercatori hanno identificato tre distinte personalità di caregiver: 'Checklist Cheryl', 'Social Sam' e 'Responsive Rhonda'. Ogni personalità incarna un approccio diverso alla gestione dei farmaci, che varia in organizzazione, uso tecnologia, collaborazione e risposta alle sfide.

La scoperta principale è che i caregiver impiegano strategie diverse, fondendo metodi basati sulla tecnologia con metodi fisici e che le loro esigenze insoddisfatte - come monitoraggio migliore dei sintomi, linee guida di comunicazione più chiare e supporto per la cura di sé - non sono completamente affrontate dagli attuali interventi digitali o non digitali. Queste personalità sfaccettate possono guidare la progettazione di strumenti personalizzati di supporto ai caregiver e strumenti sanitari digitali.

 

Le personalità consentono approfondimenti

La risorsa primaria fornita dallo studio è l'insieme delle tre personalità di caregiver, dettagliate e sviluppate empiricamente. Ogni profilo di personalità include gli approcci del caregiver per l'acquisizione, l'organizzazione e la somministrazione di farmaci, il monitoraggio dei sintomi, la comunicazione con le reti di assistenza e la ricerca di informazioni sui farmaci.

La ricerca offre anche raccomandazioni per interventi di salute digitale su misura per le esigenze uniche di ogni personalità, come app con promemoria personalizzabili, tracciatori di sintomi ed effetti collaterali e piattaforme per il supporto sociale. La metodologia - indagine contestuale virtuale - funge anche da approccio pratico per la ricerca futura.

 

Chi è aiutato da queste risorse

Queste risorse sono destinate a vari tipi di pubblico:

  • Progettisti di sistemi sanitari e sviluppatori di interventi, per informare la creazione di strumenti digitali o non digitali personalizzati per caregiver di demenza.
  • Organizzazioni di supporto ai caregiver e decisori politici, che possono usare queste personalità per sostenere programmi e risorse di supporto mirati.
  • Ricercatori, come quadro e guida metodologica per studiare e affrontare le complessità del lavoro del caregiver di demenza e altre malattie croniche.

 

Come incidono questi risultati sulla cura dei pazienti

  • Assistenza ai pazienti: affrontando le esigenze insoddisfatte dei caregiver, come migliorare il monitoraggio dei farmaci e ridurre lo stress del caregiver, gli interventi guidati da queste personalità possono migliorare direttamente l'adesione ai farmaci e gli esiti generali di salute per le persone con demenza.

  • Sistemi sanitari: le personalità consentono di progettare supporti e strumenti tecnologici più efficaci (come app per smartphone o piattaforme basate sulla rete) che rispondono meglio alle esigenze degli utenti, aumentando potenzialmente il coinvolgimento e i tassi di successo degli interventi di aderenza.

  • Ricerca futura: le personalità forniscono un modello robusto e sfumato per studi futuri; Ampliare la ricerca a popolazioni più diverse di caregiver può scoprire ulteriori esigenze e soluzioni. La metodologia virtuale centrata sull'utente è anche ampiamente applicabile allo studio dell'assistenza in altri contesti sanitari.

 

 

 


Fonte: Regenstrief Institute / Indiana University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A Jolliff, [+8], NE Werner. Creating User Personas to Represent the Needs of Dementia Caregivers ... JMIR Aging, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.